Architettura

Ricordando Ignazio Gardella
Conversazione con Jacopo Gardella

di Ivana Riggi

Vorrei sintetizzare alcune delle riflessioni riportate da Ignazio Gardella nel saggio: “Gli ultimi cinquant'anni dell'architettura italiana. Riflessi nell'occhio di un architetto.”*

Quando le scrisse aveva ottant'anni e rimasero inedite per un po'.

Ogni volta che scrivo o parlo (in pubblico) di architettura, mi domando a che cosa e a chi serve il mio scrivere e parlare.(…) Con questo non voglio negare la necessità, che anzi ho sempre affermato, di studiare e conoscere i mezzi, gli strumenti tecnici e culturali, e i meccanismi che permettono di funzionare alla “macchina” dell'architettura e che sono per essa sostanziali (nel senso etimologico della parola ossia “substanti”, che stanno sotto). Ma il significato essenziale dell'architettura, come quello della musica, della poesia o, per fare un riferimento letterario, quello del misterioso <<gioco delle parole di vetro>> nell'omonimo libro di Hermann Hesse, è un significato che non si riesce a contenere nei confini di una definizione. Si arriva a capirlo solo scavando dentro e fuori di noi, nel rapporto con uomini e cose, con la realtà che li circonda come sintesi (da farsi nel proprio personale laboratorio) di una complessa molteplicità di tesi ed antitesi.(…)

Ampliamento università Bocconi a Milano,1999 - 2000: Ignazio Gardella, F. Nonis e G. Peia - Immagine dell' Archivio Storico Gardella ©, Milano

Ampliamento università Bocconi a Milano,1999 - 2000: Ignazio Gardella, F. Nonis e G. Peia - Immagine dell' Archivio Storico Gardella ©, Milano

Casa al Parco a Milano, 1947 - 1948: Ignazio Gardella e L. Ghiringhelli - Immagine dell'Archivio Storico Gardella, Milano

Casa per impiegati Borsalino ad Alessandria, 1948 - 1952: Ignazio Gardella - Immagine dell'Archivio Storico Gardella ©, Milano

Condominio di v. Marchiondi a Milano, 1949 - 1953: Ignazio Gardella, Roberto Menghi e Anna Castelli Ferrieri - Immagine dell'Archivio Storico Gardella ©, Milano


Supermercati Esselunga a Corsico, 1993: Ignazio Gardella, Jacopo Gardella e F: Nonis - Immagine dell'Archivio Storico Gardella ©, Milano

PAC a Milano, 1947 - 1954: Ignazio Gardella -  Immagine dell'Archivio Storico Gardella ©, Milano

PAC a Milano, 1947 - 1954: Ignazio Gardella -  Immagine dell'Archivio Storico Gardella ©, Milano

Ricostruzione del PAC a Milano, 1996:Ignazio e Jacopo Gardella - Immagine dell'Archivio Storico Gardella ©, Milano

Ricostruzione del PAC a Milano, 1996:Ignazio e Jacopo Gardella - Immagine dell'Archivio Storico Gardella ©, Milano


Quartiere Mangiagalli a  Milano, 1950 - 1952: Ignazio Gardella e Franco Albini- Immagine dell'Archivio Storico Gardella ©, Milano

Uffici Alfa Romeo ad Arese, 1968-1974: Ignazio Gardella con Anna Castelli Ferrieri e Jacopo Gardella - Immagine dell'Archivio Storico Gardella ©, Milano

Cappella altare dei Caduti di Varinella, 1936: Ignazio Gardella - Immagine dell'Archivio Storico Gardella ©, Milano

Casa alle Zattere a Venezia, 1953-1958: Ignazio Gardella - Immagine dell'Archivio Storico Gardella ©, Milano

Chiesa S. Enrico a San Donato, 1961 - 1965: Ignazio Gardella - Immagine dell'Archivio Storico Gardella ©, Milano


Dispensario antitubercolare ad Alessandria,1934 - 1938: Ignazio Gardella con L. Martini; ristrutturato nel 1996 con Jacopo Gardella  - Immagine dell'Archivio Storico Gardella ©, Milano

Facoltà di Architettura a Genova, 1975 - 1989: Ignazio Gardella e Mario Valle Engineering - Immagine dell'Archivio Storico Gardella ©, Milano

Palazzo di Giustizia a La Spezia,1963 - 1964: Ignazio Gardella, E. Vugi e Mario Valle Engineering - Immagine dell'Archivio Storico Gardella, Milano

Stazione di Lambrate a Milano, 1983 - 1999: Ignazio Gardella con Jacopo Gardella e Mario Valle Engineering - Immagine dell'Archivio Storico Gardella ©, Milano

Villa Balletti a Lesa, 1951 - 1953: Ignazio Gardella, - Immagine dell'Archivio Storico Gardella ©, Milano

Progettare nell'oggi vuol dire rendersi conto che <<le due dimensioni del tempo non presente (il passato e il futuro) sono unite da una segreta parentela, di cui il presente è un anello>>. Perché un'architettura di oggi assuma questo suo valore di anello, occorre che ci sia in essa la cosciente “presenza del passato”, nella prospettiva del futuro. Cosciente perché la memoria è e deve essere un atto critico. Come dice Machiavelli: <<il tempo si caccia innanzi ogni cosa e può condurre seco bene come male e male come bene>>: tocca a noi scegliere.(…)

* “Ignazio Gardella nell'architettura italiana. Opere 1929-1999” - Stefano Guidarini, ed. Skira 2002
Ho scelto.


Ignazio Gardella nacque nel 1905 a Milano. Appartenne ad una famiglia di architetti e ingegneri, il cui capostipite era il bisnonno Jacopo. Concluso il liceo classico si iscrisse alla Facoltà di Ingegneria del Politecnico di Milano, laureandosi nel 1928; alla fine degli anni ‘40 conseguì pure la laurea in architettura allo IUAV di Venezia. Già da studente universitario si interessò alle vicende del movimento moderno europeo; i suoi più cari amici furono: Franco Albini, Enrico Peressutti, Ernesto Nathan Rogers, Gian Luigi Banfi, Giovanni Romano, Lodovico Belgiojoso, tutti studenti di architettura. La sua attività professionale iniziò nello studio del padre e, alla morte di questi, continuò in maniera indipendente.
Tra gli inizi e la fine degli anni Trenta, mentre la sua operosità fioriva tra Milano e Alessandria, decise di intraprendere dei viaggi per entrare a diretto contatto con l'architettura moderna europea. Visitò Norimberga, Monaco, Düsseldorf, Francoforte ed i paesi scandinavi, conoscendo Alvar Aalto, Gunner Asplund e Sven Markelius.
Di questo periodo rammentiamo: il Dispensario antitubercolare di Alessandria (1934-38); il Concorso per il Teatro e la Casa Littoria a Oleggio (No) (1934 con L. Vietti, secondo premio); la partecipazione alla VI Triennale di Milano-Mostra dell'abitazione (1936), insieme ad Albini, Camus, Clausetti, Mazzoleni, Minoletti, Mucchi, Palanti e Romano; il Concorso per il Mercato del bestiame di Alessandria (1938), che vinse il primo premio.
Poi la guerra. L'attività professionale rallentò ma lo studio a Milano venne mantenuto: per l'architetto quarantenne il momento critico divenne occasione per portare avanti importanti ricerche in ambito urbanistico ed architettonico. Vennero elaborati il Piano A.R. di Milano (1943) e partecipò al M.S.A. (Movimento di Studi per l'Architettura, 1945).
Finito il conflitto mondiale, Gardella fu uno dei protagonisti nel dibattito culturale sulla ricostruzione del Paese. Al 1948-52 risale il progetto per la Casa per impiegati Borsalino ad Alessandria; al 1947-1954 Il Padiglione d'Arte Contemporanea (PAC) della Galleria d'Arte Moderna a Milano, ricostruito nel 1996 insieme al figlio Jacopo in seguito all'attentato del 1993 che lo aveva distrutto; al 1953-58 il Condominio Cicogna detto “Casa alle Zattere” a Venezia.
Tra gli anni Sessanta e Settanta l'attività professionale di Ignazio Gardella fu adeguatamente presentata nelle maggiori riviste internazionali. Fu il periodo degli Stabilimenti e Uffici Kartell (oggi museo) a Milano (1966-1976); dell'inizio del Palazzo di Giustizia a La Spezia (1963-1995); del Progetto di un quartiere residenziale per la SNAM a Metanopoli (S. Donato M.) (1961-1963); del Complesso residenziale al Porto di Punta Ala (1962-66); della Mensa e servizi per la Tecnitub a Podenzano (Pc) (1964-67, con A. Castelli Ferrieri); dello Studio per il Centro Laboratori Olivetti a Ivrea (1968-70); degli Uffici Tecnici Alfa Romeo ad Arese (Mi) (1968-1974, con A. Castelli Ferrieri e J. Gardella).
Dagli anni Settanta in poi cito: la Facoltà di Architettura di Genova (1975-1989); la Ricostruzione del Teatro Carlo Felice a Genova (1981-1990) con Aldo Rossi e Fabio Reinhart; la Stazione ferroviaria di Lambrate a Milano (1983-1999) con il figlio Jacopo; i  Progetti per la sistemazione di Piazza Duomo a Milano (1988); i Supermercati Esselunga a Parma e Castellanza (1988); a Brescia, Saronno, Milano e Vimercate (1989); al Pioltello (1990); a Bollate, Sarezzo, Buccinasco, Sassuolo, Varedo (1991); a Pavia (1992); a Corsico (1993); a Olgiate Olona (1994); a Milano (1995); a Solaro e Giussano (1996); l'Ampliamento dell'Università Luigi Bocconi a Milano (1990-2000), con Jacopo Gardella.
Ignazio Gardella fu pure intraprendente designer e nel 1947 fondò, insieme a Luigi Caccia Dominioni e Corrado Corradi Dall'Acqua, la ditta Azucena che produsse oggetti e mobili fino al 1970. Ne ricordo alcuni: la Libreria Sovrapponibile (1948); il Tavolo alzabile con vassoio (1949); la lampada Coppa aperta (1954); la poltrona e il divano Lido (1966); il letto Firenze (1969).
Va ricordata anche l'attività didattica. Dal 1949 al 1975 insegnò all'Istituto Universitario di Architettura di Venezia, invitato dall'allora preside Giuseppe Samonà. Un'importante iniziativa di quegli anni, all'interno della Facoltà, fu l'organizzazione della scuola internazionale estiva del CIAM, fondata nel 1952 insieme al Samonà, Rogers e Albini. Come è noto ciò permise un'importantissima sinergia con i giovani architetti stranieri.
Nel 1986 fu Visiting Professor alla Harvard Graduate School of Design, invitato da Rafael Moneo.
Tra i più noti riconoscimenti pubblici: il Premio Olivetti per l'Architettura (1955); la  Medaglia d'oro del Presidente della Repubblica ai benemeriti della Scuola, della Cultura e dell'Arte (1977); il Premio Fiuggi (1988); la Presidenza all'Accademia Nazionale di San Luca (1989-1990); il Leone d'oro alla carriera alla Biennale di Venezia (1996).
Morì nel 1999.


Architetto Gardella, coma ricorda suo padre?
Severo ma comprensivo, colto ma non pedante, innovatore e sperimentatore ma sempre nel rispetto della tradizione.

Nel periodo universitario al Politecnico di Milano i più cari amici di Ignazio Gardella furono Albini, Peressutti, Banfi, Rogers, Romano, Belgiojoso… Era la fine degli anni Venti, che tipo di prospettive offriva l'architettura moderna a quei giovani?
In realtà Ignazio Gardella frequentava la facoltà di ingegneria quindi non aveva stretti rapporti con gli architetti nominati, salvo Albini e Romano, suoi amici anche per il fatto di essere coetanei.
Conobbe e frequentò Peressutti, Banfi, Rogers, Belgiojoso, un po' più giovani di lui, e altri colleghi, dopo la laurea, nel clima di progressiva opposizione culturale all'architettura accademica, sempre più dominante, in quanto strumento di propaganda del nuovo regime fascista.
Anche architetti di valore come Piero Portaluppi, indubbiamente radicati nella tradizione di “sobrietà” costruttiva milanese, tendevano ad essere sedotti dalla retorica dell'architettuta monumentale. Pure il severo De Finetti era guardato con perplessità, soprattutto perché sospettato di mettere il suo rigore di matrice loosiana al servizio dell'architettura passatista.
I giovani progettisti, invece, guardavano all'estero, all'architettura razionalista, in particolare a quella tedesca, cercando nell'opera di Gropius oppure di Le Corbusier, l'ispirazione per un linguaggio architettonico contemporaneo; in questo sforzo di affrancamento progettuale dai retaggi del Beaux-Arts e degli accademici, essi erano in contatto con Figini e Pollini, con Terragni ed il Gruppo 7 di Como, che consideravano come colleghi e compagni di poco più anziani e dei quali guardavano con attenzione i primi lavori.

Da architetto e da uomo come visse la ricostruzione del Paese dopo il conflitto mondiale?
Come molti intellettuali della sua generazione visse la ricostruzione con entusiasmo carico di speranze, nell'aspettativa di una palingenetica ricostruzione sociale e culturale del paese; entusiasmo, tuttavia, progressivamente smorzato dalla constatazione che i valori maturati durante la Resistenza stentavano ad affermarsi.

Menzionando il lavoro di designer di suo padre non si può trascurare Azucena, fondata alla fine degli anni Quaranta, insieme a Luigi Caccia Dominioni e Corrado Corradi Dall'Acqua. Ebbe più una funzione selettiva che produttiva e commerciale, come mai?
In realtà Azucena ebbe un notevole successso commerciale, ottenuto con produzioni di alta qualità ma di piccola serie. Gli oggetti disegnati da Azucena erano quasi tutti pezzi unici, realizzati da laboratori artigianali molto specializzati, ben coordinati e quindi in grado di rispondere prontamente ai singoli ordini e di adattare la produzione alla richiesta che veniva presentata di volta in volta. Una produzione limitata, dunque e selettiva: non perché intenzionalmente rivolta ad una clientela abbiente ma perché orientata a mantenere alta la qualità degli oggetti e degli arredi.

Da docente allo IUAV, aveva viva qualche speciale memoria di cui le raccontava?
Il clima didattico e culturale all'interno della facoltà di architettura di Venezia, fino al '68, era particolarmente vivace ed amichevole; in particolare il rapporto con gli studenti si prolungava oltre gli orari di lezione, fuori dalle aule universitarie e continuava nelle calli e nei campielli della città, per terminare in vivaci tavolate animate da intense discussioni.
Lo IUAV infatti era una scuola, nel senso antico ed alto del termine, non un'istituzione con rigide separazioni dei ruoli; i principali docenti (Samonà, Albini, Zevi, Benevolo, Piccinato, Trincanato, ecc.), accomunati da un analogo orientamento politico-culturale e da una tendenza ideologica condivisa da tutti, offrivano un modello didattico chiaro e propositivo, sia sotto l'aspetto teorico che pratico.

Dagli anni Cinquanta fino alla fine dei suoi giorni rammenta qualche momento di scoraggiamento e/o di entusiasmo in particolare?
Vale la risposta data alla domanda numero tre.

Per concludere e la ringrazio tanto, alla luce delle esperienze trasmesse da suo padre, ci porgerebbe un augurio per il futuro?
L'augurio che faccio, condiviso sicuramente da mio padre, è anche un monito: non seguire le mode superficiali; mantenersi coerenti con i propri principi; non indulgere alle lusinghe di un pubblico incolto e succube di gusti effimeri.
Ignazio Gardella ripeteva spesso che non giova offrire ai giovani formule e problemi già risolti e ricordava che il vero insegnamento consiste nel dare il buon esempio; nell'agire correttamente; nel parlare di fatti concreti: non in senso esclusivamente tecnico ma anche fattivo, cioè nella traduzione di un'idea in un'opera finita.

Milano, 28 dicembre 2009


Jacopo Gardella nasce a Milano il 27 Aprile 1935 e si laurea in architettura presso il Politecnico di Milano nel 1960. Inizia la pratica professionale nello studio del padre Ignazio Gardella, con cui ha collaborato su moltissimi progetti, dalla nuova stazione ferroviaria di Lambrate all'ampliamento dell'università Bocconi di Milano, dalla ricostruzione del PAC (Padiglione d'Arte Contemporanea a Milano) ai supermercati Esselunga, solo per citare alcuni dei progetti più noti.
Partecipa, come assistente universitario, prima ai corsi tenuti da Pier Giacomo Castiglioni e poi a quelli di Aldo Rossi. Viene chiamato come docente a contratto nelle Facoltà di Architettura di Pescara, Milano, Torino, Venezia e Camerino. Dal 2002 al 2009 è incaricato del Laboratorio di Architettura degli Interni I alla Facoltà di Architettura Civile di Milano-Bovisa. Ha collaborato con quotidiani e periodici, attualmente collabora con le pagine milanesi del quotidiano La Repubblica.


Attività universitaria
1966 - 1967 - 1968,  Assistente al corso di DISEGNO I, Prof. Pier Giacomo Castiglioni - Politecnico di Milano 
1968 - 1969 - 1970, Assistente al corso di CARATTERI DISTRIBUTIVI, Prof. Aldo Rossi - Politecnico di Milano 
1984 - 1985 - 1986 - 1987, Docente di CARATTERI TIPOLOGICI DELL'ARCHITETTURA - Università G. D'Annunzio - Chieti 
1987 - 1988, Docente di COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA I - Politecnico di Milano 
1988 - 1989, Docente di PROGETTAZIONE I - Politecnico di Torino 
1989 - 1990 - 1991, Docente di PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA I - Istituto Universitario di Venezia 
1994 - 1995, Docente di COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA II - Politecnico di Milano 
1995 - 1996, Docente di COSTRUZIONE DELL'ARCHITETTURA - Università G. D'Annunzio - Chieti 
1996 - 1997, Docente di CARATTERI TIPOLOGICI E MORFOLOGICI DELL'ARCHITETTURA B - Università degli Studi di Camerino - Facoltà di Architettura di Ascoli Piceno 
1998 - 1999 - 2000, Docente nel LABORATORIO DI PROGETTAZIONE del Prof. Daniele Vitale - Politecnico di Milano 
2002 - 2003 - 2004 - 2005 - 2006 - 2007 - 2008 - 2009, Docente a contratto incaricato del LABORATORIO di ARCHITETTURA DEGLI INTERNI I - Politecnico di Milano - Facoltà di Architettura Civile 


Attività professionale - Cronologia delle principali opere
 1964, Padiglione dell'Italia alla XIII Triennale di Milano (con C. Ajmonino, G. Aulenti, S. Paciello)
1965, Laboratorio artigianale a Valenza Po (AL)
1967, Casa di riposo per anziani "Fondazione Arnaboldi", Pavia
1968, Sezione italiana della XIV Triennale di Milano (con M. Platania)
1971, Restauro e sistemazione della sede "Interbanca", Milano
1973, Edificio per l'Istituto Case Popolari, Zelo Surrigone (Mi) (con E. Borgazzi)
1974, Casa di campagna, Laveno (Va)
1975, Edificio per l'Istituto Case Popolari, Cologno Monzese (Mi)
1976, Mostra "Alberto Savinio", Palazzo Reale di Milano
1977, Scuola materna a Cassina de' Pecchi, Milano (con E. Borgazzi)
1978, Scuola elementare a Crema (Cr) (con E. Borgazzi)
1981 - 1982, Mobili per il Gruppo Industriale Busnelli, Misinto (Mi)
1983, Piano di recupero dell'area Borsalino ad Alessandria (collaboratore di I. Gardella)
1984, Casa di campagna a Manciano, Grosseto
1987, Complesso Agorà  - Negozi, uffici e abitazioni, Alessandria (con I. Gardella)
1988, Centri Commerciali Esselunga a Parma, Castellanza (Va), Brescia (con I. Gardella)
1988-1994, Banca Popolare di Novara - Nuova sede di Gallarate (Va) (con A. Monestiroli)
1991, Palestra fisioterapica per l'Istituto “La Nostra Famiglia", Bosisio Parini (Lc)
Uffici e foresteria per l'Istituto “La Nostra Famiglia", Ponte Lambro (Lc)
1992, Auditorium e scuola speciale per l'Istituto “La Nostra Famiglia", Bosisio Parini (Lc)
1993, Lampade per la ditta Bilumen s.p.a., Milano.
1994, Sistemazione “Collezione Jesi”, Pinacoteca di Brera, Milano
1994-2000, Sala di lettura e servizi collettivi per il Politecnico di Milano (Campus Leonardo da Vinci)
1995, Concorso internazionale di idee per l'ampliamento del Museo del Prado, Madrid (con A. Ciccarini e M. Lanzillotti)
1997, Piano di recupero dell'isolato “Angolo via Vochieri-via Casale e restauro della chiesa di San Giovanni decollato”, Alessandria
Appalto-concorso per la ricostruzione del Teatro "La Fenice" di Venezia (con I. Gardella)
Maniglie per la ditta "Valli e Valli", Milano
Concorso per il Centro visite "Jazzo Gattini e Masseria Radogna", Sede del Parco Regionale della Murgia Materana, Matera (con I. Gardella e A. Ciccarini). Progetto vincitore.
1997 - 1998, Adeguamento e messa a norma del teatro “Gioachino Rossini”, Pesaro (con I. Gardella e A. Ciccarini). Progetto vincitore del concorso omonimo.
1999 - 2000, Restauro del teatro “Gioachino Rossini”, Pesaro (con A. Ciccarini). Progetto vincitore del concorso omonimo.
2000, “Concorso nazionale di idee per la piazza nuova”, Maser (Tv) (con F. Calderazzi) 
2001, Ristrutturazione di un edificio residenziale a Venezia - Giudecca
Ristrutturazione di un edificio residenziale a Silvaplana, Engadina
2002, “Concorso nazionale di progettazione per il recupero e ristrutturazione del complesso ex Filanda Meroni”, Soncino (CR) (con A. Guenzi)
“Concorso per la ristrutturazione dell'Accademia Carrara”, Bergamo (con A. Guenzi)
Ampliamento e ristrutturazione di edificio industriale a Valenza Po (Al)
2003, Intervento edilizio ai sensi della L.R. n. 15 in via Canova, Milano
Ristrutturazione di appartamento in via Brera, Milano
Progetto Periferie - Comune di Milano
2004, Ristrutturazione di edificio ad uso residenziale in Cassina dè Pecchi (Mi)
2005, Concorso di progettazione per un'ulteriore sede della Provincia di Arezzo
Progetto preliminare di complesso ad uso residenziale nel Comune di Arenzano (Ge)
Progetto di idee per la valorizzazione della Costa dei Mazzeri, Oleggio (No)
2006, Progetto preliminare di restauro dell'ex-Convento di San Rocco, ora Museo Archeologico-Etnografico, Oleggio (No)
Progetto definitivo di restauro dell'ex-Cascina Bertotti, futura sede dell'Archivio Comunale, Oleggio (No)
Concorso per progetto preliminare di Scuola Media a Torino, Via Millio n. 42 (con G. Montanari)
2007, Concorso per progetto preliminare per complesso Scuola Elementare e Scuola Media a Lipomo (Co)
Progetto esecutivo di restauro dell'ex-Cascina Bertotti, futura sede dell'Archivio Comunale, Oleggio (No)
Ristrutturazione di edificio residenziale a Camaiore (Lu) e progettazione del verde circostante
2008-09, Progetto definitivo di restauro del Museo Archeologico e della Biblioteca Civica, Oleggio (No)
Ristrutturazione e progetto di arredo di un appartamento in via San Damiano, Milano 

Si ringrazia per la preziosa collaborazione l'Archivio Storico Gardella che ha concesso la pubblicazione delle significative immagini sopra riportate. Riproduzione severamente vietata