Antoni Gaudí y Cornet
di Roberto De Santis
"Occorre combinare gli elementi
sporgenti con quelli rientranti,
in modo che a ciascun elemento
convesso, cioè situato in luce piena,
ne venga opposto uno concavo, ossia un'ombra"
Antoni Gaudí
Il 2002 è l'anno di Gaudí. Barcellona celebra, a 150 anni dalla nascita, la figura del maestro catalano organizzando decine di mostre, convegni, pubblicazioni, cerimonie pubbliche e spettacoli di danza e di teatro, visite guidate aprendo per la prima volta ai turisti Casa Battlò.
Apprezzato da Le Corbusier che lo ha definito come "colui che possiede la maggior forza architettonica tra gli uomini della sua generazione", Gaudí, le cui opere sono state realizzate quasi esclusivamente a Barcellona, fu il maggiore rappresentante del Modernismo catalano, la variante spagnola dello Jugendstil.
L'architetto spagnolo (Reus, Tarragona 25 giugno 1852 - Barcellona 1 giugno 1926), di famiglia artigiana, studia alla Scuola Superiore di Architettura di Barcellona, dove si diploma nel 1878, ma nella sua formazione sono in particolare presenti suggestioni del nazionalismo catalano, del preraffaellismo inglese, del gotico filtrato da Viollet-le-Duc, riassunte in una sorta di misticismo religioso e naturalista.
Antonio Gaudí y Cornet
Casa Battlò
Barcellona, rifacimento 1905-1907
Nel 1882 Gaudí conosce l’industriale Güell y Bacigalupi che ne intuisce il talento e ne diventa il mecenate; nel 1883 ha la direzione dei lavori del tempio votivo della Sagrada Familia, che lo assorbiranno fino alla morte in un impegno sempre più esclusivo. La sua prima opera di vasta risonanza è Casa Vicens (1878-80) a Barcellona, con influssi dell’arte mudéjar; dal 1885 realizza, per il suo mecenate, il palazzo Güell (1885-89), la chiesa per la colonia Güell (1898 -1915), il parco Güell (1900-14), quest’ultimo in assoluto uno dei suoi capolavori; mentre Casa Battlò (1905-07) e Casa Milà (1905-10) sono interpretazioni straordinariamente anticonvenzionali del tema della casa ad appartamenti.
Antonio Gaudí y Cornet
Casa Milà
Barcellona, 1906-1910
Sono una ventina le mostre destinate a celebrare, per tutto il corso del 2002, la figura di Gaudí, la sua opera di architetto e designer, il rapporto complesso con città, committenti, colleghi progettisti e artisti a lui contemporanei. La più vasta è "L’universo di Gaudí", che si inaugurerà il 30 maggio presso il Centro de Cultura Contemporània de Barcelona (fino all’8 settembre, poi, sino a novembre, al Centro de Arte Reina Sofía di Madrid), dedicata alle fonti di ispirazioni e al contesto culturale in cui la sua opera si è sviluppata (da Ruskin ai pre-raffaelliti, da William Morris e l’Arts and Crafts al Simbolismo), e alle successive influenze che questa ha prodotto, dal Surrealismo all’Espressionismo fino al Razionalismo, su personaggi come Dalí, Man Ray, Brassaï e Le Corbusier. Sono già in corso, invece, "Gaudí. Esperienze, spazio, geometria, struttura e costruzione" (fino al 27 settembre) incentrata sulle innovative tecniche costruttive adottate nelle sue opere, e "Gaudí e Verdaguer: tradizione e modernità a Barcellona tra i due secoli (1878-1912)" (fino al 9 giugno), entrambe al Museu d’Historia de la Ciutat; "París-Barcelona. Da Gaudí a Miró" (fino al 5 maggio, al Museu Picasso) dedicata agli stretti rapporti intercorsi tra le due città nel periodo compreso fra l’Esposizione Universale di Barcellona del 1888 e quella parigina del 1937; "Gaudí e il Parc Güell. Architettura e natura", fino al 31 dicembre presso il Parc Güell e "Vita in una casa di città: Eusebi Güell e Antoni Gaudí, due uomini e un progetto", fino al 31 dicembre al Palau Güell; e, infine, presso la Casa-museu Castell Gala-Dalí de Púbol a Girona, "Dalí e Gaudí. La rivoluzione nel senso di originalità" (fino al 31 dicembre 2002).
Sono inoltre previste per i prossimi mesi " Gaudí. Arte e design" (17 giugno-24 settembre, alla Fundació Caixa Catalunya), con la presentazione di oggetti e particolari decorativi prodotti a corollario dei suoi progetti architettonici, tra cui porte, maniglie, ringhiere in ferro battuto e vetrate; "Gaudí e il suo atelier" (10 giugno-31 dicembre, Museu del Temple de la Sagrada Familia); "Pittori e scultori amici di Gaudí" (28 maggio-29 settembre, Fundación Francisco Godia); "Joan Miró. Gaudí Series" (24 maggio-1 settembre, Fundació Joan Miró). Oltre a poter visitare alcuni degli interni delle residenze private di norma non accessibili al pubblico, nell’ambito delle celebrazioni saranno organizzati itinerari e visite guidate in città, dal Colegio delle Teresiane (1880) al Parc Güell nelle zone periferiche dell’"ensanche", l’espansione ottocentesca di Barcellona, fino ai più centrali lampioni di Plaça Reial (la prima opera realizzata per la Municipalidad di Barcellona), nel nucleo storico della città. Culmine dell’intero programma sarà il 1° giugno, data della Festa Gaudí: accesso gratuito a tutti gli edifici progettati dall’architetto, e una nuova illuminazione per la Sagrada Familia.
L'insegnamento di Gaudí è nella sua aspirazione ad esprimersi oltre il convenzionale e il procedimento consolidato, anticipando soluzioni architettoniche e figurative ancora attuali. Egli affronta la questione nodale del dibattito architettonico tra natura e artificio attraverso lo spiccato senso dell'uso dei materiali, l'intuizione di alcuni princìpi morfologico-costruttivi: l'arco parabolico, che risolve la statica stereometria in una conformazione organica, l'applicazione di motivi zoomorfici, arborescenti, fiabeschi, di animali primitivi o simboli mistici esprimono anticipazioni di molte tendenze dell'arte moderna e del design.
Artista isolato e solitario, Gaudí si pone come tramite tra esperienze estetiche e strutturali del passato e le possibilità tecniche ed espressive della architettura moderna: se infatti le sue prime opere risentono dell’influenza di Viollet-le-Duc e si rifanno alla tradizione culturale del passato, le opere successive denotano una decantazione dei motivi stilistici del passato in favore di una espressività autonoma e originalissima, caratterizzata dalla capacità di sovrapporre un ordito decorativo a una struttura rigorosa che utilizza arditamente le possibilità offerte dalla tecnica moderna. L’opera più significativa di Gaudí, pur essendo rimasta incompiuta, è Sagrada Familia a Barcellona, commissionatagli dall’Associación Espiritual de Devotos de San José, in cui più profondo si avverte il distaccarsi dell’artista dalla tradizione storica in favore di una invenzione formale estremamente libera e fantastica. Era stata occasione della "folgorazione" mistica e del suo avvicinamento alla religione cattolica: motivo per cui si vuole procedere, dal 1999, primo architetto nella storia, alla beatificazione, su iniziativa dell’arcivescovo di Barcellona, il cardinale Ricard Maria Carles Gordò, cattolico nazionalista. Le sue spoglie sono conservate, per concessione papale, nella cripta della Sagrada Familia.
A lungo sottovalutato dalla critica ufficiale, che solo di recente ne ha riconosciuto la grandezza, Gaudí era molto richiesto ed apprezzato dalla borghesia catalana del tempo.
Visse gli ultimi anni della sua vita all'interno del cantiere senza fine della sua Sagrada Familia, conducendo una vita quasi da barbone. Quando morì, travolto da un tram, riconosciuto solo dopo alcuni giorni, il suo funerale, seguito da migliaia di persone, commosse l'intera Barcellona, consacrandolo "l'architetto di Dio".