Luci per la città
di Brunetto De Batté
Progetti per punti vicino alla teoria dell’agopuntura... della sostituzione e rimozione, una sorta di incorporazione di eventi che generano situazioni a catena… dell’inserimento che incide senza aumento di volume o in assenza di volume; già Barcellona ha tracciato il grande solco per ragionare intorno allo spazio pubblico, ma qui a Savona questo progetto vincitore inserisce delle innovazioni quasi spontanee sulla potenzialità della luce artificiale…
"Il vuoto del pieno" si evidenzia in una straordinaria impaginazione di sequenze cinematografiche… la città nello spettacolo della rappresentazione viene suggerita come il set degli eventi quotidiani del mondo della notte.
Percorrendo con l’auto il nuovo tratto di darsena, sia dal parabrezza che dal lunotto attraverso lo specchietto, si coglie la sequenza come in un diorama… si è attori e spettatori nello stesso tempo.
Piccoli segni sensibili, femminili, che colgono parti nascoste emotive di paesaggi ibridi.
Quello che si coglie in questo progetto, entrandoci con le figure della mente, è un senso eclettico.
Colto, raffinato… non fatto di linguaggio ma di comunicazione.
Piccoli segni precisi che fermano per differenze sospese tensioni dell’urbano ponendo il registro di lettura su altre prospettive sin ora poste dal presente.
Sto raccontando attorno allo spettacolo e sua rappresentazione, e tanto per raccontare sto scrivendo queste righe su un avanzo di busta raccolta dalla tasca e seduto su una panchina fuori dal Teatro in attesa di un incontro, appunto e sto scrivendo…
Questa storia di un progetto effimero è ormai mia attitudine… con il Master di architettura per lo spettacolo che dirigo da due anni e confronto costantemente sperimentazioni, un nuovo fare si presenta a noi diverso dal costruito, la "leggerezza" tema caro delle lezioni americane di Calvino ritorna con più forza e senso…
Questo in poche righe, scritte su una busta malamente strappata in un ritaglio di tempo, per registrare l’alto valore del progetto degli arch.tti Silvia Dagna, Serena Galassi e Simona Maurone d’aver colto i nuovi temi dell’urbano pur rimanendo nella tradizione…
Brunetto De Batté
ELEMENTI DELLA PROGETTAZIONE
Il progetto ha lavorato a scala urbana, ricucendo i percorsi esistenti con nuovi assi di attraversamento che arrivano fino al mare e riportano la città storica al porto e inventando diversi modi di usare lo spazio che diventa pubblico.
Le soluzioni progettuali lavorano sulla definizione degli spazi con i materiali del suolo, con il verde, con la creazione di nuove occasioni urbane, pensando ad una reale fattibilità di queste opere.
Nel progetto si possono individuare tre scale differenti : quella "monumentale" data dagli edifici e dagli alberi; quella "intermedia" data dai punti luce e dai piccoli oggetti quali le fermate bus, i bar, i chioschi per la vendita del pesce, i servizi per il diporto ecc e quella "di piccola scala" data dall’uso specifico delle parti come le pavimentazioni, il verde basso ecc.
Il progetto, quindi, è fatto di verde, di pavimentazioni, d’illuminazioni specifiche delle zone progettate e dei piccoli oggetti poste all’interno di esse.
UN NUOVO PERCORSO URBANO
E’ emersa la necessità di concepire quindi un sistema di spazi che possa mettere in relazione territori contigui ma slegati e dare vita a percorsi pedonali che propongono inediti rapporti di fruizione e di percezione tra città e porto. Uno di questi, importante, è quello che attraversa il cortile del palazzo della Rovere e arriva sul sagrato del Duomo, due degli edifici più pregevoli di Savona.
L'idea è stata di poter svelare le potenzialità di una via ora anonima e asfaltata, di arricchire il tragitto del passeggio tradizionale degli abitanti di Savona con una nuova possibilità. Alla base della rampa che sale al palazzo del Sangallo, in piazza della Rovere, è progettato un percorso pedonale che, assecondando la naturale pendenza del terreno, scende al mare. La sezione stradale qui è larga: la parte centrale, in masselli di calcestruzzo, protetta da due file di palme chicas, è riservata ai pedoni che trovano un percorso continuo verso la darsena. La pavimentazione e gli alberi arrivano fino alla sede carrabile dell'Aurelia: anche in auto si percepisce chiaramente la presenza di un asse di attraversamento. Alle auto sono riservate due corsie laterali della via, per mantenere la circolazione attuale. Sotto i palazzi due ampi marciapiedi sono separati dalle corsie veicolari da palme alte, a schermo dei palazzi stessi.
LA PIAZZA DEL BRANDALE
Lo spazio di fronte al complesso del Brandale diventa piazza. L'idea di ricreare un luogo qualificato sotto le torri restituisce loro un corretto scenario e rende al tessuto del centro storico una porzione di territorio che gli compete definendolo al suo margine. La parte di spazio in fregio a Via Giuria è alberata con eucalipti in grado di resistere bene all'inquinamento e che hanno la funzione di schermare dal parcheggio e dal traffico delle auto. La piazza, pavimentata in pietra, degrada con quattro piani allungati sfalsati, dalla base delle torri verso l'Aurelia sfruttando la differenza di quota di 1,60 m. Il profilo di questi gradoni, disegnati sulla traccia delle antiche edificazioni, è ripreso da luci: linee luminose trasversali alla piazza che ne determinano la struttura. Le persone potranno sedersi direttamente sui gradoni o fermarsi sotto la pensilina di legno e acciaio sistemata di fianco allo spazio alberato. Si crea un percorso continuo verso il porto, prosecuzione naturale di Via Pia, e per chi guarda dal mare, le due torri sono inquadrate dalla nuova architettura della piazza, che si individua come un luogo definito.
LA DARSENA / LA CITTÀ E IL PORTO
Il progetto rafforza col verde la linea curva della darsena, memoria storica della città, e insieme la rende penetrabile. Il limite con la strada Aurelia è riprogettato. I posti auto, sia quelli lungo l'Aurelia lato mare sia quelli posti alla quota più bassa della banchina, vengono in gran parte recuperati dall'altra parte della strada, a ridosso dei palazzi moderni. Le auto si "appoggiano" alla barriera inevitabile costituita dai palazzi e trovano una sistemazione meno ingombrante.
Un filare di palme, in fregio all'Aurelia, lungo il marciapiede, segna verticalmente la linea della darsena. Al suolo gradoni in pietra permettono di accedere in ogni punto dal marciapiede alla quota della banchina. È come se le grandi pietre che formano il bordo della banchina, nelle quali erano ancorate le bitte di ormeggio, fossero traslate in copia più a monte. La linea della darsena si conferma con nuovi significati, nuove potenzialità: diventa margine permeabile, la città si ricollega al porto. L'Aurelia, la cui carreggiata si restringe lievemente, sarà percorsa a velocità minore che non oggi, sarà più facilmente attraversabile, in punti diversi e riconoscibili, senza ricorrere a sotto / sopra passi costosi e generalmente poco utilizzati. L'Aurelia, ricompresa nel disegno urbano, rimane infrastruttura importante, ma non più ostacolo insormontabile.
LA BANCHINA / UNO SPAZIO PUBBLICO
Proporre un programma denso nella parte a mare comprendente funzioni urbane e collettive, che divengano un forte elemento di attrazione. Quello che ora è un parcheggio puo’ trasformarsi in uno spazio pubblico, un luogo che raccoglie funzioni diverse: alla base dei due gradoni sono sistemate alcune strutture leggere destinate a locali pubblici: sono di acciaio e legno, smontabili, come fossero anch'esse imbarcazioni di passaggio, ospiti del porto ma insieme già parte della città e delle sue architetture, elementi di connessione e scambio. Possono ospitare locali pubblici, ma anche diventare piccole sedi di attività collegate al porto o al commercio. Le persone potranno fermarsi nei locali, fuori nei loro dehors, ma anche sedersi sui gradoni, liberamente far vivere lo spazio. L’idea, in questo caso, è di far avanzare la città verso il mare, di "costruire" il mare offrendo così nuove occasioni alla città. Le auto transiteranno a velocità molto bassa lungo la banchina in uno spazio delimitato da dissuasori in acciaio. Alternati ai locali vengono lasciati spazi per parcheggiare, alcuni dei quali potranno essere eventualmente riservati all'Autorità Portuale o ai diportisti. Ma lo spazio viene dedicato al camminare, alla pedonalità, dove le auto diventano presenza inevitabile ma discreta.
LA TORRETTA / IL MOLO, UNO SPAZIO VERDE
Sotto la Torretta la banchina si allunga in un nuovo molo, ampio, pavimentato in legno, che si spinge sul mare fino all'altezza della Torretta stessa. Si potrà passeggiare oltre la linea della riva, a guardare la città di fronte, e soprattutto avere una diversa prospettiva del simbolo di Savona, la stessa di chi arriva dal mare. Una serie di scalini e gradoni in pietra raccordano la quota della banchina con quella della strada e racchiudono la torre, così da poter passeggiare o sostare attorno ad essa e riprendere il percorso verso Albisola. Luci sono inserite alla base dei gradoni: di notte sottili strisce luminose contribuiscono ad una nuova scenografia della darsena.
Dall'altra parte dell’Aurelia il distributore viene sostituito con una spazio alberato: sarà posizionata qui anche una piccola struttura per l'informazione turistica (sul modello di quelle progettate per i locali pubblici nella darsena). Questo spazio diventa la "porta" nuova di Savona a testimoniare una vocazione turistica troppo a lungo trascurata.
VERSO ALBISOLA
Oltre la Torretta il percorso pedonale continua a quote differenti: a lato Aurelia come allo stato attuale e alla quota dell'acqua, dove viene prolungato il nuovo molo/passeggiata in legno. il progetto prevede un percorso in legno, luogo dove passeggiare ma anche dove si potrebbero ricavare nuovi posto barca. Il progetto imposta il nuovo camminamento da cui raggiungere, sottopassando l'Aurelia, che in questo tratto è su pilastri, il piccolo spazio pubblico che si trova alla sommità delle vecchie mura cittadine e ridiscendere lungo via S. Lucia, fino alla Torretta. In questo tratto il marciapiede della via viene allargato e reso più agevole da percorrere.
In questo tratto di Aurelia che arriva a Savona parrebbe interessante il suggerimento di spostare le luci stradali sul lato a monte perché la vista del mare e del porto non sia resa difficoltosa dall' attuale abbaglio luminoso che crea una barriera alla percezione. Si potrebbero inoltre posizionare delle luci a terra, sempre dal lato a monte, per evidenziare la porzione di cinta muraria che delimita il limite storico della città.
Concorso di idee per la progettazione di opere e interventi di riorganizzazione funzionale finalizzati ad ottenere la migliore integrazione del tessuto della città antica con gli spazi del fronte mare e della vecchia darsena
Ente banditore: Comune di Savona
Progetto vincitore:
Concorrente capogruppo: arch Silvia Dagna
Concorrenti: arch Silvia Dagna ,arch Serena Galassi ,arch Simona Maurone
Collaboratori:arch Alessandro Console
Progetto secondo classificato:
Concorrente capogruppo: arch Christian Benvenuto
Progetto terzo classificato:
Concorrente capogruppo: arch Gian Carlo Tranzatto
Superficie dell’intervento: 40.000 mq
Silvia Dagna
Si laurea in architettura presso la facoltà di Genova con una tesi progettuale per una casa dello studente ed un centro polivalente svolta presso l 'E.T.S.A.B. di Barcellona, Spagna. con Enrico D.Bona e Albert Viaplana i Vea.
Collabora con il laboratorio di progettazione urbanistica presso la facoltà di architettura di Genova.
Opera nel campo della progettazione e della pianificazione urbanistica.
Attualmente segue la progettazione architettonica delle aree ricreative sportive e del complesso polifunzionale a servizio degli utenti Interporto di Vado Ligure, Savona
Serena Galassi
Si laurea in architettura presso la facoltà di Genova con una tesi progettuale per una casa dello studente ed un centro polivalente" svolta presso l 'E.T.S.A.B. di Barcellona, Spagna. con Enrico D.Bona e Albert Viaplana i Vea.
Lavora nel campo del design e della progettazione architettonica, realizzando numerosi interventi tra cui la sistemazione delle aree di pertinenza della CGIL di Savona.
Attualmente negli Stati Uniti, opera nel campo del design e landscape a Birningham, Alabama.
Simona Maurone
laureatasi in architettura con una tesi sulla riqualificazione della "passeggiata degli artisti" di Albissola Marina (SV), si specializza in architettura per lo spettacolo con il master attivato dalla facoltà di architettura di Genova.
Partecipa all’allestimento per l’inaugurazione dei magazzini dell’Abbonadanza/Porto Antico di Genova con lo studio Archiluce e per la manifestazione "Le età invisibili" – Palazzo Ducale di Genova con lo Studioazzurro.
Lavora nel campo del design, grafica e allestimento a Genova, Savona, Torino, Montpellier.