La biografia di Renzo Piano
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Renzo Piano Building Workshop. Le città visibili
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Renzo Piano Building Workshop. Le città visibili
Milano - Triennale
Dal 22 maggio al 16 settembre 2007
La Triennale di Milano presenta Renzo Piano Building Workshop. Le città visibili una grande mostra monografica sull'opera di Renzo Piano che aprirà la Festa per l'Architettura - IV edizione. Il sottotitolo della mostra è ispirato dall'opera di Italo
Calvino, uno degli autori che più hanno influenzato la sensibilità
dell'architetto.
La straordinaria valenza urbana della sua architettura è proposta attraverso
disegni originali, progetti e modelli che documentano la produzione di più di quarant'anni
di attività, sullo sfondo delle trasformazioni che hanno segnato il passaggio
dalla città industriale del XX a quella post-industriale del XXI secolo.
I progetti di Renzo Piano possono essere letti come un tentativo di riprendere
e rilanciare la tradizione umanistica della città europea, ridiscutendone i
principi insediativi nell'ambito della cultura contemporanea.
Dal prototipo parigino del Beaubourg alla riconversione torinese del Lingotto,
dalla Cité Internationale di Lione al porto di Genova, alla berlinese Potsdamerplatz,
Renzo Piano ha lavorato alla trasformazione del vecchio modello di città
industriale in quello di città dell'informazione e della cultura. Gli
esperimenti sulle brown areas di Milano e di Sesto San Giovanni, di Lione e di
Parigi, di Harlem a New York, etc. mostrano invece il passaggio dalla città
della produzione a quella degli scambi.
Foto dell'allestimento della mostra svoltasi nel 2006 presso il Los Angeles County Museum of Art
Foto di Francesco Radino
Copyright Francesco Radino
La città di Piano propone un'idea di spazi multifunzionali che traducono
l'irrequietezza della contemporaneità attraverso l'esaltazione della
complessità, della trasparenza e della permeabilità.
Il lavoro su una tipologia architettonica consolidata, come il grattacielo,
ridefinisce i rapporti tra pubblico e privato, come dimostrano i casi del New
York Times e della London Bridge Tower.
I progetti di Piano agiscono sulla stratificazione e sull'addizione per
ricreare la complessità del contemporaneo. A questo si aggiunge l'attenzione
all'uso del verde che dimostra l'importanza riconosciuta all'elemento naturale
nell'ambito progettuale.
Renzo Piano, schizzo Triennale
A Milano come a New York o a Genova o a Roma, le tracce del passato non sono rimosse ma reintegrate, utilizzando l'ideale della leggerezza come ipotesi progettuale. Le città visibili lancia dunque un'interpretazione dell'opera di Renzo Piano imperniata sulla centralità della visione urbana attraverso i progetti, raccolti in alcuni nuclei fondamentali: la città delle arti, la città della musica, la città delle acque, le città d'affezione (Parigi, New York, Genova, Milano).
Reclamation of the old port, 1985-1992
Foto Studio Merlo
Copyright RPBW, Renzo Piano Buildin Workshop
LE CITTA' VISIBILI
In occasione dei suoi settant'anni,
la Triennale dedica a Renzo Piano una grande mostra monografica che aprirà la
Festa dell'Architettura 2007 all'insegna del rilancio dell'idea di città come
elemento centrale della cultura contemporanea del progetto.
Genova
Esposizione Internazionale per le Colombiani, Genova 1984-92
Sistemazione dell'Antico Porto: Acquario, Magazzini del cotone, Bigo, Voliera; Genova 1985
Unesco Laboratory and Workshop Punta nave a Vesima, Genova 1989-91
Con il suo titolo - Le città visibili - la mostra intende rendere omaggio alla
memoria di uno degli artisti che più hanno influenzato la sensibilità di Piano -
Italo Calvino - ma al tempo stesso sottolineare la straordinaria valenza urbana
dell'architettura di Piano, proponendo di
leggere la feconda produzione di più di quarant'anni di lavoro sullo sfondo delle
trasformazioni che hanno segnato il passaggio dalla città industriale del XX
secolo a quella post-industriale del XXI.
Milano
Ex area Falk, Sesto San Giovanni, Milano 2006
Museo dell'Ansaldo, Prometeo musical space, Milano 1983-84
Sede del Sole 24 ore, Milano 1998-04
Banca Popolare di Lodi, Lodi (Milano) 1991-01
Case a pianta libera a Cusago (Milano), 1970 - 1974
Di fronte al panorama altamente mediatico di una concezione dell'architettura
come produzione di oggetti isolati e carismatici disseminati nei contesti
urbani e territoriali, è possibile leggere i progetti di Piano come lo strenuo
e inedito tentativo di riprendere e rilanciare la tradizione umanistica della
città europea, ridiscutendone i principi insediativi nell'ambito della cultura
contemporanea.
Dal prototipo parigino del Beaubourg alla riconversione torinese del Lingotto,
dalla cité internationale di Lione al porto di Genova , alla berlinese Postdamerplatz,
Piano ha intuito le possibilità di lavoro su quelle tipologie più funzionali
alla trasformazione del vecchio modello di città industriale in quello della
città dell'informazione e della cultura. Gli esperimenti sulle brown areas di
Milano e di Sesto San Giovanni, di Lione e di Parigi, di Harlem a New York, di
Rotterdam, etc. stanno a significare il passaggio dalla città della produzione
a quella degli scambi, secondo un rapporto che non tende a delegittimare
genericamente il passato, ma anzi a traghettarlo in un contesto che renda
ragione al suo senso etico ampliandone tuttavia la percezione estetica e
spaziale sino ad includervi come elemento determinante un nuovo patto
progettuale con la natura.
Parigi
Centre George Pompidou Paris, France, 1972
Oltre la macchina, la città di Piano si configura come proposizione di un'idea
di spazi multifunzionali che traducono l'irrequietezza contemporanea dei flussi
in un quadro di regole – non di forme- basato sull'esaltazione della
complessità, della trasparenza, della permeabilità, sia orizzontale che
verticale. La città mista è il superamento dello zoning senza l'esaltazione del
caos: allude alla necessità di un nuovi significati pubblici senza concessioni
ai facili simbolismi dell'architettura iconica.
New York
New York Times building, New York 2000
Così anche il lavoro su tipologie consolidate e apparentemente inattaccabili a ogni
innovazione spaziale – come il grattacielo – dà origine a ipotesi inedite di
distribuzione che ridefiniscono in maniera adeguata i rapporti tra il dominio
del pubblico e quello del privato, come dimostrano i casi del New York Times,
della London Bridge Tower, della Kpn Tower a Rotterdam o dell'ineseguito
grattacielo per l'ex-recinto della Fiera di Milano.
Città dell'Arte
Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli, Lingotto, Torino 2002
Ricreare la complessità implica dunque l'ipotesi progettuale di agire sulla
stratificazione e sull'addizione più che sulla cancellazione o la rimozione: se
a questo si aggiunge l'attenzione paesistica all'uso del verde, se ne deduce
l'intenzione di definire non tanto nuove strutture, quanto articolati paesaggi.
A Milano come a New York o a Genova o a Roma, le tracce del passato non sono
rimosse ma reintegrate in un tessuto denso di funzioni che si intrecciano,
utilizzando l'ideale della leggerezza come ipotesi progettuale - non solo
metafora letteraria – che rilancia la nozione modernista di spazio
nell'universo fluido della percezione contemporanea.
Città della Musica
Auditorium Paganini, Parma 1997-2001
“Le città visibili” lancia dunque una interpretazione dell'opera di Renzo Piano che finora non pare sia stata riconosciuta dalla critica nella sua ampiezza e rende giustizia di un lavoro troppo spesso confinato nell'esclusivo rapporto con la tecnica e il primato della struttura. Di questa centralità della visione urbana parlano invece i progetti raccolti in …. nuclei fondamentali: la città delle arti, la città della musica, la città delle acque, città d'affezione.
Informazioni
Renzo Piano Building Workshop. Le città visibili
Luogo: Milano - Triennale
Viale Alemagna, 6 - Milano
Periodo: dal 22 maggio al 16 settembre 2007
Orari: 10.30 - 20.30, chiuso il lunedì
Ingresso: 8,00 / 6,00 / 5,00 Euro
A cura di: Fulvio Irace
Progetto dell'allestimento: Renzo Piano Building Workshop con Franco Origoni
Catalogo: Electa
Info: tel. 02 724341 - fax 02 89010693