Un museo in sette scatole
The New Museum of Contemporary Art a New York, progettato dagli architetti giapponesi Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa / SANAA
Può un museo essere etico e libero?
A cura di Marcello Silvestro
Il New Museum of Contemporary Art, progettato dagli architetti giapponesi Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa / SANAA - con la collaborazione dell'architetto esecutivo Gensler di stanza a New York - è una struttura di sette piani, situata al 235 Bowery tra le Stanton and Rivington Street all'inizio della Prince Street a New York City. È il primo museo di arte costruito ex novo nella downtown Manhattan, inaugurato l'1 dicembre 2007, in coincidenza con il trentennale della nascita dell'istituzione museale.
Il New Museum of Contemporary Art è sia un'architettura per l'arte contemporanea che un incubatore di nuove idee. Infatti, Sejima e Nishizawa, che hanno avuto l'incarico nel 2002, nel descrivere il loro edificio lo definiscono come una risposta alla storia e la personalità del Museo e della sua fondatrice Marcia Tucker.
"La Bowery era molto degradata quando l'abbiamo visitato la prima volta", hanno detto. "Siamo stati un po' sconvolti, ma siamo stati anche impressionati dal fatto che volessero farci, proprio lì, un museo di arte contemporanea ".
"Alla fine, la Bowery e il New Museum hanno molto in comune. Entrambi hanno molte similitudini: un'apertura ad abbracciare ogni idiosincrasia in un modo spregiudicato". Affascinati dallo spirito temerario dell'istituzione museale, sono stati determinati a trasferire questo carattere all'architettura del museo.
La struttura, di circa cinquemila metri quadrati, è un insieme sovrapposto di sette scatole rettangolari sfalsate sul loro asse.
Una scelta formale di sfida per il luogo e di abbrivio del processo di trasformazione della Bowery. Un programma ambizioso che prevede l'apertura e la flessibilità delle gallerie di diverse altezze a creare spazi e atmosfere in un lotto di terreno, relativamente piccolo, di circa 22 x 34 metri.
La struttura si alza per 53 metri nel tessuto urbano della Bowery segnandone in modo forte lo skyline.
È la rinuncia alla costruzione di un blocco monolitico, scuro, in favore di una costruzione levitata in aria a definire un quadro programmatico di elementi chiave in una serie di livelli, appunto le sette scatole impilate, in base alle necessità e alla vastità di modelli di utenti.
Lo sfalsamento delle scatole produce una varietà di spazi fluidi tra interno ed esterno. Ogni piano, di differente altezza, ha una propria caratteristica e non presenta né pilastri e né colonne: le scatole sono dei veri e propri volumi portanti.
Il nuovo Museo è rivestito completamente da una rete di alluminio anodizzato a maglie romboidali scelto da SANAA a sottolineare i volumi delle scatole. Le finestre sono appena visibili dietro questa superficie definita da SANAA "porosa.
La luce naturale è modulata con una fitta griglia di tubi fluorescenti. Di notte invece le aperture delle finestre a nastro e di quelle lasciate dal traslamento delle scatole lasciano trapelare soffusamente l'esterno della costruzione.
La scelta delle rifiniture è improntata all'uso semplice e sincero dei materiali: dai pavimenti in calcestruzzo di cemento alle lastre di roccia a prova di vandali alle travi esposte alle terrazze metalliche.
"La pelle dell'edificio doveva adattarsi al mondo ruvido della parte est di New York. Da qui un lungo processo di ricerca che ci ha portato alla rete metallica espansa: viene usata nelle recinzioni, per i gradini, i cestini dell'immondizia… Un sistema a facciata unificata non reperibile in commercio lasciando che la materia esprimesse liberamente se stessa come proprio questa parte della città ha fatto in passato per molti anni."
L'aspetto unico ha anche qualcosa di eroico, di etico. La forma, mutabile e dinamica, è animata dal mutare della luce diurna come metafora visiva coerente alla mutevole natura dell'arte contemporanea ospitata nel New Museum.
"È stato difficile definire l'architettura secondo i desideri di tutti," - dicono Sejima e Nishizawa - "Sappiamo che non abbiamo potuto massimizzare l'intero sito con una architettura solida, abbiamo dovuto ridurre la massa della costruzione in qualche modo a creare uno spazio tra la stessa e il perimetro. La soluzione di slittare delle caselle è arrivata in modo rapido e intuitivo. Poi attraverso tentativi ed errori siamo arrivati alla ideale configurazione finale. Ora abbiamo un edificio che incontra la città, permette di far penetrare all'interno la luce naturale, ha liberato dalle colonne le gallerie rendendole flessibili"
I visitatori saranno introdotti nel New Museum attraverso una facciata totalmente vetrata che si estende per tutta la larghezza e l'altezza del piano terra alto 4,50 metri dando l'impressione che la strada attraversi tutto lo spessore dell'edificio. Saranno in piena vista dai passanti le attività di carico scarico delle opere e le funzioni della lobby in questo spazio di transizione tra la vita della strada, e quella del Museo.
Sejima and Nishizawa hanno voluto mettere in mostra in modo elegante lattività 'e il lavoro del Museo. Non hanno nascosto nulla dietro la facciata, volendo mostrare che l'edificio è fatto per massimizzare la sensazione di apertura. Questo è il motivo per cui la costruzione è coraggiosamente chiara, anche gli impianti, dall'antincendio alle canalizzazioni sono a vista e la strada è un tutt'uno col piano terra.
Il pavimento di calcestruzzo grigio della strada lascia il posto al cemento grigio lucidato della grande Marcia Tucker Hall.
Questo spazio contiene la reception, la biglietteria, la cappotteria, il Museum Store, il bar e la sua cucina aperta, la scala che porta al teatro del livello inferiore; l'ascensore per l'accesso alle gallerie superiori, e la luminosa Joan and Charles Lazarus Gallery, di circa cento metri quadrati separata dal resto dello spazio da una parete vetrata illuminata dalla luce naturale proveniente dallo spazio libero derivato dallo slittamento della scatola superiore.
Dal livello della lobby, i visitatori possono scegliere una varietà di percorsi verso l'alto o verso il basso attraverso l'edificio.
Al piano inferiore i visitatori troveranno i 182 posti del Peter Jay Sharp Theater un ambiente con una sala funzionale che funge anche da sala espositiva per progetti speciali. Questo livello ospita anche i servizi del Museo di supporto al backstage, il magazzino, e le attrezzature per il teatro dallo stoccaggio alla meccanica di sostegno. A questo livello un mosaico Bisazza riveste le pareti con colori caldi, rappresenta l'unico elemento di colore intenso nella costruzione assieme alla verde cabina dell'ascensore.
Le sale impianti e macchine, la dispensa della cucina e del bar, e un laboratorio sono ospitati sul mezzanino del livello più basso.
I visitatori che scelgono di salire dalla lobby al livello superiore delle gallerie possono prendere l'ascensore o utilizzare una delle scale situate nel cuore della costruzione. SANAA ha progettato tre piani fluidi di gallerie - il secondo, il terzo e il quarto piano - liberati da tutte le colonne dal sostegno strutturale del nucleo, tutti caratterizzati da atmosfere uniche che vanno dalla più intima alla più esposta.
"Un museo per l'arte contemporanea dovrebbe essere neutrale nel carattere della successione dei suoi spazi, al fine di creare la più ampia tavolozza per l'arte stessa", ha dichiarato SANAA. "Con le gallerie, in questo edificio, abbiamo cercato di giocare con le dimensioni e il modo in cui la luce del giorno illumina gli spazi. Ciò permette al visitatore di sperimentare l'arte in condizioni leggermente diverse ad ogni visita, in diversi momenti della giornata, in diversi spazi, pur senza ostacolare la qualità dell'arte".
Il secondo piano, Eugenio Lopez Galleries, offre circa 470 metri quadrati di spazio espositivo con altezze massime di 5,50 metri, lucernari sui lati nord e ovest dell'edificio, i pavimenti in cemento che rivelano un fare e una cura artigianali. Lo slittamento della scatola strutturale a questo livello ha creato un'altra galleria di 3 x 12 metri
Il terzo piano Maja Hoffmann/Luma Foundation Galleries, con circa 370 metri quadrati di spazio espositivo, vanta un'altezza massima di 5,80 m con lucernari a est e ovest. A questo piano, i visitatori trovano l'accesso a una scala che porta al quarto piano. Alla fine della scala una grande finestra offre vedute panoramiche della città.
Il quarto piano e' il Dakis and Lietta Joannou Galleries. Di circa 280 metri quadrati è il più piccolo spazio del Museo destinato alle gallerie principali, ma anche il più alto e più drammatico. L'altezza è di 7,30 metri in uno spazio illuminato da un lucernario sul alto sud che consente alla luce naturale di varia qualità l'illuminazione delle gallerie durante il corso dei giorni e delle stagioni e di essere controllato, come in tutte le gallerie della costruzione, attraverso un sistema di filtri solari sotto il vetro.
Nelle gallerie, l'acciaio strutturale è a vista. La diagonale strutturale delle travi esterne, resa bianca con la vernice a spruzzo antincendio è a vista: "Vogliamo che la costruzione mostri se stessa", ha dichiarato SANAA. "Questa onestà è coerente con lo spirito del Museo impegnato quotidianamente lungo la Bowery". L'acciaio strutturale appare spesso in tutto l'edificio.
Il quinto piano ospita l'istituzione del nuovo Pauline Pauline and Constantine Karpidas Education Center, con un'ampia parete vetrata sul lato ovest esposta su Nolita e SoHo con un'aula, una sala di editing video, un laboratorio informatico e la the Bowery Artist Tribute; e uno spazio per l'istituzione museale destinato ad essere un Hub globale di iniziative istituzionale.
Al sesto piano risiedono gli uffici del personale, cucina, servizi, e spazi di incontro. Qui, le finestre a nastro sono continue su tre lati.
Al settimo piano di questo edificio, il Nuovo Museo offrirà uno spazio polivalente: The Toby Devan Lewis Sky Room. A questo livello, alto 3,50 metri, di circa 186 metri quadrati verranno ospitati eventi e programmi speciali. È caratterizzato da vetrate panoramiche a tutt'altezza e da una terrazza esterna che gira intorno, senza interruzione, dai lati est a sud dell'edificio.
All'ottavo piano gli impianti e le macchine di supporto.
Riflettendo a edificio completato, a cinque anni dalla concezione iniziale, SANAA ha così commentato: "Il nuovo edificio è parte di entrambi SANAA e il Nuovo Museo. Nel tempo che siamo stati insieme, entrambi siamo cambiati molto. In un certo senso siamo entrambi più grandi, più rilassati, ma pur sempre tesi e speranzosi di esplorare e trovare nuove cose. Il nuovo Museo è intrigante, perché è sempre a porre domande e speriamo che continui a farlo. Il nostro edificio è un tentativo di esprimere il Nuovo Museo avventuroso e libero".