Biografie

Lorenzo Viani
Lorenzo Viani. La Collezione Bargellini e altre testimonianze

Lorenzo Viani

Lorenzo Viani

1882-1899
Lorenzo Viani nasce a Viareggio, nella darsena vecchia, il 1 novembre 1882 da Emilia Ricci e Rinaldo servitore di Don Carlos di Borbone nella Villa Reale della pineta levante di Viareggio. Un'infanzia dunque trascorsa tra darsena e Palazzo, tra la povertà dei marinai e il fasto sontuoso di una dinastia in esilio. Una prima infanzia abbastanza agiata se confrontata con la miseria presto conosciuta dalla famiglia Viani. La sua esperienza scolastica non è più fortunata: la sua insofferenza ad ogni disciplina lo portano presto a lasciare gli studi e, ancora giovanissimo, ad entrare nella bottega del barbiere Fortunato Primo Puccini a Viareggio. Fu proprio in questa bottega che, intorno al 1900, fece la conoscenza del suo primo maestro Plinio Nomellini e cominciò a formarsi uneducazione p'ropria, fatta di letture disordinate (Dante, Hugo, Dostoievski) e di tanti disegni, per lo più ritratti, eseguiti su carta di fortuna.

1900-1911
Dal 1900 iniziano per Viani le peregrinazioni che lo portano a Lucca, Livorno, Firenze, Genova, Venezia, fino a Parigi. Proprio nel 1900 infatti, grazie all'intervento di Nomellini, Viani entra nell'Istituto di Belle Arti di Lucca dove resta per tre anni frequentando con profitto, benché non assiduamente, i corsi. E' il periodo di nuove conoscenze artistiche, Moses Levy e Spartaco Carlini su tutti. E ancora per merito di Nomellini poi, se nel 1901, conosce a Firenze Giovanni Fattori il quale, notando i "buoni errori" dei suoi disegni, ossia quella tendenza alla deformazione espressiva che Viani non abbandonerà più, lo incoraggia a proseguire nella sua arte. Nel 1904 inizia il suo alunnato fiorentino presso l'Accademia di Belle Arti, alternando la frequentazione dello studio di Fattori con le visite ai musei e alle chiese di Firenze in cerca dei primitivi toscani; conosce Ferdinando Paolieri, Federico Tozzi, Libero Andreotti e Giovanni Papini. Durante l'estate di quell'anno e dei due seguenti è a Torre del Lago, all'inizio nello studio del suo maestro Nomellini, dal 1905 nel suo primo atelier personale, dirimpetto all'abitazione di Giacomo Puccini.
Nel frattempo inizia ad esporre: dopo una fugace apparizione alla Promotrice fiorentina del 1904 con cinque disegni, è la volta della I Mostra d'Arte Toscana a Firenze e della personale al Regio Casino di Viareggio, entrambe nel 1905, e della Esposizione milanese del 1906 per l'inaugurazione del valico del Sempione. In questo periodo accanto alle opere aventi per protagonisti gli animali di sapore fattoriano, ve ne sono altre di tutt'altro tono e soggetto, che portano già il timbro del pittore viareggino: Ribellione, La tappa, Ritorno, Il muro. Alla Biennale di Venezia del 1907, prima vera grande occasione, Viani presenta I dispersi e Gli ossessi, una serie di disegni che già annunciano l'illustratore satirico de "La Fionda", il settimanale antiborghese e anticlericale diretto dall'amico Luigi Campolonghi che presto raggiungerà a Genova. Dopo l'esperienza genovese del 1907 e un breve ritorno a Viareggio, ecco il primo viaggio a Parigi. Il soggiorno nella capitale francese, dalla datazione ancora incerta, sarà fondamentale per Viani, e nonostante la fame e il freddo patiti nella Ruche, edificio a tre piani destinato ad ospitare artisti derelitti e vagabondi di ogni nazionalità, lavora intensamente: tra le poche opere superstiti di questo periodo sono le splendide Monsieur Fleury, il Baritono russo e Sarah Bernhard.
Il soggiorno parigino è intervallato da un breve ritorno a Viareggio, nell'estate del 1908, che gli permette di partecipare alla I Biennale Romagnola d'Arte a Faenza con varie opere di grafica e due dipinti: Vele latine e La nappina. Un mese dopo è di nuovo a Parigi dove, dal 2 al 31 dicembre espone alla "Comédie Humaine" di George Petit cinque opere, tra le quali Pont de Pise e Cimetière de Via Reggia. Viani lascia Parigi, "immane ergastolo", nel 1910 portando con sé alcuni quadri, ma soprattutto disegni, schizzi e abbozzi che utilizzerà quindici anni più tardi per creare il ciclo di dipinti dedicati al suo soggiorno francese. Molte delle sue opere più parigine, Amanti, La perla, l'Autoritratto, nascono in realtà solo dopo il suo ritorno da Parigi tra il 1910 e il 1911.

1911-1915
Con l'inizio del secondo decennio l'attività di Viani si intensifica e si differenzia: al mestiere di pittore va ad aggiungersi il lavoro di giornalista, del politico, dello scrittore. Come studio gli vengono offerte le stanze della locale Camera del Lavoro ed è qui che stringe amicizia con Ceccardo Ceccardi.
Dal secondo, e ancora poco indagato, breve soggiorno parigino, tra la fine del 1911 e l'inizio del 1912, ha origine l'album antimilitarista Alla gloria della guerra! (1912) illustrato da dieci disegni cupi e atroci. In questo periodo si assiste ad una maturazione artistica decisiva per Viani, dove i rimandi alle opere dei grandi artisti visti a Parigi, Cézanne e Van Gogh soprattutto, convivono con i colori e le forme del medioevo toscano; sono di questo periodo le grandi opere Peste a Lucca, Benedizione dei morti del mare e Volto Santo. Proprio in questo periodo lo scultore Leonardo Bistolfi, rimasto colpito dal suo grande talento, organizza per Viani una mostra personale a Milano nel novembre del 1915: una rassegna che rappresenta sicuramente il punto più alto raggiunto dall'artista viareggino con le oltre 600 opere esposte.

1915-1918
Ma la guerra è alle porte e se da una parte Viani visse la guerra coloniale come un enorme sopruso, al contrario lo scoppio della prima guerra mondiale lo vede fervido interventista. Partito volontario combatte sul Carso e sull'altopiano di Asiago: tutta la tragica vicenda della guerra con le sue distruzioni e i suoi orrori le ritroviamo oggi nelle immagini e nelle pagine di un diario, pubblicato postumo, che Viani riesce a comporre nonostante le difficoltà del periodo (Il Romito di Aquileia, Sarzana, 1964).

1918-1930
Viani torna a Viareggio nel dicembre del 1918. Nel marzo del 1919 sposa la maestra Giulia Giorgetti, si trasferisce a Montecatini, sede d'insegnamento della moglie, e riprende il lavoro a ritmo serrato tanto da partecipare, tra il 1921 e il 1922, a due esposizioni di grande importanza come la I Quadriennale Romana e la XIII Biennale Veneziana. Tale periodo montecatinese, compresa la breve dimora a Giustagnana nel 1920 dove dipinge la bellissima serie dei paesaggi apuani, è dunque caratterizzato da una intensa attività artistica oltreché letteraria. E' a Montecatini che Viani infatti inizia la sua carriera di scrittore, componendo "Ceccardo" (1921), gli "Ubriachi" e "Giovannin senza paura" (1922). Dal punto di vista figurativo, è di questo periodo la notevole serie degli "Scolaretti".
Nel luglio del 1923 Viani torna a Viareggio cominciando a scrivere uno dei suoi libro più famosi, "Parigi", pubblicato nel 1925. L'anno seguente si trasferisce a Fossa dell'Abate dove dimora ininterrottamente fino al 1930. In questo periodo dipinge il ciclo della "Collezione di Parigi", nella quale rievoca i personaggi della sua esperienza parigina e progetta, in collaborazione con Domenico Rambelli, il Monumento ai caduti di Viareggio. Continua a scrivere, soprattutto articoli per il "Corriere della sera", "L'Illustrazione italiana" e "L'Illustrazione toscana". Tra questi articoli alcuni sono dedicati al suo antico maestro Giovanni Fattori e nascono opere come Georgica e Velieri.

1930-1936
Alla fine del 1930 la famiglia Viani lascia Fossa dell'Abate e si stabilisce a Viareggio dove dimorerà fino al 1934. Nonostante l'asma sempre più insistente questo è ancora un periodo fecondo nella sua carriera: scrive i suoi libri più famosi, "Il figlio del pastore" (1930), "Barba e capelli" (1932) e "Il Bava" (1932) e ottiene una personale alla XVII Biennale di Venezia. Nel 1933 Viani si trasferisce nuovamente a Fossa dell'Abate aprendo nel suo studio una mostra permanente. Sono gli ultimi anni di vita dell'artista e gli incarichi che si susseguono sono sempre più prestigiosi. Nascono i due grandi pannelli per l'atrio della stazione di Viareggio. Alla fine del 1933 le sue condizioni di salute sono in continuo peggioramento e l'artista è nuovamente costretto ad allontanarsi da casa. Si ritira a Nozzano dove ha la possibilità di conoscere e visitare frequentemente il manicomio di Maggiano. Senza alcuna sosta il pittore disegna e dipinge il dramma degli internati: opere che andranno esposte nella memorabile personale tenuta a Viareggio nel 1934.
L'ultima imponente commissione gli viene affidata il 6 ottobre 1936 per affrescare il Collegio "IV Novembre" degli Orfani dei marinai di Ostia. Viani vi lavora in modo instancabile per venti giorni: affreschi che traducono in una sintesi definitiva e suprema la somma della sua poetica.
Sorpreso da un violento attacco d'asma mentre è intento a ultimare l'opera commissionatigli, Lorenzo Viani muore a Ostia il 2 novembre 1936.