Giovanni Marucci - Del segno lieve nel paesaggio
di Brunetto De Batté
Giovanni lo incontrai a Lerici,
in uno dei tanti convegni
di Archeoclub organizzati dall’amico
Giuliano Bosco,
poi sempre Giuliano mi invitò
a Camerino
ai Seminari di progettazione
,che ormai è diventato il mio giro estivo,
E’ qui tra la terra del centro
e i cieli delle Marche
che ogni anno esce il Quaderno
monografico dell’incontro
la forza e tenacia, con garbo
che sollecita, promuove
un incontro tra scuole,
maniera di rapportarsi a temi e progetti
fa di Camerino un centro
particolare,
dove nord e sud s’incontrano
tarando metodi e tecniche.
Pianta piano terra |
Pianta primo piano |
Questa attività di Marucci
di regista, animatore, moderatore,
promotore di concorsi di tesi di laurea,
seminari operativi ormai consolidata
fa di lui un vero intelletuale attivo
riconoscibile
sotto il profilo dei "seminari estivi"…
Schizzo prospettico
Ma la sua riservatezza
ha sempre celato
il risvolto del progettista
ho insistito molto
dopo aver visto la sua caserma VF
a pubblicare alcuni edifici
Ma la sua riservatezza
era ferrea, pacata e gentile,
ma ferma
poi
dopo insistenze
arriva una @
"tempo fa mi hai detto che poteva interessare
qualche mia "opera" da pubblicare.
Sezione |
Prospetti |
Ripensando a ciò ti inoltro alcune foto
di un monastero appena ricostruito in luogo
di un precedente che era stato edificato negli anni '60
e andato completamente distrutto con il terremoto
di Umbria - Marche del 1997.
Si tratta di due corpi, casa e chiesa collegati da un ponte.
Monastero delle Benedettine
"S. Maria del Monte" Serravalle di Chienti (MC),
Località Cesi."
Poche parole e due foto…
ma da quelle immagini
subito si rivela quella "qualità diffusa"
quaroniana
ma anche un edificio per il paesaggio
e non per il segno in se.
Forme chiare, pulite
due corpi collegati da un ponte
un’aria serena
di tranquilla pausa dell’essere
per raccogliersi
in silenziosi spazi
che si guardano in sospensione
tra interno ed esterno
ricche prospettive vengono
favorite
ma non a fuga
favorite
con circolare avvolgenza
per ritornare in se stessi,
è curioso
come il tema dei piccoli conventi
ritorna
come pensatoio
minuto e misurato
penso al convento di Pellegrini,
come a questo del Marucci
emerge
la complessità del paesaggio italiano
ricco di segnature
differenti e complesse…
differenti e diverse
Quest’opera è poetica
nel suo rigore di semplicità
con il garbo di lasciare
aperto il gioco della conversazione
dell’aggiunto, dell’espansione
in crescita del manufatto.
Marucci come nei suoi
Seminari ha lasciato il segno
con la sua raffinata eleganza
di leggerezza
del garbo del fare civile
di inserirsi nel paesaggio
in modo lieve e preciso.
Monastero "S. Maria del Monte" in Serravalle di Chienti, Località Cesi
Scheda
Progettista: architetto Giovanni Marucci
Strutture: ingg. Angelo Corridoni, Paolo Foglia
Impianti: ing. Carmine Calafiore
Costruttore: Coop. Lazio Futuro, geom. Mauro Perciballi
Coperture in legno lamellare: Habitat legno
Cronologia: progetto 2000, realizzazione 2003
Dati dimensionali: superficie coperta 560 mq, volume 2.900 mc
Caratteri funzionali, quantitativi
Il nuovo complesso monastico sorge in luogo del preesistente andato distrutto a seguito del terremoto di Umbria e Marche del 1997. L’area è ben orientata e soleggiata, pianeggiante nel sito di fondazione e leggermente acclive sul retro, da nord a sud. Intorno insistono alberi d’alto fusto e verranno messi a dimora due nuovi filari di pioppi cipressini per rimarcare il percorso di avvicinamento.
Il complesso comprende due corpi di fabbrica uniti da un ponte:
il corpo a nord, articolato su due piani, comprende, al piano terra, i vani comuni di lavoro e di studio, gli uffici amministrativi, la mensa, la cucina, i vani tecnici e di servizio e al piano superiore le camere;
il corpo a sud comprende la piccola chiesa, aperta anche alla comunità locale, con il matroneo direttamente accessibile dal corpo a nord, tramite un ponte.
La superficie utile dell’intero complesso edilizio è di circa 680 mq, di cui 80 mq relativi alla chiesa.
Caratteri distributivi, architettonici
Il corpo di fabbrica principale si dispone in linea, con il fronte orientato a sud. L’ingresso è preceduto da una zona porticata che immette ai vani di accoglienza. Direttamente dall’esterno sono anche accessibili le aule di studio, la mensa con gli annessi e i vani tecnici. L’interno, sia al piano terra che al piano superiore, è caratterizzato da un corridoio centrale con le scale giustapposte alle estremità dello stesso.
Il complesso ha dotazioni adatte ai disabili; per la stessa ragione, per il superamento del piano, è prevista l’installazione di un ascensore.
La piccola chiesa è orientata con l’abside ad est, secondo antiche modalità costruttive cristiane, per dare luce da oriente alle funzioni mattutine e da occidente ai vespri.
I due corpi di fabbrica, uniti da un ponte per l’accesso riservato al matroneo, costituiscono una corte aperta ad L in corrispondenza del sagrato. Ampi spazi verdi alberati circondano il monastero.
Dal punto di vista architettonico il complesso è impostato alla massima economia e semplicità costruttiva, compatibilmente alla ricerca di sicurezza, ed efficienza strutturale.
La struttura è di c.a. e i setti murari in blocchi di calcestruzzo alleggerito, termicamente isolanti, di colore terra d’ombra.
Le coperture, in legno lamellare, sono voltate a botte a sesto ribassato. Le zone che si sviluppano su di un piano sono coperte a terrazza.
I volumi in linea e i piani voltati sono stati pensati per rapportarsi ad un paesaggio in cui prevalgono scansioni orizzontali, coronate da monti ondulati.
I serramenti delle piccole finestre a taglio verticale, le vetrate, le strutture intelaiate a vista e i parapetti sono di colore zinco antico.
Il cromatismo, affidato all’accostamento di semplici materiali a vista, è pensato per stabilire, col paesaggio naturale, un rapporto sobrio e misurato, come si conviene alla schiettezza del luogo ed alla austerità della struttura monastica.
Giovanni Marucci si è laureato in Architettura a Roma nel 1974, con Ludovico Quaroni. Vive e lavora a Camerino. Nella città marchigiana, presso la locale Università ha fondato il Seminario di Architettura e Cultura Urbana.
Ha scritto numerosi saggi per riviste specializzate e curato diversi volumi fra cui: Il progetto dell’esistente (Roma 1993); La città bella (Milano 1994); I limiti della città. Il borgo e la metropoli (Milano 1995); Il territorio delle città (Milano 1995); Costruire e ricostruire (Roma 1999).
Fra le pubblicazioni recenti: Il linguaggio dell’architettura rurale (Camerino 1996); Le murature tradizionali. Risanare e ricostruire nelle zone a rischio sismico (La Spezia 2004).
Premio Targa UID (Unione Italiana per il Disegno), Lerici 1996.
Direttore editoriale della rivista Architettura Città.
Fra le opere recenti:
caserma dei Vigili del Fuoco, Fabriano;
progetto di Parco urbano nel quartiere Madonnina, Comune di Modena;
piano del Centro storico di Urbisaglia, Macerata;
piano urbanistico esecutivo del Comune di Penna S. Andrea, Teramo;
museo di S. Domenico, Prima fase, Camerino (con Guerrini, Panzini, Salmoni);
restauro del convento di S. Bartolomeo in Brogliano di Serravalle, Macerata;
risanamento e ricostruzione dell’eremo di S. Benedetto in Sellano, Perugia;
monastero di S. Maria del Monte, Cesi di Serravalle, Macerata.
Articolo inserito il 18 maggio 2004