Architettura

Inaugurata il "Carapace", cantina sulle colline vicino Bevagna realizzata da Arnaldo Pomodoro

È stata appena inaugurata il "Carapace", cantina sulle colline vicino Bevagna realizzata da Arnaldo Pomodoro per la Tenuta Castelbuono della famiglia Lunelli.

Disegni preparatori Maestro Pomodoro

Primi disegni Carapace

Il Carapace immerso nei vigneti di Sagrantino - foto A. Mulas

Il modello del Carapace


Arnaldo Pomodoro nel Carapace

Lo ziggurat

Costruzione del Carapace in legno lamellare - foto A. Mulas

L'interno della cupola - fase terminale dei lavori


Dettaglio dell'interno cupola - foto A. Mulas

La barricaia della Tenuta Castelbuono (foto A. Mulas)

Il Carapace

Il Carapace e il Dardo Rosso


L'opera inaugurata a Bevagna, nel cuore dell'Umbria, a pochi chilometri da Assisi, è espressione di un progetto di uno dei più grandi scultori contemporanei, Arnaldo Pomodoro che, per Castelbuono e per la prima volta nella sua lunghissima storia di artista ha scelto di firmare un'opera architettonica.
Gillo  Dorfles ha raccontato le sue emozioni di fronte alla cantina firmata da Arnaldo Pomodoro sul Corriere della Sera. “Si tratta”, scrive, tra l'altro, Gillo Dorfles, “di una grandiosa costruzione ovoidale ricoperta da una volta di rame e basata su una vasta struttura lignea che ne costituisce l'intera ossatura e che in tre stratificazioni sovrapposte viene a realizzare una sorta di “tempio rotondo” in parte ipogeo, in parte aperto al livello terreno e albergante nelle sue viscere una poderosa cantina: dunque un vero “tempio” al dio Bacco…”. Un tempio, continua Gillo Dorfles, che non screzia la straordinaria natura nella quale è immerso. Anzi. Arnaldo Pomodoro “ha dato prova di saper affrontare la concomitanza delle grandiose memorie artistiche dell'Umbria… E in questo suo sforzo è anche stato aiutato e sorretto dalla mirabile natura che circonda il luogo, così che ogni dubbio circa la preminenza dell'una o dell'altra parte viene sconfitta e sublimata dalla perfetta armonia ambientale”.

Questo progetto rappresenta per Pomodoro un'esperienza completamente nuova: quella di realizzare un'opera che fosse allo stesso tempo architettonica e sculturale. Osservando il luogo allo scultore è venuta l'idea di una forma che ricorda la tartaruga, simbolo di stabilità e longevità che, con il suo carapace rappresenta l'unione tra terra e cielo. Un elemento sculturale a forma di dardo che si conficca nel terreno sottolinea l'opera nel paesaggio.

L'idea di realizzare una cantina per i Lunelli, da tre generazioni alla guida delle Cantine Ferrari, era nata quasi per gioco, da una battuta tra Gino Lunelli e lo scultore, amici da trent'anni.
Accanto al Carapace un enorme dardo rosso fuoco, conficcato nel terreno, segna l'ubicazione della cantina rendendola visibile senza ulteriori indicazioni. Una grande vetrata che circonda le pareti consente di ammirare il paesaggio a 360 gradi. Alla presentatazione dell'opera, di difficile progettazione e di complessa realizzazione, non hanno nascosto la propria emozione sia l'artista ed i suoi collaboratori che la nuova generazione dei Lunelli: Camilla, Marcello e Alessandro. «In questo paesaggio suggestivo che ricorda quelli raffigurati dagli artisti del Rinascimento -ha detto Pomodoro- il mio intervento doveva integrarsi con l'ambiente, senza avere la fallace ambizione di mimetizzarsi. Qui sono numerosi i reperti etruschi ancora sepolti,e così ho pensato ad un animale preistorico che esce dal sottosuolo. La tartaruga, simbolo di stabilità e di longevità, con il suo carapace rappresenta l'unione tra la terra e il cielo. E' stata per me un'esperienza completamente nuova, da un lato per l'esigenza della funzionalità alla produzione e alla conservazione del vino, dall'altro per l'ideazione di una forma di forte impatto visivo per il pubblico che viene a visitare la cantina e a degustarlo».
"La terremo aperta - ha spiegato Alessandro Lunelli, che si occuperà dei rapporti con il territorio per la Tenuta - dal martedì alla domenica, anche nel fine settimana quindi, per consentire a più gente possibile di visitare questa vera e propria opera d'arte". Un luogo nuovo, come è stato definito nel corso della presentazione di oggi, perché "qui l'originale dialogo fra arte, vino e natura contribuisce alla valorizzazione di quello straordinario vitigno che è il Sagrantino".

Una struttura che sfida il confine tra architettura e scultura e che "non condiziona e non limita il nostro principale obiettivo che è quello della produzione di vino" ha sottolineato poi Marcello Lunelli, presidente della Tenuta Castelbuono, composta di 30 ettari e che tocca anche il comune di Montefalco. "In virtù di una vecchia e solida amicizia con Arnaldo Pomodoro - ha proseguito - insieme alla mia famiglia gli abbiamo proposto di realizzare questa nuova cantina in Umbria, ed il maestro, grande amante tra l'altro del Sagrantino, ha accettato con entusiasmo".

La cantina si presenta come una grande cupola ricoperta di rame, incisa esternamente da crepe che ricordano i solchi della terra, ed internamente dai segni che sono l'inconfondibile cifra stilistica del grande artista contemporaneo. Progettata in due piani, ha in quello inferiore lo spazio della cosiddetta "barricaia", ed inoltre una grande vetrata che circonda le pareti consente di ammirare il paesaggio a 360 gradi. Pomodoro ha sottolineato di avere avuto, "quasi come in una visione", l'idea di una forma che ricorda la tartaruga, "simbolo di stabilità e longevità, che con il suo carapace rappresenta l'unione fra cielo e terra". "Io sono uno sculture - ha spiegato ancora - e questo progetto è stato per me un'esperienza completamente nuova, perché ho dovuto realizzare un'opera che fosse allo stesso tempo architettonica e sculturale". "Il mio intervento - ha detto ancora Pomodoro - non doveva turbare la dolcezza di queste colline dove protagonisti sono i vigneti, anzi doveva integrarsi perfettamente con l'ambiente e così penso di esserci riuscito". Inoltre, un elemento scultoreo a forma di dardo di colore rosso che si conficca nel terreno sottolinea l'opera nel paesaggio. Una "freccia" che per Pomodoro "svetta con valore di riferimento per chi si avvicina alla cantina e, al tempo stesso, rappresenta l'attività dell'uomo e il legame con la terra".

Come ha poi ricordato Marcello Lunelli, la Tenuta Castelbuono "si iscrive nel progetto della famiglia di costituire un gruppo dell'eccellenza del bere". "Siamo rimasti folgorati dall'Umbria - ha sottolineato il presidente della Tenuta - e dopo oltre 100 anni di lavoro in Trentino con le Cantine Ferrari abbiamo scelto di venire anche qui, ad impegnarci in questa terra straordinaria". Affascinati "da una terra antica e mistica come l'Umbria e da un vino di grande potenza e longevità come il Sagrantino", i Lunelli hanno acquisito i terreni nel 2001 con i primi sforzi che sono stati rivolti ai vigneti, con nuovi impianti e la valorizzazione di quelli esistenti, ora tutti in conversione al biologico. Nel 2003 ha visto la luce il Sagrantino, a cui ha fatto seguito l'anno successivo la produzione del Montefalco rosso.

16 giugno 2012