La biografia di Giuseppe Mario Oliveri
Museo - Serra in Piazzale Loreto a Milano. Progetto dello Studio Nizzoli Architettura
È morto il 19 giugno, a Milano, l'arch. Giuseppe Mario Oliveri
Giuseppe Mario Oliveri
Morto a Milano il 19 giugno 2007
Nel 1947 Giuseppe Mario Oliveri arriva a Milano e comincia la sua attività presso lo studio di Marcello Nizzoli. Della fine degli anni Quaranta e di tutti gli anni Cinquanta, in tandem con Nizzoli, sono le esperienze del design e di progetti di architettura per l'Olivetti e per il gruppo ENI. Nel 1955 con Nizzoli inizia la serie di copertine per la rivista "L’Architettura cronache e storia" che disegna fino al 1998 anche in collaborazione con altri. Negli anni Sessanta poi, con il ritiro di Nizzoli dalla professione attiva, inizia una nuova fase caratterizzata dal formarsi nel tempo di varie compagini professionali, i vari "Studi Nizzoli", (tra i cui soci si ricordano l'ingegner Paolo Viola e gli architetti Alessandro Mendini e Antonio Susini) alla cui attività il Comune di Milano ha dedicato, nel 1983, una mostra/rassegna.
Editoriale Domus - Rozzano (Milano), 1981
Sono tra le opere più importanti di quegli anni i piani urbanistici ed i progetti di architettura per Taranto, il progetto/concorso per l'ampliamento della città di Bratislava e gli insediamenti turistici a Otranto e Lignano, il progetto/concorso per il Teatro Carlo Felice di Genova, gli edifici per l'Editoriale Domus, il design per la Laverda. Molti progetti ricevono importanti premi internazionali e diversi oggetti di design vengono inseriti nelle collezioni dei più importanti musei.
Nuovo centro a San Donato Milanese (1997)
Nel 1995, Oliveri fonda lo studio Nizzoli Architettura. La nuova compagine professionale ancora una volta trova in G. M. Oliveri il proprio punto di riferimento e nel nome di Nizzoli la denominazione storica. Il gruppo Nizzoli Architettura fondato oltre che da Oliveri, dagli architetti Domenico Cavallo, Michele e Nicola Premoli Silva, Gabriele Tosi, ed al quale in seguito si sono aggiunti altri giovani architetti, dal 1995 ad oggi anche in partnership con altri studi professionali italiani e stranieri, ha partecipato alla stesura di numerosi progetti di architettura, urbanistica, interior design, disegno industriale e grafica, parte dei quali realizzati o in fase di realizzazione (tra gli altri si ricordano il progetto per la pedonalizzazione e la copertura di corso Buenos Aires a Milano, la poltroncina "Brioni" per Poltrona Frau, i C.I.P. "centri per l'istruzione permanente"). Un obiettivo molto importante perseguito dallo Studio riguarda la ricerca pura. Lo scopo di questa ricerca che viaggia in parallelo con la progettazione per la committenza, è quello di sperimentare nuove strade, da applicare poi, ove possibile, nella concretezza delle realizzazioni.
Palazzo per Uffici Eni - S. Donato Milanese (Milano), 1955
Altro aspetto perseguito da Oliveri è "l’architettura improbabile": "Progettare architetture immaginarie in luoghi immaginari permette di prescindere da qualsiasi normativa sull'edilizia per mettere a fuoco i problemi espressivo - progettuali dell'architettura trascurando tutti gli altri. L'artificio permette di valutare il rapporto esistente tra l'espressività di un progetto e i mezzi (progettuali) adottati per ottenerla e quali di questi mezzi sono propri (e cioè tipici del fare architettonico) e quali invece sono ritenuti impropri (e quindi mutuati da altre arti come scultura, cinema, letteratura, etc.). Le "architetture improbabili" si propongono proprio di indagare l'interfaccia (lo spazio tra la maschera e la pelle) tra l'architettura (la maschera) e le altre arti (la pelle) utilizzando indifferentemente i mezzi espressivi "propri" di ciascuna. È mia impressione che all'espressività di un progetto di architettura giovi l'andar dentro e fuori dal proprio campo disciplinare invadendo altri campi in modo che l'architettura non sia solo architettura ma anche altro". (G. M. Oliveri).
Città sull’acqua (Architettura Improbabile) , 1995