La biografia di Ipoustéguy
Ipoustéguy. Eros + Thanatos
Ipoustéguy
Jean Robert (detto Ipoustéguy, dal cognome materno) nasce a Dun-sur-Meuse
(Francia) il 6 gennaio del 1920. Trasferitosi nella capitale con la famiglia,
nel 1938 si iscrive ai corsi serali istituiti dalla città di Parigi. È il professore
Robert Lesbounit a fargli scoprire i maestri della letteratura francese, il Louvre,
dove incontra le grandi sculture classiche ma anche Rodin, mentre il gallerista
Rosemberg lo introduce al lavoro di Picasso. Nel 1939, durante l'armistizio, è
mobilitato a Dijion e soggiorna al campo giovanile di Chartrousette, nel
convento de La Grande Chertreuse di Isère, realizzando la sua prima grande
scultura in terra cruda e pietra (Pietà), benché in quel periodo sia più interessato
al disegno. Rientra a Parigi nel 1941, riprendendo i corsi serali di Lesbounit,
ma per fuggire al S.T.O. (il servizio di lavoro obbligatorio imposto dai
nazisti), parte clandestinamente per il Sud-Ovest del paese e si fa assumere
come manovale in una base militare a Bourdeaux (questo periodo è sintetizzato
nell'opera Discours sur Mistra, 1966).
Nel 1946 beneficia di un rinvio militare e Lesbounit ne approfitta per
iscriverlo al Concours Général, dove vince il primo premio nella sezione del
disegno. Nel 1947 incomincia a dedicarsi alla scultura e nel frattempo, per
mantenersi, insegna disegno alla scuola d'Issy-les-Moulineaux.
Nel 1948 l'artista si stabilisce nell'atelier di ceramica Le Noble, a Choisy-le-Roi,
dove vive e lavora fino alla morte. Qui nascono le prime sculture sul principio
della fusione di materiali differenti, in particolare il gesso e il cemento.
Nel 1951 partecipa alla prima mostra collettiva, insieme agli allievi del prof.
Lesbounit, cui seguono il “salon” dei Jeune sculpture e dei Réalistés nouvelles.
Il celebre mercante Kahnweiler si interessa al suo lavoro e per tutto il 1952 Ipoustéguy
gli presenta disegni e gouaches di sapore quasi astratto. Di questo periodo è
lo studio dell'opera dello scultore inglese Henry Moore.
Nel 1953 firma la sua prima scultura importante, Croiseur Aurore. Nel 1958 con
Casque fendu, afferma d'aver “distrutto l'uomo di Brancusi”, come gesto
simbolico di rottura con l'astrazione. Un anno più tardi viene riconosciuto
ufficialmente scultore e il suo nome è inserito in due enciclopedie della
scultura contemporanea.
Nel 1962, contattato dalla Galerie Bernard di Parigi, organizza la sua prima
mostra personale; la collaborazione continua fino al 1982. Lo stesso anno
lascia l'insegnamento e parte per un viaggio in Grecia, da cui torna con nuovi
progetti e un più attento studio della figura umana, che sarà poi rappresentato
da uno dei suoi capolavori, Homme passant la porte. Nel 1964 è presente con una
sala personale alla XXXII Biennale di Venezia. Inizia la collaborazione con lo
studio Nicoli di Carrara, dove torna a lavorare periodicamente per una decina di
anni. Dalla scoperta del marmo deriverà un nuovo potente periodo espressivo che
comincia con Agonie de la mère, del 1967, e con la straordinaria istallazione Mort
du père, ora al Museo Victoria di Melbourne (Australia).
Nel 1968 Luigi Carluccio presenta una personale alla Galleria Galatea di
Torino, cui seguono nel 1971, con presentazione di Franco Solmi, le personali
alla Galleria Forni di Bologna, al Gabbiano di Roma e al Centro d'arte di
Palermo. Sono le uniche personali che l'artista farà in Italia, mentre diverse
saranno le partecipazioni a progetti collettivi.
Nel 1971, all'età di dieci anni, muore la figlia Céline. Questo dramma
famigliare è fermato nell'opera Scène comique de la vie moderne (1976). Nel
1975 allo scultore è richiesto di celebrare la memoria di John Neumann, primo
ecclesiastico statunitense canonizzato, con una scultura in cui unirà marmo e
bronzo. L'opera, rifiutata dalla committenza è stata donata dall'autore alla
sua città natale. Stessa sorte capita nel 1977 alla scultura Val de Grâce,
commissionata dalle autorità militari francesi e poi respinta, tuttavia
istallata all'interno di una struttura ospedaliera sette anni dopo. Nel medesimo
anno gli viene assegnato il Grand Prix National des Art et Lettres dal Ministro
della Cultura e dell'Ambiente francese, Michel d'Ornano.
Del 1978 è la prima retrospettiva, organizzata da Michel Tronche a Parigi. Nel
1979 una grande mostra è organizzata dalla Kunsthalle di Berlino, diretta da Diter
Ruckhaberle. Per l'occasione la città di Berlino gli commissiona un'opera per
il Centro congressi, L'homme costruit sa ville, la scultura più grande del XX
secolo.
Negli anni Ottanta il tema della figura femminile diventa uno dei suoi
preferiti. Nel 1982 Discours sous Mistra è posizionato in un luogo pubblico, a Chambéry-le-Huat,
nel liceo cittadino. Lo stesso anno, Parigi gli dedica una retrospettiva al Musée
d'art moderne, e l'Ambasciata di Francia a Washington installa l'opera À
lumière de chacun per celebrare il bicentenario dell'indipendenza degli Stati
Uniti.
Nella seconda metà degli anni Ottanta, Ipoustéguy inizia a lavorare a una
poetica delle piccole cose: i frutti, le nature morte compaiono in composizioni
che tengono conto anche del linguaggio astratto. Nel 1988 è insignito della
Medaglia dell'Académie d'architecture e, su invito del presidente Mitterand,
realizza un monumento dedicato al poeta Rimbaud, collocato in piazza Teilhard-de-Chardin
(XI Arrondissement) a Parigi. Nel 1989, invece, in omaggio del bicentenario
della Rivoluzione francese, realizza una grande opera ( À la santè de la
révolution) per il distretto di Bagnolet, alle porte della capitale.
Ancora la Kunstahalle di Berlino, nel 1992, organizza una retrospettiva. Nel
1998 è la volta di una grande mostra a Bar-le-Duc, e nel 1999 a Chelsea, in
Inghilterra, organizzata dalla Società reale britannica degli scultori.
Nel 2001 esce il catalogo ragionato dell'opera dello scultore, che raccoglie
612 opere, dal 1938 al 2000. Gli ultimi anni, trascorsi nel ritiro di Doulcon (Meuse),
sono dedicati soprattutto alla scrittura.
Ipoustéguy muore nel febbraio 2006.