Biografie

La biografia di Giovanni Baronzio
Giovanni Baronzio e la pittura a Rimini nel Trecento
La scuola artistica riminese del Trecento

Giovanni Baronzio

Giovanni Baronzio è fra i protagonisti della grande scuola pittorica riminese del Trecento. Nonostante siano poche le notizie fornite dai documenti contemporanei, si ritiene che l'arco cronologico della sua attività artistica si sviluppasse verosimilmente tra gli anni venti e gli anni cinquanta del Trecento.
La sua produzione giovanile presenta affinità con quella di un altro suo collega, Pietro da Rimini (di cui si hanno notizie dal 1324 al 1338), ma emergono già i caratteri tipici di Baronzio: il riferimento ai modelli di Giotto; una spiccata capacità nel raccontare per immagini gli episodi sacri; un accentuato gusto per la decorazione, evidente non solo nel compiacimento con cui descrive dettagli delle architetture o dei personaggi (vesti, armature, etc.) ma anche nella realizzazione dei fondi oro finemente incisi.
L'influsso di Giotto, che lavorò per Rimini, è evidente nei pittori riminesi della prima generazione, ma in Baronzio questa attenzione sembra essere più ampia e approfondita e perdurare in sue opere degli anni quaranta: dimostra in particolare la conoscenza del ciclo della Cappella degli Scrovegni a Padova, forse vista direttamente o nota attraverso la circolazione di disegni.
Del 22 dicembre 1343 è uno dei pochi documenti noti dell'artista. Baronzio è testimone all'atto con cui l'Ospedale di Santo Spirito di Rimini rinnova la concessione di un terreno a un tale Francesco, della contrada di Sant'Agnese: “Iohanne Baroncio pictore” era in compagnia di “domino Forano”, canonico di Cesena, e di “magistro Iohanne de Florentia”, medico. Circostanza, questa, che è indicativa non solo del buon grado di affermazione sociale del pittore, il cui fratello era un notaio, ma che può illuminare anche sull'età matura del pittore.
Tra le principali opere di destinazione pubblica sono il dossale per la chiesa francescana di Villa Verucchio, databile al 1330 circa; quello con Storie del Battista, databile fra il 1330 e il 1340. Intorno al 1340 venne incaricato per la pala dell'altare maggiore di Santa Colomba, l'antica cattedrale di Rimini. Punto di riferimento per la sua biografia è il 1345, anno in cui firma e data il polittico conservato nella Galleria Nazionale delle Marche a Urbino, proveniente dal convento francescano di Macerata Feltria.
Un altro documento, databile entro il 1362, informa che Baronzio, residente nella detta contrada di Sant'Agnese, era già morto così come il fratello Deutacomando e il figlio Comando. La loro sepoltura è indicata nel cimitero della chiesa di San Francesco (nel ‘400 trasformata da Leon Battista Alberti nel celeberrimo Tempio Malatestiano). E' uno dei principali centri religiosi della città anche per i legami di carattere politico con la Signoria dei Malatesta: Giotto venne incaricato di dipingere la grande croce pensile che ancora vi si conserva. Non è un caso che Baronzio vi trovasse sepoltura, a confermare un particolare legame con il potente ordine francescano.
 
Giovanni Baronzio e la pittura a Rimini nel Trecento
Roma, Galleria Nazionale d'Arte Antica in Palazzo Barberini
13 marzo - 18 maggio 2008