A Milano la nuova Fondazione Prada firmata Rem Koolhaas
L'architetto ha presentato il 17 aprile 2008 l'ampliamento della struttura
La Fondazione Prada si rinnova e affida all'architetto olandese Rem Koolhaas
l'integrazione degli spazi esistenti nella sede di Largo Isarco a Milano e la
creazione dei nuovi ambienti, sui quali spicca una torre di luce e colori che
ospiterà una selezione delle opere della collezione Prada. Da istituzione
patrocinatrice di eventi artistici e culturali temporanei, la Fondazione di
Miuccia Prada e Patrizio Bertelli si trasformerà nel prossimo futuro in spazio
espositivo e museale anche permanente. "L'ampliamento del progetto - ha
spiegato il curatore Germano Celant nel corso di un'affollata presentazione al
pubblico e alla stampa - è non solo un ampliamento fisico e un'esigenza di
rendere permanenti le mostre, ma risponde anche alla necessità di un
ampliamento linguistico, rivolto al cinema, alla filosofia, alle performance.
L'obiettivo - ha aggiunto Celant - è quello di dare vita a un comprensorio
dedicato alla cultura contemporanea".
Patrizio Bertelli ha voluto insistere sul tema della sperimentazione, a suo
avviso cifra specifica del marchio Prada, e per questo la scelta
dell'architetto cui affidare i lavori di ampliamento e ristrutturazione
dell'area industriale della Fondazione è caduta su Rem Koolhaas, uno dei grandi
visionari della modernità, i cui coloratissimi progetti hanno grande impatto
sull'immaginario architettonico contemporaneo. Alto e sorridente, Koolhaas ha
ammesso con fare quasi timido di "aver progettato tanti musei da coprire
dieci campi di calcio", ma al tempo stesso ha notato che i musei di arte
hanno sostanzialmente assunto due tipologie: "Le vecchie strutture
industriali, interessanti perché le loro caratteristiche prevedibili non
sfidano le intenzioni dell'artista e i nuovi musei contemporanei che nascono
come contenitori per l'arte, quasi dei magazzini".
"La nuova Fondazione Prada - ha aggiunto Koolhaas - nascerà in un
complesso industriale, che tuttavia presenta un'inconsueta varietà di ambienti
spaziali". A questa varietà si uniranno i tre nuovi edifici che
l'architetto ha esposto al pubblico, dove sedevano pure degli studenti che lo
hanno salutato con lo slogan "Koolhaas è meglio del sesso". Oltre
alla torre asimmetrica e affascinante dove troveranno spazio anche le opere di Damien
Hirst, le nuove strutture concepite dall'architetto e dal suo studio
comprendono un "box" che potrà declinarsi in "cinema all'aperto,
auditorium, spazio per performance o anche centro di controllo" e un ponte
"che sarà il punto più tecnologicamente avanzato del museo". Nel
progetto milanese, ha aggiunto l'artista, "c'è la sintesi di diversi
periodi, di diverse abilità. E' un'infrastruttura per la Fondazione, che deve
essere riempita".
Su questo aspetto, e sulle possibili sovrapposizioni di responsabilità tra
l'architetto e il curatore del museo, Koolhaas è stato chiaro: "Il mio
compito - ha spiegato - è quello di fornire uno strumento, un macchinario. Devo
offrire ai curatori nuove possibilità. C'è convergenza, non competizione".
Sul tema Celant ha poi sottolineato lo stretto legame tra l'allestimento delle
mostre e l'architettura. "C'è uno scambio - ha aggiunto il curatore - tra
arte e architettuta che è il momento in cui la Fondazione ha la sua
forza".
Koolhaas non ha voluto entrare nel merito della polemica milanese sui
controversi grattacieli previsti nell'area CityLife, ma ha sottolineato le
difficoltà di progettare per la committenza pubblica, stretta tra questioni
politiche e la necessità di avere delle icone. "Ci sono grandi aspettative
di icone - ha detto - e di elementi spettacolari. Ciò che mi piace in questo
progetto è la possibilità di non dover fare i conti con queste aspettative".
Anche Bertelli ha affrontato il tema del rapporto tra pubblicoe privato, in
particolare riferendosi alla possibile concorrenza con il museo di arte
contemporanea che il comune ha affidato a Daniel Libeskind. "Questa è
un'iniziativa che nasce in un contesto e non ha vincoli: più iniziative ci
sono, meglio è per la città. Io auspico che queste iniziative avvengano e
maturino, non metterei mai un chi è primo e chi è secondo". Stando ai
progetti della Fondazione Prada e del Comune di Milano, comunque, si dovrebbe
arrivare più o meno alla pari: sia la Fondazione di Bertelli sia il museo di Libeskind
sono attesi per il 2011. Se i tempi saranno rispettati sarà una data molto
importante per la città.