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Il nuovo Museo dell'Acropoli

Di Nikos Salingaros*

Traduzione dal testo originale greco a cura di Jorgos Michalas

Per far notare che la Grecia ha raggiunto il livello culturale del resto dell'Europa, il governo1 ha scelto l'architetto svizzero (oramai americano) Bernard Tschumi per costruire il Nuovo Museo dell' Acropoli, ad Atene. Certamente, con questo Museo, noi Greci mostriamo la nostra contemporaneità!
Un altro obiettivo di tale scelta è quello di convincere il governo britannico che è arrivato il tempo di restituire Elginia al nostro paese. Il piano superiore del museo rimarrà vuoto aspettando i marmi. Come afferma Tschumi, ottimista: "credo sinceramente che il giorno della consegna del Nuovo Museo dell'Acropoli, i marmi verranno riconsegnati …".
Tuttavia, gran parte del mondo fuori dalla Grecia non è d'accordo con questa affermazione. Al contrario, il nome di Tschumi suscita ironia negli ambienti di alcuni architetti. Il giornalista americano Robert Locke, in un articolo intitolato "Il Peggiore Architetto dell'America è Marxista", presenta Tschumi come un posatore: "un architetto di farse non riuscite". Le sue teorie sull'architettura vengono considerate come una stupidaggine: "i testi teorici di Tschumi, alla base della sua fama, sono un intreccio che provoca a volte vertigine, a volte il dubbio che l'autore abbia compreso cosa significhi filosofia, oppure gli è stata spiegata da qualcuno in un bar … I peggiori punti dei suoi scritti sono talmente incomprensibili che nessuno può nemmeno criticarli".
La verità è che Tschumi è diventato famoso per le sue teorie senza aver mai costruito niente. La costruzione de La Villette, il parco scientifico e mediatico a Parigi giustamente chiamato "Les Folies" perché non ha alcun senso. Sorprendono e interrogano chi lo vede. Secondo Tschumi, rappresenta "un disordine programmato … il parco è architettura contro se stessa". Per quanto riguarda il suo primo edificio in America, il Lerner Center della Columbia University a New York (costruito quando dirigeva la scuola di architettura), viene giudicato come un fallimento totale. La sua caratteristica principale è il rifiuto testardo di qualsiasi volontà di armonia con l'ambiente circostante. I commentatori americani lo definiscono come "un miscuglio senza logica, un falso architettonico, un edificio senza pregio".
Chi ha scelto questa persona per costruire il Nuovo Museo dell'Acropoli? Perché rivolgersi a individui marginali quando nel mondo ci sono autorevoli architetti come Cristoforo Alessandro e Léon Krier? E perché abbiamo dimenticato gli architetti greci di fama internazionale come Dimitris Porphyrios? Certo il governo francese di Mitterand ha consacrato per primo Tschumi ma questo è successo piuttosto per ragioni politiche. Tschumi porta con sé i segni delle lotte nelle strade della Parigi del 1968. Le stesse, identiche posizioni ideologiche erano condivise anche dalla direttorio del gruppo terroristico greco "17 Novembre". Però Tschumi non viene giudicato inadeguato per questo incarico perché fa parte (forse) di un movimento politico. Il problema è che l'edificio che propone sotto l'Acropoli è completamente fuori luogo.2
Millenni di Storia Greca costituiscono un patrimonio architettonico dal quale sono fioriti tanti fecondi rami; dall'antichità, prima ancora del periodo classico, fino al Neoclassicismo del XX secolo, sino al modernismo adattabile di Dimitris Pikionis. Ora, però, chiamiamo un individuo qualunque per mostrarci che cos'è l'ultimo, ma sempre sterile, stile super contemporaneo. Evidentemente si è deciso che i nostri edifici non valgono più niente - perché non rispondono a tutto quello che il grande architetto dall'America vuole insegnarci. Questa è una vergogna nazionale.
Come uno studente di architettura del primo anno che non ha ben compreso gli elementi vitali incorporati nell'architettura tradizionale, e si lascia impressionare da oggetti lucidi e da tutto ciò che sembra strano e sospeso, Tschumi sembra che non sia in grado di distinguere fra l'architettura morta e viva. Egli dichiara a proposito del museo: "il ragionamento è che ci si può rivolgere al passato e restare perfettamente contemporanei senza sentimentalismi. Il modo di risolvere un problema complesso è con chiarezza totale". E se mancano il sentimentalismo, però, perché insistere per la restituzione dei marmi da Londra? Parole che dimostrano che Tschumi non comprende né l'anima greca, né cosa significhi un sistema complesso.
Al contrario di ciò che afferma, il progetto di Tschumi è tutt'altro che contemporaneo. Semplicemente riproduce le tipologie screditate Moderniste del 1920, fuse con le opere degli Architetti Bolscevichi, Konstantin Stepanovic Mel'nikov e Vladimir Evgrafovic Tatlin. Inoltre adotta le idee disintegrative degli pseudofilosofi francesi come Jacques Derrida. L'architettura di Tschumi, invece di unificare e organizzare una complessità tettonica, la intensifica. Evita qualsiasi rapporto con il suo ambiente storico per restare una introversa esperienza di egoismo, una lucida serra dentro il caldo d'estate Ateniese.3
Non accuso Tschumi perché qualcuno l'ha scelto.4 La commissione responsabile, all'inizio aveva invitato Daniel Libeskind e Arata Isozaki (che come architetti sono peggiori di Tschumi) a partecipare al concorso. Qualche esterofilo qui si sarà impressionato per le pazzie e le stravolgenti forme che vengono pubblicate nelle riviste di Architettura patinate come quelle d'alta moda.
Adesso che il Nuovo Museo dell'Acropoli è diventato una questione d'onore per una parte potente politica, architettonica e giornalistica, come fermare questo errore? Il governo non osa confessare che ha commesso una gaffe, riguardo una decisione così importante. Per questo motivo promuove il programma con tutti i mezzi a disposizione. L'attuale governo che potrebbe magari cadere domani (e forse a causa di questo fiasco). Purtroppo, se non lo si ferma subito, avremo un edificio davanti all'Acropoli che smonta - e profana - l'ambiente sacro, fino ad abbatterlo, in maniera tale che al suo posto venga costruito qualcosa che si adatti al luogo. 5
Il Nuovo Museo dell'Acropoli già ci ha messo in ridicolo agli occhi di chi conosce bene le politiche d'intervento architettoniche contemporanee. Il mondo comincia a svegliarsi dall'incubo di un'architettura stravolgente che viene promossa da una piccola ma potente e fanatica combriccola. Con il nostro immaturo comportamento - inseguendo il cattivo gusto e le mode effimere - dimostriamo di aver bisogno di sviluppo intellettivo. Il paese che ha diffuso nel resto del mondo la cultura occidentale, ha bisogno di acquisire fiducia in se stesso e nella sua identità. Deve valutare ciò che ha dato agli altri popoli per tanti secoli.
Il nostro popolo soffre di un complesso di inferiorità, che man mano è cresciuto, negando la sua ricca tradizione, ed invitando esperti dall'estero che vengono da noi a mostrarci come realizzare dei mostri.
Questa triste storia mi ricorda i tempi in cui i paesi più sviluppati del mondo ci passavano prodotti scadenti - carne marcia, grano infetto etc. - qualche volta con il consenso del governo di turno. Ora tutto questo finisce nei paesi più poveri d'Africa. Però, sembra che per quanto riguarda l'architettura, la Grecia fa parte ancora del terzo mondo. Ancora non abbiamo imparato a distinguere il falso dal vero prodotto architettonico (forse la nostra gente è in grado di farlo, però è lampante che i responsabili ed i superiori, non lo sono). Continuiamo come stupidi ad ingoiare tutto quello che ci vendono truffatori professionisti. E tutto questo accade in un paese con una ricca tradizione teatrale e cinematografica del dopoguerra, in cui la maggior parte delle commedie girate e messe in scena sono storie di truffatori, "il bidone", e di bugiardi professionisti.
Gli inglesi, in ogni caso, ci diranno che è meglio che Elginia resti al suo posto, affinché quello greco diventi un popolo più responsabile. Giacché certi "moderni" greci si rivolgono con tanto odio verso la nostra tradizione architettonica, chi li crede quando proclamano tanta stima per la nostra tradizione scultorea? In cima al nuovo museo sarà ubicata la rettangolare galleria del Partenone, posta attorno ad una corte scoperta e progettata per contenere i marmi che si potranno così vedere dall'Acropoli; questo piano è condannato ad impolverarsi vuoto.
Questa deve essere una lezione anche per gli altri paesi che con ansia aspettano di trarre profitto dal "fenomeno" Bilbao ove uno strano edificio dentro una città trascurata si suppone possa funzionare come polo di attrazione per i turisti. Primo, le conseguenze di questo processo di lunga durata non sono state ancora verificate nemmeno a Bilbao. Secondo, Atene è sempre stata un polo turistico e mai dimenticato - non ha bisogno di altre opere di architettura per attrarre turisti. Terzo, c'è qualche indizio che mostra che i turisti che arrivano proprio per vedere un edificio super contemporaneo altresì apprezzano il Partenone? I turisti che visitano Bilbao forse sono interessati anche alla sua urbanistica umana del secolo scorso? Governi e città che cercano la pubblicità faranno bene a comprendere prima queste contraddizioni prima di mettere a repentaglio i loro veri tesori in questa vorace caccia al dollaro turistico.


NOTE:
1. Il riferimento è al governo socialista di PASOK, che è caduto il 7 marzo 2004, una settimana dopo la pubblicazione di questo articolo.

2. Questo saggio non dovrebbe essere letto in termini rigorosamente politici. Basta precisare che l'opposizione al progetto è venuta dal partito centro-destra di New Democracy (che ha vinto le elezioni successive), così come dal KKE (il partito comunista della Grecia) e lo Synaspismos (un partito indipendente a sinistra). Ho ritenuto di riferirmi alla politica di Tschumi soltanto perché i mezzi fanno così tanto dalle sue preferenze politiche presunte. La buona architettura è completamente indipendente da tutta l'affiliazione o dogma politica - una lezione che abbiamo imparato sia da Léon Krier che Christopher Alexander.

3. Non ho provato ad analizzare i difetti architettonici della costruzione proposta, per due motivi. Il primo è che le mie scritture teoriche dimostrano che questo genere di architettura non è architettura affatto. Il secondo è che, come in tutti i progetti simili alla moda, le immagini pubblicate impediscono una rappresentazione efficace della costruzione. Forniscono soltanto un'immagine non comprensibile, impressionistica ed eterea per il consumo pubblico.

4. Molti criticano l'architettura di Tschumi da anni - e sto citando soltanto il materiale pubblicato. Malgrado questo, è stato selezionato all'unanimità per questo progetto prominente. Il governo greco ha scelto di credere ad alcuni cosiddetti esperti, ed ignorare altre opinioni sulla materia. Incredibilmente, ha scelto di ignorare le informazioni concrete, andando invece verso una linea ideologica astratta.

5. Alcuni lettori hanno compreso male questo articolo come essendo interamente rivolto all'operato di Bernard Tschumi. Non è Tschumi: probabilmente sta facendo la cosa migliore che possa. Sto criticando il processo della selezione. Il governo greco ha scelto fra gli architetti viventi più difettosi ed ottenuto (nell'opinione di molta gente) un disegno difettoso di conseguenza. Il problema più profondo è che molti governi del mondo si sono raccomandati - senza dubbio dagli architetti internazionali e locali prominenti - che l'architettura migliore ha un determinato "aspetto". Per ingoiare questo inganno (cioè, dell'apparizione decostruttivista essenziale), qualcuno deve essere giudicato responsabile. Forse si attraversa infine lo spartiacque - quando la selezione di un'architettura straniera ritorna per frequentare coloro che la ha incaricata.


BIBLIOGRAFIA:
Robert Locke, "America's Worst Architect is a Marxist", FrontPage Magazine, 10 August 2001.
Philip Nobel, "How Bernard Tschumi's Star Status Undermined His First American Building", Metropolis Magazine, April 2000.


*Nikos A. Salingaros è una delle voci più chiare di un gruppo di architetti e urbanisti che sta definendo "la nuova architettura" - un'architettura adattata agli esseri umani. Con le sue conoscenza e autorità scientifiche, forma un legame essenziale fra gli architetti tradizionali e questi che applicano le leggi scientifiche all'architettura. Il Dott. Salingaros è professore di matematica a San Antonio, Texas; visiting professr alla facoltà di architettura, Università di Roma III; e professore incaricato nella facoltà di Urbanistica all'Università di Delft, Olanda. È l'autore di tre libri disponibili in linea, e molti altri scritti.

Department of Applied Mathematics, University of Texas at San Antonio, 6900 North Loop 1604 West, San Antonio, Texas 78249 USA. Telephone: (210) 458 5546, Fax: (210) 458 4439

Questo texto e stato pubblicato in Inglese in 2Blowhards <www.2blowhards.com> il 29 Febbraio di 2004; e poi in Spagnolo in FORMA <www.ediforma.net> il 4 Marzo di 2004.


 

THE NEW ACROPOLIS MUSEUM
Nikos Salingaros
salingar@sphere.math.utsa.edu
2Blowhards.com (February 29, 2004)

To emphasize that Greece has finally reached the cultural level of the other European countries, its present government1 chose the Swiss (now American) architect Bernard Tschumi to design the New Acropolis Museum. Surely, with this Museum, the Greeks demonstrate that they are up-to-date! Another goal behind this choice was to convince the British Government that it is time to return the Elgin Marbles (sculptures taken from the Parthenon in 1802) to their country of origin. In a bold gesture of optimism, the upper floor of the museum will remain empty awaiting the imminent return of the Elgin Marbles. As Tschumi optimistically declares: "I truly believe that the day the museum is finished, the marbles will return".
Nevertheless, the rest of the world does not share this self-confidence. On the contrary, Tschumi's name provokes laughter among certain architectural circles. The American journalist Robert Locke, in an article entitled "America's Worst Architect is a Marxist" presents Tschumi as a poseur: "an architect of gags that fall flat". His architecture's theoretical bases are characterized as absurd: "Tschumi's theoretical writings, the basis of his reputation, are a tangled mess that alternately induces dizziness and puzzlement as to whether the author actually knows what philosophy is, or merely heard it described by someone in a bar once … The worst of this stuff is so self-evidently empty as to defy attack".
The truth is that Tschumi became famous for his theories without having built anything at all. His buildings in Le Parc de la Villette at the edge of Paris are rightly called "follies" since they are meaningless. They startle and puzzle anyone who sees them. According to Tschumi, they represent "programmatic instability … the Park is architecture against itself". As for his first building in the United States, Columbia University's Lerner Center (where he was Dean of the Architecture School), it is widely considered to be a total failure. Its chief feature is a stubborn refusal to harmonize with its surroundings. Critics call it "an agitated, irrational mix -- an architectural fiasco -- a dud".
Who selected this man to erect a museum on Athens's most sacred ground? Are there no serious architects such as Christopher Alexander and Léon Krier so that we are forced to turn to marginal characters? And why did we forget Greek architects of international stature such as Demetri Porphyrios? Sure, France's Socialist Government under Mitterrand first validated Tschumi; but this happened mainly for political reasons. Tschumi bears a scar from the 1968 street fighting during the leftist Paris riots. Exactly the same ideological and formational roots are shared with the leader of the Greek terrorist organization "17 November". We don't judge Tschumi unsuitable because he might belong to some political ideology, however. The problem is that the building he is proposing for the foothills of the Acropolis doesn't harmonize with anything. 2
Millennia of Greek architectural tradition form a root from which many fertile branches have grown over the ages -- from before Classical antiquity, to the Neoclassical style of the early twentieth century, up to the adaptive modernism of the architect Dimitris Pikionis. Now, however, Greece is calling on someone to reveal the latest, but always sterile, ultracontemporary style. Obviously the Greek nation judges its own buildings to be worthless -- since they are irrelevant to what the great international architect from the United States wants to teach. This represents a national shame.
Like a first-year student who has not yet become aware of the life embodied in traditional architecture, and who is impressed only by shiny objects and whatever looks strange and precarious, Tschumi does not appear to distinguish between living and dead architecture. Of the museum, he says: "The argument of the building is that you can address the past while being totally contemporary, totally unsentimental. The way to address a complex problem is with total clarity". If there were no sentiment involved, why should the Greeks insist on the return of the Elgin Marbles from London? These words show that Tschumi has understood neither the Greek soul, nor what constitutes a complex system.
Contrary to what he states, his design for the museum is anything but contemporary. It simply reproduces the discredited typologies of the early Modernists from the 1920s, confused together with the works of the Bolshevik architects Konstantin Melnikov and Vladimir Tatlin. It further embraces the disintegrating influence of French pseudophilosophers such as Jacques Derrida. Tschumi's architecture, instead of uniting and organizing complexity, intensifies it. It avoids any relation to its historic environment, remaining an introverted expression of selfishness -- a glass greenhouse in Athens's harsh summer heat. 3
I am not accusing Tschumi -- someone else chose him. 4 The committee responsible for this project initially invited Daniel Libeskind and Arata Isozaki (who are even worse architects than Tschumi) to participate in the competition. Somebody in Greece who is impressed by things foreign must have become very excited by the crazy, twisted forms presented as the latest fashion in architectural journals. Now that the Acropolis Museum has become a matter of honor for a powerful group of politicians, architects, and journalists, however, how can this mistake not proceed any further? The Greek Government does not dare to admit that it made a blunder in such an important decision. For this reason, it is pushing this project towards completion. The present government can fall tomorrow (perhaps as a result of this fiasco). 1 Unfortunately, if this project is not stopped soon, we will have a structure in front of the Acropolis that deconstructs -- and desecrates -- the sacred site for many years, until it is torn down and replaced by a more suitable, adapted building. 5
The Acropolis Museum makes Greece into a laughingstock among those who know the dark reality of architectural politics. The world is starting to awake from the nightmare of a perverse architecture supported by a small but very powerful and fanatical clique. Contemporary Greece shows with its immature behavior -- chasing after all the most tasteless and superficial fashions -- that it needs some intellectual development. The country that defined Western Civilization needs to establish confidence in its own identity, and appreciate what it gave to the rest of the world all these centuries. Greece is suffering from such an intense feeling of inferiority that it denies its rich heritage, calling upon so-called experts to show it how to build alien structures.
This sad story reminds me of a time when the more developed countries would send bad goods to Greece -- rotten meat, contaminated grains, etc. -- sometimes with the collusion of the government then in power. Now this stuff is sent to the poorer African countries. But it seems that as far as architecture is concerned, Greece is still part of the Third World. Greek citizens have not yet learned to distinguish the phony from the genuine in architecture (maybe ordinary Greeks can; but apparently not those in a position of power and responsibility). Like fools, we continue to swallow whatever clever confidence tricksters sell us. And this in a country with a theatrical and cinematic tradition of clever comedies -- plays and black-and-white films from the 1950s in which imposture, pretense, and deceit play the dominant role!
The British will certainly tell Greece that the Elgin Marbles had better stay where they are now, until it becomes a serious nation. Since certain "contemporary" Greeks turn with such hatred against their architectural heritage, who can believe them when they declare a deep appreciation for their sculptural heritage? The upper floor of the Tschumi museum is condemned to gather dust -- empty.
Let this be a lesson to other countries eager to cash in on the alleged "Bilbao Effect", where an alien structure introduced into a neglected city is supposed to attract hordes of tourists. First of all, the long-term consequences of such a manoeuvre are not yet clear, not even for Bilbao. Second, Athens has always been a central tourist destination, and was never undeservedly forgotten -- it doesn't need another architectural attraction to bring in tourists. Third, what proof is there that those tourists who get excited by a deconstructivist building will also appreciate the Parthenon? Do tourists who go to Bilbao also appreciate its unique nineteenth century urban fabric? Cities and governments out to grab headlines had better understand these inconsistencies before they ruin their genuine attractions in a greedy pursuit of the tourist dollar.


NOTES:
1. Reference is to the Socialist PASOK government, which fell on 7 March 2004, one week after the publication of this article.

2. This essay should not be read in strictly political terms. It suffices to point out that opposition to the project came both from the center-right New Democracy party (which won the subsequent elections), as well as from the KKE (the Communist Party of Greece) and the Synaspismos (an independent party on the left). I felt I had to refer to Tschumi's politics only because the media make so much out of his supposed political leanings. Good architecture is totally independent of any political affiliation or dogma -- a lesson we have learned from both Léon Krier and Christopher Alexander.

3. I did not try to analyze the architectonic faults of the proposed building, for two reasons. The first is that my theoretical writings demonstrate that this kind of architecture is not architecture at all. The second is that, as in all similar fashionable projects, the published images prevent an effective representation of what the building is going to feel like. They provide only an innocent, impressionistic, and ethereal image for public consumption.

4. Criticisms of Tschumi's architecture have been around for years -- I am merely quoting published material. In spite of this, he was selected unanimously for this prominent project. The Greek Government chose to believe what certain so-called experts told it, and to ignore others' opinion on the matter. Incredibly, it chose to ignore sensory information, instead going along with an abstract ideological line.

5. Some readers misunderstood this article as being all about Bernard Tschumi. It is not. Tschumi is probably doing the best he can. What I am criticizing is the process of selection. The Greek Government chose from among the worst living architects, and got (in many people's opinion) a bad design as a result. The deeper problem is that Governments the world over have been advised -- no doubt by prominent international and local architects -- that the best architecture has a certain "look". For swallowing this deception (i.e., of the essential deconstructivist "look"), someone has to be held accountable. Maybe the watershed is finally being crossed -- when the selection of an alien architecture comes back to haunt those who commissioned it.


BIBLIOGRAPHY:
Robert Locke, "America's Worst Architect is a Marxist", FrontPage Magazine, 10 August 2001.
Philip Nobel, "How Bernard Tschumi's Star Status Undermined His First American Building", Metropolis Magazine, April 2000.


Nikos A. Salingaros is one of the clearest voices of a group of architects that are now defining the "new architecture" -- an architecture adapted to human beings. With his scientific knowledge and expertise, he is an essential link between traditional architects and those who are applying scientific laws to architecture. Dr. Salingaros is professor of Mathematics in San Antonio, Texas; Visiting Professor of Architecture at the University of Rome III; and Adjunct Professor of Urbanism at the University of Delft, Holland. He is the author of three books that are available online.

Department of Applied Mathematics, University of Texas at San Antonio, 6900 North Loop 1604 West, San Antonio, Texas 78249 USA. Telephone: (210) 458 5546, Fax: (210) 458 4439


Articolo inserito il 16 aprile 2004