Tipologia a corte, "a vanelle", a patii nell’architettura contemporanea.
Alvaro Siza all’Istituto Italiano degli Studi Filosofici
di Francesco Iovanna
Un progetto, il museo di Arte Moderna della città di Porto di Alvaro Siza, come un’insula di fabbricati di un vecchio centro storico con tante " vanelle ", con dentro incastrato un auditorium completamente immerso, con la caratteristica dell’insula cioè di corpi pubblici assiali con aggregazioni totalmente casuali, apparentemente casuali.
Appare del tutto afunzionale, molto diviso e i percorsi chiusi, corridoi monotoni e banali tutti all’insegna di una non volontà di un disegno chiaro ed unitario.
Si avverte, però, una cura continua, una sequenza di particolari dettati non da necessità bensì da richiami a possibilità di antiche stratificazioni del tutto prive di intenzionalità architettoniche.
Ecco ciò che domina il progetto di Alvaro Siza, l’assoluta non intenzionalità di fare un’opera architettonica.
I moltissimi schizzi di spazi interni ed esterni, dei particolari, del tutto, apparentemente normalissimi, banali, modesti, non appariscenti dimostrano la padronanza, la conduzione sentita, la semplicità che magari non affascina, ma incuriosisce e preme, interessa, coinvolge. Anche nella scuola di Drago a Cadice del 1992 di Alberto Campo Baeza, nella casa Garcia Marcos a Valdemoro , Madrid 1991 dello stesso.
La piazza del Duomo di Almena del 1978 appare come un grosso patio alberato si tratta di strutture architettoniche protese a captare spazi ad inglobarli chiudendosi a volte all’esterno e vivendo una "interiorità abitativa" cautelata e protetta, piena di luce e di ombre diagonali. Invasi di precise bianche geometrie.
Anche nei più giovani Mansilla & Tunon ricompare l’attitudine al piccolo spazio chiuso, avvolgente ad alta taratura d’intensità umana.
Eccessivo l’esterno indefinito, invaso dal sole, spinge al doppio movimento del corpo di fabbrica che si protende ed abbraccia porzioni silenziose di spazi.
E’ un tema interessante che vale la pena di affrontare, la tipologia è spiccatamente figlia di un luogo, di una condizione, di un atteggiamento culturale ed umano. Riemerge spontanea, naturalmente è condizione poetica.