Restauro e ricostruzione del Castello sforzesco-visconteo di Novara
2007-2010
Paolo Zermani (capogruppo), Alberto Andreis, Giuseppe Arena, Carmela Barillà, Mauro Grimaldi, Ezio Mancini, Fulvio Nasso, Alberto Tricarico.
Collaboratori: Valentina Azzali, Cristina Torrioni, Katia Colombo, Gianluca Galli, Giovanna Maini, Elisa Manzin, Roberto Panara, Eugenio Tessoni
La vicenda architettonica del castello di Novara è segnata da una progressiva serie di addizioni e demolizioni che si susseguono, a partire dal tracciato murario della città romana ,con cui sostanzialmente il primo fortilizio coincide, attraverso i successivi accrescimenti medioevali e rinascimentali e fino alle addizioni carcerarie ottocentesche (in parte ora demolite) che ne hanno definitivamente segnato il carattere disomogeneo.
Un cantiere secolare, intervallato da lunghe immobilità e improvvisi sussulti
edificatori.
Oggi un carattere definito permane nelle due ali Est e Nord, coincidenti con i
diversi accrescimenti viscontei, a partire dalla Turrisella, mentre il lato Sud
è occupato in parte da fabbricati di servizio, alcuni in stato di rovina,
attestati sulle fortificazioni merlate e il lato Ovest, corrispondente a uno
dei lati del castrum romano, è stato completamente demolito, ad eccezione di un
frammento isolato di epoca medioevale.
Gli scavi effettuati hanno consentito di individuare, proprio su questo lato,
l’antico tracciato romano sotterraneo di impianto originario, esattamente
collocato sulla direzione ove permane il frammento medioevale in alzato.
L'intervento generale progettato prevede il restauro delle parti esistenti sui
lati Est e Nord e la ricomposizione delle parti demolite, in particolare l'ala
Ovest, il completamento dell’ala Sud e la ricostruzione della torre
sull’accesso principale che, durante la sequenza storica, ha assunto forme e
dimensioni diverse ,affacciata sul fronte Nord verso la piazza.
Il Castello costituirà il nuovo Museo della città di Novara.
L’intero spazio sotterraneo sarà destinato al Museo archeologico, i piani terra
e primo degli ambienti restaurati nell’ala Nord ospiteranno la collezione
Civica della città di Novara, i due piani ricostruiti dell’ala Ovest
ospiteranno la Galleria d’arte contemporanea.
Nell’ala Sud si ricaverà un ristorante a servizio del Museo.
Gli spazi esterni potranno ospitare una proiezione delle mostre ospitate
nell’ala Ovest.
Nell'ala Nord, comprendente la Rocchetta, oltre il restauro di tutti gli
ambienti, l'intervento di ricomposizione architettonica riguarda anche la
torre, ancora in parte rilevabile in una delle sue diverse versioni nei
costoloni posti sopra l'ingresso voltato della parte interna, ma celata dalle
coperture a falde.
Il filo di facciata corrispondente ai due costoloni viene prolungato sui lati
destro e sinistro e lascia aperta una vista verso la piazza antistante, i
monumenti, il battistero, la cupola antonelliana.
Si costituisce così un belvedere freddo e aereo che ha valore evocativo di
nuova torre civica della città di Novara.
Nell'ala Ovest il grande muro sotterraneo e il frammento successivo
stabiliscono il punto di appoggio su cui si imposta il progetto di
ricostruzione della nuova manica del Castello, tesa a ricomporre l'unità
dell'impianto in precisa continuità con le antiche matrici viscontee,
sforzesche e spagnole.
Al piano terra la grande spina archeologica, emergente nelle sue estremità
esplorate e studiate, si colloca come elemento guida dell'organismo tipologico
che incorpora, nel fronte esterno, anche il frammento medioevale di facciata e
ne esalta la presenza, sottolineandone il valore materiale di ricostruzione,
segno della stratificazione degli usi.
All’interno, parti di mura viscontee, elevate sulle mura romane, emergeranno
dalla pavimentazione del piano terra, nel salone principale della Galleria,
mentre il muro medioevale e la torre d’angolo a Sud-Ovest, d’epoca romana,
resteranno completamente a vista, dalle fondamenta al coronamento attuale,
restaurate in maniera essenziale, essi stessi poli di attrazione
dell’esposizione.
Le quote di scavo consentiranno di rendere fruibili e visibili gran parte dello
scavo e delle strutture romane ritrovate tra cui la torre d’epoca romana posta
nell’angolo di Nord-Ovest della cinta viscontea, emersa dalla campagna di scavo
archeologico, ad ulteriore testimonianza dell’esistenza di un recinto
fortificato collocato sull’estremo angolo di sud-ovest del Castrum.
L’indagine sulla stratificazione costruttiva avvenuta nelle diverse epoche ha
portato in evidenza un cunicolo sotterraneo, orientato ad Ovest, oltre ad altre
mura e piani d’uso che saranno valorizzati all’interno del piano sotterraneo
ricavabile nell’edificio. L’intervento a questa quota, circa -3.30 m, permette
di ricavare anche diversi locali accessori necessari alla gestione delle
collezioni, ed accessibili dalla zona di scarico ricavabile nell’area della
corte protetta interna, collocata tra la manica e le mura.
Lo sviluppo di queste nuove superfici permette di realizzare un collegamento
sotterraneo tra questo edificio e la “Rocchetta” e consente di realizzare un
percorso unitario attraverso la parte sotterranea del complesso, favorendo il
recupero di spazi espositivi ricchi di fascino, legati alla fase più complessa
e antica della costruzione del Castello e una totale identificazione del Museo
archeologico con i reperti ritrovati.
Il collegamento consente di migliorare la connessione, favorendone quindi la
fruizione e la visitabilità, dei sotterranei del “Rivellino”.
Le facciate conseguono al medesimo criterio di ricomposizione: i due accessi
principali sono collocati alle estremità, in corrispondenza dei due
rinvenimenti murari emersi, quello posto sull'estremità Sud-Ovest è impostato
esattamente sull'antica porta rinvenuta nelle prospezioni archeologiche
collocata sul lato Ovest della cinta, che permane leggibile su entrambi fronti
del nuovo edificio. L’altro coincide con l’ingresso ai Musei ed è arretrato
rispetto al fronte.
La facciata rivolta verso la corte interna è volutamente incompiuta,
incorporando, nella sua consistenza contraffortata o diruta, la memoria di ciò
che è stato ripetutamente costruito e distrutto.
Nell'ala Sud le opere di restauro e valorizzazione della torre angolare, che
confina con il nuovo corpo ricostruito e la demolizione dei corpi aggiunti
esterni, presumibilmente adibiti a stalle, successivamente tamponati e di
scarso valore architettonico, consentono di ritrovare e rivedere la completezza
della antica muratura perimetrale segnata dalla scrittura merlata, ostruita e
sovralzata nel tempo.
La ricostruzione della parte conclusiva di quest’ala, contraffortata anch’essa
con alcuni elementi architettonici esterni collocati sulle misure stabilite
dalla antica merlatura, consente di recuperare ad un'unica quota il grande muro
di cinta e di tornare ad addossarvi, dall'interno, i fabbricati restaurati con
funzioni di servizio, completando la parte crollata degli stessi e tornando a
proporre la distribuzione lineare a sbalzo verso la corte che li ha sempre
caratterizzati.
È emblematico poter considerare, infine, che il progetto prende avvio da un
impianto primario, quello romano, e su quello appoggia la propria evoluzione
come seguendo, ogni volta, una logica unità del processo architettonico.
Riscritta anche nella continuità dei materiali (il mattone padano) la
spazialità del Castello restituisce un nuovo luogo di Novara, esprimendolo nel
linguaggio dei materiali e delle tecniche conosciute.
Restauro e ricostruzione del Castello sforzesco-visconteo
Anno: 2007 - 2010
Luogo: Novara
Fotografie: Mauro Davoli