Auguste Rodin
di Flavio Arensi
Curatore della mostra “Rodin Le origini del genio”
Rodin prima dell'Inferno
«Il genio non sta solamente nel creare un'opera, bensì nel creare se stesso
[...] ». Si conclude con un'apertura poetica il testo di Aline Magnien che
anticipa e indirizza in questo volume l'analisi dedicata al periodo formativo
di Auguste Rodin, dall'ausilio alla bottega di Albert-Ernest Carrier-Belleuse
fino alla progettazione della «Porta dell'inferno», con una panoramica inedita
sulla pittura e sulla produzione decorativa, due argomenti pressoché
sconosciuti al grande pubblico. Un ventennio che dal 1864 al 1884 (in verità si
principia coi lavori accademici) non soltanto modifica il linguaggio del genio
francese, ma segna inevitabilmente il futuro della scultura occidentale,
declinandola verso approdi poi ripresi per tutto il XX secolo, e forse ancora validi.
La «Porta» viene commissionata dallo stato francese nel 1880, quando Rodin,
quarantenne, riscuote i primi consensi decisivi; il suo intero progetto diventa
uno dei cardini del suo personale catalogo, un punto di approdo e una
ripartenza, nonché la fucina di idee e forme per il futuro. Con essa lo
scultore assembla il portato di tanti anni di sacrifici, un periodo di ricerca
molto intenso, e graduale, attraverso cui perviene a una migliore comprensione
della scultura antica, delle sue logiche, della sua pittoricità intima, e da
qui trasduce in una nuova grammatica. Come in un diario annota i ricordi visivi
o concettuali della sua professione e vicenda, riformula le tappe della
crescita artistica, assomma, elabora, elimina i momenti salienti del suo studio.
Fondamentale è il soggiorno belga, del quale restano quasi sconosciuti i
dipinti dedicati alla foresta di Soignes, caratterizzati da una particolare
attenzione alla luce e da una pennellata veloce, in cui l'impasto del colore
permane arioso, inerendo alla grande poetica di Jean-Baptiste Corot e Gustave
Courbet (certi cieli ricordano i bianchi delle sue cascate o delle nuvole più
fratte). La pittura di Rodin lascia presto il posto al disegno, una costante
dell'autore e probabilmente un abecedario in cui ammassare gli appunti presi in
ordine sparso quindi rimessi in gioco per modellare. Lo stretto rapporto
intessuto con Carrier-Belleuse, per quanto altalenante, serve da ginnasio e gli
permette di sopravvivere e condurre i propri esprimenti in parallelo alla
produzione ordinaria. Le piccole sculture di gusto affinano la tecnica e gli
consentono di afferrare la sensibilità dell'epoca, pur spostandosi pian piano
dalla risacca stilistica settecentesca, ammiccante il classicismo, verso un
confronto serrato con la statuaria antica. Tale percorso viene indicato
chiaramente da due capisaldi come «L'uomo dal naso rotto» (1864) e «L'età del
bronzo» (1875-1876): il primo pare un omaggio a qualche busto della Roma
imperiale o, come spesso si afferma, al ritratto di Michelangelo Buonarroti
eseguito da Daniele da Volterra (detto il Braghettone per aver coperto le
pudenda dei nudi affrescati sulla volta della Cappella Sistina), il secondo,
che avrebbe dovuto trattenere una lancia in pugno, diventa l'inno alla
classicità. Sono estremi compiuti a distanza di un decennio e rivelano con
quanto sforzo la scultura di Rodin cerchi in principio l'approvazione dei
circoli artistici francesi, aggirandosi fra schemi consolidati, pur non
rinunciando a controllare soluzioni personali o recepire quelle più audaci (si pensi
alle riforme di Jean- Baptiste Carpeaux, persino alla sua pittura accostabile
per atmosfera a quella del collega). Queste due sculture sono tuttavia più
trattenute rispetto agli esiti successivi, ancora troppo contratte dalla
necessità di stupire attraverso la perfezione della tecnica. Un assillo che
promuove l'accusa d'aver formato «L'età del bronzo» da un moulage, e che a
lungo funge da freno alla piena e approdata libertà espressiva. Ancora nel
1885, a proposito dei personaggi della «Porta dell'inferno» Rodin afferma:
«[...] per dimostrare che sapevo modellare dalla natura quanto gli altri, avevo
deciso, ingenuamente, di eseguire sulla porta figure più piccole del naturale».
Ingenuamente, appunto. Le tormentate vicende delle due opere sono note, così come
i rifiuti dolorosi al Salon, i sostegni o i contrasti suscitati nel mondo
accademico, e per quanto oggi entrambe sembrino scostarsi molto dai risultati
più maturi, si intravede il germe di una necessità che sta per esplodere, un
bisogno nuovo di leggere la natura. Nella cronologia di Rodin gli anni settanta
debbono intendersi alla stregua di un periodo piuttosto attivo per la carriera:
nel 1875 il busto marmoreo dell'«Uomo dal naso rotto» è finalmente accettato ed
esposto al Salon parigino, nel 1877 il gesso de «L'età del bronzo» viene
presentato a Bruxelles e poi a Parigi, l'anno successivo inizia a lavorare al
«San Giovanni Battista» e del 1879 sono le commissioni per la manifattura di
Sèvres e il concorso per il monumento «La Défense ». Cruciale risulta il 1876,
quando Rodin intraprende il primo viaggio in Italia e attende allo studio di
Michelangelo ricavando una lettura del passato attraverso lenti nuove. Il «San
Giovani Battista» (1876) è dirompente. L'armonia non è più costruita su un
progetto di minimi equilibri, ma di rigorosi disequilibri, di parti che
dialogano fra loro scavando la forma con un'originalità diversa, spuria, eppure
eloquente, in cui ogni porzione è modellata da sola, poi riunita, con una
valutazione complessa della forma d'insieme, dove le parti non sono di grazia
perfetta, ma di drammatica autenticità, che non significa assomigliare alla
natura, ma creare con la natura (lo sa bene Giuseppe Penone). Il bozzetto in
gesso dell'opera è ancora più intenso, parla alle nostre generazioni come fosse
di oggi. Qualche mese fa un ragazzino di quasi cinque anni, davanti a un quadro
del 1961 di Giuseppe Guerreschi in cui la scena barbara delle guerre
palestinesi tinge per toni sordi e grigi, si è fermato chiedendo: «Ma qui cosa
è successo?». Al di là dell'aneddoto sorprendente per l'età del protagonista,
poche volte all'epoca di Rodin, e poche volte oggi, un manufatto artistico fa
sorgere questa domanda con la disinvoltura dei bambini. «Cosa è successo»
dovremmo chiedercelo di fronte al «Bozzetto di san Giovanni Battista» perché
potrebbe riferirci della società mutilata di oggi, come del resto avvicinare la
«Pietà Rondanini» fa scaturire il senso di frammentata inadeguatezza dell'uomo
chiamato all'orrore della nostra epoca, eppure sono di secoli addietro. Rodin
non è solo uno scultore; Rodin è un uomo che realizza un'esistenza, non produce
una scultura ma v'immette la sua personale storia e insieme riesce a far
identificare ancora oggi l'intera schiatta terrena con i suoi artefatti;
l'intimità precipua del suo modellare risiede nel rendere il dettaglio di un
sentimento un affare univoco benché di massa, fuori dal tempo e dei confini
delle nazioni. Cos'è il grido del guerriero ne «La Défense» coi muscoli che si
lanciano, se non uno dei piccoli figuranti della sua «Porta dell'inferno»? E
insieme l'eruzione di un grido profondo, come un lamento fra i dannati: affatto
diverso, asciutto, denso, sintetico, rispetto alla bocca spalancata de «La
Marseillaise» del 1833-1836, di François Rude, che pure deve aver indicato la
strada da seguire.
Le tante figure che nel corso della sua carriera Rodin tocca, dagli amorini
greci a «Bellona» rinunciano sempre di più a essere la sublime copia del
modello ideale, per entrare nel concreto del mondo. La «Donna accovacciata» per
esempio è assorta in un gesto da toeletta segreta, ma non per voyeurismo
piuttosto per far entrare la normalità dei giorni nell'opera d'arte. Ci sono
elementi della «Porta» che da soli sintetizzano la caducità cui siamo
sottoposti, ce ne sono invece che evocano con eleganza l'eros, lasciano
intendere il piacere dell'incontro, dunque - d'improvviso - la disperazione,
come fossero i gusti di un pasto completo e allettante ma con portate talvolta
amare, dolci, altre ributtanti, metafora della vita di ognuno. Curioso è
soffermarsi sui diversi sviluppi della figura di Ugolino della Gherardesca:
nell'«Ugolino assiso» (1875 circa) il linguaggio antico, in particolare quello
ammirato e leggendario del «Torso Belvedere» di Apollonio che tanto influenzò
Michelangelo, basta a sostenere il peso dell'immagine scultorea, mentre con
«Ugolino e i suoi figli» (1882, ) lo svolgimento narrativo si amplia, non cerca
soltanto la posa assoluta, ma produce un moto esistenziale. Se confrontata con
l'omonima realizzazione di Carpeaux del 1861, cui l'«Ugolino e i suoi figli»
dimostra un debito importante, si può rilevare come nel primo caso la tragedia
sia statica, raccolta in un unico blocco piramidale, simbolica, senza
possibilità di appello alla interpretazione tragica principale, laddove in
Rodin l'azione si dipana e i vuoti assumono valore psicologico quanto la posa
dei personaggi, tutti a sottolineare lo stento, persino l'ambiguità della
circostanza descritta da Dante nel verso «Poscia più che il dolor poté il
digiuno», con la sua doppia chiave esplicativa: il conte ormai impazzito si
ciba della progenie, oppure si arrende alla fame che obnubila le ultime forze,
avvilite dalla sorte toccata ai figli. L'«Ugolino» di Rodin occupa la sezione
bassa del battente di destra della «Porta», è cuore della disfatta, quella
preannunciata da «L'uomo che cade» posizionato dalla stessa parte, in alto al
centro; le due ante sono una débâcle consortile in cui gli spazi vuoti
avvolgono e accolgono anche lo spettatore, come un'onda che ritira e aggetta
verso l'esterno. I riflessi sul bronzo scuro paiono una sorta di mare profondo
più che di vampate di fuoco, e tutto in questo oceano portato alla ribalta e
poi nascosto diventa un recipiente saturo di possibilità e impossibilità umane.
CRONOLOGIA
A cura di Véronique Mattiussi
1840
Auguste Rodin nasce a Parigi il 12 novembre.
1854
Entra alla École impériale spéciale de dessin et de mathématiques, detta la
«Piccola Scuola»; segue i corsi di Lecoq de Boisbaudran.
1857-1859
Fallisce tre volte il concorso di ammissione alla École des Beaux-Arts.
1858
Lavora per vari decoratori e ornamentisti.
1860
Realizza il busto del padre Jean-Baptiste Rodin, prima opera conservata.
1862
Muore la sorella Maria. Entra dai Padri del Très-Saint-Sacrement, dove
rimane sino al maggio-giugno del 1863. Realizza il busto del «Padre Eymard».
1863
Partecipa alla decorazione del Théâtre des Gobelins, e del Théâtre de la
Gaîté.
1864
Entra nell'atelier di Albert-Ernest Carrier-Belleuse. Conosce Rose Beuret
(1844-1917).
1865
La maschera dell'«Uomo dal naso rotto» è rifiutata al Salon.
1866
Partecipa alla decorazione del palazzo privato della Païva sugli Champs
Elysées. Studia con Antoine-Louis Barye che dirige i corsi di anatomia animale
al Museo di storia naturale. Nascita del figlio naturale Auguste-Eugène Beuret.
1870
Raggiunge lo scultore belga Antoine-Joseph Van Rasbourgh a Bruxelles.
Rientra a Parigi a fine settembre, è richiamato e arruolato come caporale nella
Guardia Nazionale.
1871
Congedato, si reca da Carrier-Belleuse in Belgio, dove rimarrà fino al
1877. Muore sua madre. Alla fine dell'anno, Rose Beuret lo raggiunge a
Bruxelles.
1872
Fine della collaborazione con Carrier-Belleuse, che rientra a Parigi.
1873
Si associa professionalmente con Joseph Van Rasbourgh.
1874
Partecipa alla decorazione del palazzo delle Accademie a Bruxelles. Dipinge
una serie di paesaggi della foresta di Soignes.
1875
Prima opera al Salon di Parigi: il busto in marmo dell'«Uomo dal naso
rotto». Alla fine dell'anno, intraprende un viaggio di studio in Italia.
1877
Espone «L'età del bronzo» (gesso) al Circolo artistico e letterario di
Bruxelles, poi a Parigi al Salon des artistes français. Rodin viene sospettato
di aver compiuto per la sua figura un calco dal vero. In autunno, prima serie
di visite delle cattedrali del centro della Francia.
Rodin e Rose Beuret lasciano definitivamente il Belgio per ristabilirsi in
Francia.
1879
Lavora alla Manifattura di Sèvres fino al dicembre 1882.
1880
Committenza di stato per la fusione de «L'età del bronzo» e per una «porta
decorativa», la «Porta dell'inferno », per un nuovo museo di Arti decorative
che non verrà mai aperto. Gli viene messo a disposizione un atelier presso il
Deposito dei marmi, in rue de l'Université 182, che occuperà sino alla morte.
Espone al Salon il gesso del «San Giovanni Battista».
1881
Lo stato gli commissiona il «San Giovanni Battista» in bronzo. Primo
viaggio in Gran Bretagna; apprende la tecnica dell'incisione da Alphonse Legros,
a Londra. «Adamo» è esposto al Salon. «Eva».
1881-1882
«Il pensatore», «Il bacio», «Il conte Ugolino».
1882
Realizza la statua di «D'Alembert» per il Comune di Parigi.
1883
Conosce Camille Claudel (1864-1943). Muore suo padre. Prima mostra di disegni
al Circolo delle Arti liberali a Parigi. Conosce Victor Hugo di cui esegue il
busto.
1884
Primo Salon des Vingt a Bruxelles. Espone per la prima volta alla galleria
Georges Petit. Si trasferisce in rue de Bourgogne 71, dove rimarrà fino al
1890.
1885
La municipalità di Calais gli commissiona un monumento commemorativo di
Eustache de Saint Pierre, che diventerà il «Monumento dei borghesi di Calais»,
inaugurato nel 1895. Conosce l'industriale Maurice Fenaille.
1887
Nominato cavaliere della Legione d'onore. Illustra una tiratura limitata
dei Fiori del male di Baudelaire.
1888
Lo stato gli commissiona «Il bacio» in marmo per l'Esposizione Universale
del 1889.
1889
Partecipa alla fondazione della Société nationale des beaux-arts.
Commissione del «Monumento a Victor Hugo» per il Panthéon.
1891
La Société des gens de lettres gli commissiona un «Monumento a Balzac».
1892
Promosso ufficiale della Legione d'onore.
1893
Succede a Jules Dalou come presidente della sezione di scultura e
vicepresidente della Société nationale des beaux-arts.
1894
Rottura definitiva con Camille Claudel.
1895
Acquista la «villa des Brillants» a Meudon e dà inizio alla sua collezione
di oggetti antichi, dipinti, ecc.
1897
Maurice Fenaille finanzia la pubblicazione di un album di 142 disegni
elio-incisi di Rodin con una prefazione di Octave Mirbeau, detto «album Goupil»
(dal nome dell'editore). Esposizione del «Monumento a Victor Hugo» alla Société
nationale des beaux-arts.
1898
Espone al Salon de la Société nationale des beaux-arts «Il bacio» in marmo
e la versione in gesso a grandi dimensioni del «Balzac». La Société des gens de
lettres rifiuta il monumento, che solleva scandalo.
1899
Prima mostra personale a Bruxelles, poi a Rotterdam, Amsterdam e L'Aia.
1900
Il 1° giugno, inaugurazione del padiglione Rodin in place de l'Alma a
Parigi in occasione dell'Esposizione Universale.
1901
Il padiglione Rodin è smontato e ricostruito a Meudon.
1902
Mostra «Rodin» a Praga. Illustra Il giardino dei supplizi di Octave Mirbeau
nell'edizione di pregio di Ambroise Vollard (seconda edizione).
1903
Nominato commendatore della Legione d'onore.
1904
Diventa presidente della Società internazionale degli scultori, pittori e
incisori di Londra, subentrando a James McNeill Whistler. Conosce la duchessa
de Choiseul, con la quale romperà nel 1912. Prima esposizione del «Pensatore»
in gesso a grandi dimensioni alla Società internazionale di Londra, poi al Salon
de la Société nationale des beaux-arts di Parigi. Importanti mostre in
Germania. I disegni esposti a Weimar suscitano scandalo.
1905
Nominato membro del Consiglio superiore delle Belle Arti.
1906
Un bronzo a grandi dimensioni del «Pensatore» è donato con una
sottoscrizione alla Città di Parigi e collocato davanti al Panthéon. Esegue una
serie di acquerelli con danzatrici cambogiane per l'Esposizione coloniale di
Marsiglia.
1907
Prima mostra dedicata unicamente ai disegni presso la Galerie Bernheim
Jeune di Parigi.
1908
La «Catttedrale». Si stabilisce all'Hotel Biron.
1909
Inaugurazione del «Monumento a Victor Hugo» al Palais Royal.
1910
Nominato grand'ufficiale della Legione d'onore.
1911
Acquisizione dei «Borghesi di Calais» da parte della Gran Bretagna per i
giardini di Westminster.
1912
Installazione dell'«Uomo che cammina» a Palazzo Farnese, a Roma.
Inaugurazione della sala Rodin al Metropolitan Museum di New York.
1914
Pubblicazione di Les Cathédrales de France illustrata da Auguste Clot con
la prefazione di Charles Morice. Per sfuggire alla guerra parte con Rose Beuret
per l'Inghilterra, in compagnia della sua biografa, Judith Cladel.
1915
Nuovo viaggio a Roma; esegue il busto di «Papa Benedetto XV».
1916
Si ammala gravemente. Donazione allo Stato delle sue opere e collezioni.
L'Assemblea nazionale vota l'istituzione del Musée national Auguste Rodin
all'Hotel Biron.
1917
Sposa Rose Beuret il 29 gennaio a Meudon. Muore quest'ultima il 14 febbraio. Muore Rodin il 17 novembre.