Nuova Sede IUAV nell’area dei magazzini frigoriferi a San Basilio, Venezia, in fase di esecuzione
Architetti: Enrich Miralles e Benedetta Tagliabue
L’area su cui sorge attualmente il magazzino frigorifero a San Basilio, e su cui dovrà sorgere la futura nuova Sede dell’istituto Universitario di Architettura di Venezia, si trova in un luogo molto particolare della città.
La banchina è di tipo doganale e, quindi, attualmente, completamente separata dal resto della città di sita direttamente alle sue spalle. Lungo la banchina invece, sorgono edifici industriali omogenei, costruiti tra la fine del secolo XIX e gli anni cinquanta del XX.
L’aspirazione oggi della città di Venezia È il reinserimento di questo luogo nel tessuto della città e la ricostituzione della permeabilità dei percorsi così come di una certa omogeneità visiva.
La costruzione della Nuova Sede dello IUAV in quest’area ha un’importanza fondamentale per quel processo di vitale rinnovamento a cui si vuole dare inizio.
La nostra decisione di conservare parte dei muri perimetrali dell’antico magazzino frigorifero è dettata dal desiderio di preservare la presenza delle tracce del tempo trascorso, di accettare il fantasma delle diverse forme, che questo luogo ha assunto, come presenza durante il suo processo di trasformazione ed evoluzione.
Questa impostazione ci aiuta a rispondere alla prima domanda che ci siamo fatti:
"Come si costruisce a Venezia? Come si costruisce in una città che ha adottato la "ripetizione" come modello di crescita?"
Il tema del tempo è stato in questo progetto tanto importante quanto il tema formale.
I campi e le calli retrostanti l’area: Campo San Bastian, de l’Anzolo Raffaele, di San Nicolò, Campiello di Ciò ... sono sempre stati presenti durante il disegno del nuovo edificio, così come la pianta di Venezia Del Sabbadino - dove i bordi dell’isola si gonfiano e crescono - ed alcune delle immagini della Sant’Orsola dei teleri di Carpaccio.
Spesso ci è tornata in mente una frase che sembra rispecchiare una certa capacità veneziana nel "saper prendere vita": "che ben che se stà!"
Questa frase ispira il disegno delle grandi scalinate che conducono al fronte dell’edificio, e che serviranno agli studenti per potersi abbandonare in alcuni momenti alla qualità solare di queste nuove "zattere", per lasciar trascorrere il tempo intermedio, consci di una densità che li circonda. Scalinate lente per sedersi, parlare e prendere il sole o anche per leggere e studiare su tavoli che nascono da queste stesse scale.
Lo IUAV atterra davanti al Canale della Giudecca come la Salute o la Stazione, atterrano davanti al Canal Grande:
attraverso scale, scale che si immaginano piene di gente, dedita a una attività che è anche ozio.
Le aule sono disposte pensando che l’insegnamento spesso può avvenire "al di fuori", nei corridoi, nei cortili, nella percezione della città in cui si studia: per questo l’intero edificio ha una funzione pedagogica, non solo l’interno delle aule.
L’edificio crea dunque molti spazi liberi, attraverso una morfologia quasi a zigzag:
dalle scalinate frontali si sale alla corte elevata; da li alla rampa che conduce al ponte di collegamento con l’attuale sede dello IUAV e al cotonificio. Attraverso scale o ascensori si accede più su, verso gli auditorium, gli studioli e le aule; e ci si trova sempre su piani inaspettati, provvisti di terrazze e ampi spazi esterni, come se si fosse cercato di prolungare verso l’alto la forma della città di Venezia. Al livello di Calle, il bar-ristorante, la libreria e l’auditorium si affacciano su una corte interna, contrappunto al Campiello dell’Oratorio, a cui si potrà accedere senza interruzione anche dalla città.
Alcune zone, pavimentate in vetro, lasciano intravedere in trasparenza frammenti di vetri di Murano. Questo motivo si ripete anche sulla facciata, in cui le aperture si confondono con alcune trasparenze site nella sua solidità.
Un giorno, la stessa Venezia connetterà con i futuri edifici alla zona del Convento delle Terese annullando quel senso di interruzione che adesso esiste tra la zona industrial-doganale e la zona della Venezia di tutti i giorni.
Il Nuovo Istituto Universitario di Architettura sarà dunque anche origine di nuove infrastrutture, un vero dono per gli abitanti dell’area di San Basilio, San Nicolò e Santa Marta.
Collaboratori: Omer Arbel, Makoto Fukuda, Hirotaka Koizumi, Tue Kappel, Angelo Catania, Annie Marcela Henao, Jan Marko Grebe, Costanza Chara, Michael Eichorn, Steven Becaus, Michael Coing - Maillet.