Giuseppe Abbati
(Napoli, 1836 - Firenze, 1868)
Figlio del pittore Vincenzo, seguì la famiglia prima a Firenze nel 1842 e poi a Venezia dal 1846 al 1858, dove formò la propria cultura artistica sia sotto la guida del padre sia frequentando dal 1850 l'Accademia di Belle Arti con i maestri Grigoletti e Bagnara; qui conobbe i pittori Vito D'Ancona e Telemaco Signorini.
Nel 1858 la famiglia Abbati si spostò nuovamente a Napoli, dove l'anno dopo
Giuseppe espose alla mostra del Reale Museo Borbonico il dipinto La Cappella
di San Tommaso d'Aquino in San Domenico Maggiore e conosce i pittori
Bernardo Celentano e Domenico Morelli.
Nel 1860 si unì alla Spedizione dei Mille e perde un occhio nella battaglia del
Volturno. Alla fine di quell'anno si trasferì a Firenze, frequentando il
ritrovo artistico del Caffè Michelangelo insieme con i pittori Telemaco
Signorini, Vincenzo Cabianca, Odoardo Borrani, Vito D'Ancona, Serafino De
Tivoli e il critico, collezionista e mecenate Diego Martelli.
Il 1861 fu l'anno de Il chiostro di santa Croce.
Nel 1863 alle Promotrici di Torino e di Firenze espose dipinti eseguiti en
plein air: Dintorni di Firenze, L'ora del riposo, Arno
presso Firenze, Motivo presso Castiglioncello, Ulivi del Monte
alle Croci.
Nel 1864 presentò a Brera Il lattaio di Piagentina.
Partecipò nel 1866 alla III Guerra di Indipendenza, arruolandosi volontario
bersagliere; venne fatto prigioniero nella battaglia di Custoza e internato in
Croazia.
Rientrato a Firenze nel dicembre del 1866, si trasferì nella tenuta di Diego
Martelli a Castelnuovo della Misericordia.
Morso dal proprio cane il 13 dicembre 1867, morì due mesi dopo di idrofobia
all'Ospedale di Firenze.