Il progetto di B+C Architectes per il porto di Le Havre
di B+C Architectes
Primo porto francese di container, il porto di Le Havre controlla all'incirca il 60% della globalità del traffico portuale di container francese. Situato a due ore da Parigi, le Havre con Anversa e Rotterdam è uno dei porti europei capaci di accogliere le più grandi navi porta-container oggi in navigazione. Decisa a confortare questa posizione, l'autorità portuale si è ingaggiata nel progetto detto "PORT 2000", progetto dichiarato di interesse nazionale. L'obiettivo è quello di accogliere nelle migliori condizioni navi da 300 a 350 metri di lunghezza e nello stesso tempo favorire l'interscambio con gli altri mezzi di locomozione . Un'estensione dei lineari di banchine e della superficie portuale per lo stoccaggio si rendono necessari.
Per questo, il progetto prevede, entro il 2005, la creazione di 5 nuovi "poste à quais" (di circa 350m di lunghezza) all'esterno dell'attuale perimetro del porto, su di un'area oggi in parte occupata dal mare e in parte inutilizzata.
Schema generale
Il progetto, che si estende su di una superficie complessiva di 600 ettari, comprende inoltre la riorganizzazione di tutto il sistema di accesso terrestre e ferroviario e la creazione di una zona "logistica" destinata ad accogliere edifici per all'incirca 160 000 m2.
Il progetto è accompagnato da azioni di genio ecologico destinati a rinforzare l'equilibrio biologico dell'estuario della Senna con l'estensione della riserva naturale esistente.
METODOLOGIA
Piattaforme logistiche, containers, gru, "ronds point", terrapieni, strade a scorrrimento veloce, parcheggi, linee ferroviarie…
La città e il porto si fronteggiano: inestricabile e ipertrofica accumulazione di scale e funzioni. La risposta, soprattutto se rapportata alla eterogeneità delle scale e delle funzioni, presenti o a venire, non può essere quella del "riempimento", sia pure sistematico, degli spazi interstiziali.
E non può essere nemmeno a livello semplicemente del "disegno" o della "composizione" ma deve necessariamente passare per una comprensione delle differenti scale presenti sul territorio.
La zona portuale esistente, la città di Aguste Perret , la sua massa scultorea e il paesaggio dell'estuario... sono questi elementi a definire l'orizzonte.
E' a questi elementi che la futura zona portuale si confronta.
Questo tipo di approccio implica che il ruolo del "vegetale" non possa essere quello di minimizzare l'impatto e lo stridore di questo "rumore di fondo" (ovvero come resistere alla tentazione di attribuire al "vegetale" un ruolo per cosi dire "cosmetico" in rapporto alla città) ma di predisporre un paesaggio che possa essere letto come perfetta illusione (o realtà?) di una geografia preesistente.
Schema di trasformazione
Il progetto è l'occasione per evitare che il territorio diventi un "continuum" indifferenziato, l'accumulazione di una serie elementi che non comunicano, e far si che, una volta iscritto in un quadro globale, ogni elemento sia capace di conservare la sua propria identità.
Definire una strategia di questo tipo non deve intendersi solamente come "abbellire" per creare un quadro capace di incitare i futuri investitori a venire ma è da intendersi soprattutto nel senso di "restituire al paesaggio la sua funzione e il suo ruolo originario e cioè, essere nello stesso tempo prodotto rappresentativo e accompagnamento funzionale delle attività umane" .
Appare a questo punto evidente che l'adozione di una strategia progettuale, come quella qui evocata, implica l'applicazione di una metodologia di lavoro che oltrepassi necessariamente la tradizionale divisione dei ruoli e cioè:
agli architetti e agli urbanisti: la definizione delle norme e delle funzioni, l'applicazione di una serie di regole formali (la scelta dei colori, le "cubature", il costruito, etc.);
ai paesaggisti: il "visibile ", l'"estetica", il "vegetale";
agli ingegneri: l'"invisibile", il controllo dei "fluidi";
verso un approccio di tipo interdisciplinare al quale ognuno partecipi a pieno titolo e con le sue specificità.
Cosi come, vista la quantità e la natura delle funzioni e dei soggetti capaci di interagire con il tema progettuale- non ultimo il fattore temporale- noi restiamo convinti che, a questo stadio del progetto, non si tratti esclusivamente di "disegnare" una zona portuale e/o industriale.
Non è un' utopia pensare che, durante la sua storia, il progetto possa "vivere", il suo programma possa evolvere, subire aggiustamenti, accogliere nuove funzioni, dismetterne altre.
La maggior parte delle aree di questo tipo "lavorano" come se fossero in uno stato di perpetuo "work in progress".
Il progetto deve dunque, prima di tradursi in "design", badare a configurarsi come "strategia", instaurare una sorta di metodologia che lo renda capace di evolversi all'interno di un quadro dato.
Questo quadro non può che configurarsi come un fondo pre-paesaggistico, una sorta di impalcatura "à tiroirs", che "precede" il costruito (sia esso gli edifici o le infrastrutture stradali e ferroviarie) anzichè divenirne semplice accompagnamento "a posteriori".
Questa struttura vegetale prepara il territorio ad accogliere i differenti programmi e permette di gestire le inevitabili transizioni:
- temporali (presenza di aree "terminate" accanto ad aree non costruite o in attesa di essere commercializzate)
- spaziali (accumulazione e profusione di scale differenti)
- funzionali (dando "un senso" al territtorio permette a coloro che lo attraversano di orientarvisi)
Planimetria
PRESENTAZIONE DEL PROGETTO
Il progetto, approvato nel maggio 2002 dal comitato di pilotaggio sulla base di differenti simulazioni proposte dai progettisti, sviluppa le seguenti linee direttrici:
- orientazione: nella zona "logistica" l'implantazione degli edifici e dei lotti si fa perpendicolarmente all'estuario in maniera da permettere il massimo di permeabilità visuale da e verso il mare. Resta da dire che ogni edificio è accompagnato su ogni lato lungo da una banda "vuota" di all'incirca 25/30m di larghezza per fare in modo che l'edificio sia desservito da camion e treni porta container.
Schemi: Vuoti, Costruiti, Circolazioni
- circolazione: il sistema di circolazione è strutturato a partire di una colonna vertebrale il "boulevard de l'industrie" asse, situato tra nuova zona "logistica" e i settori esistenti a nord. Il "boulevard de l'industrie" contiene tra l'altro i bacini di ritenzione, e la nuova "route de l'estuaire", strada aperta alla circolazione pubblica, situata in altezza su un terrapieno e che attraversa completamente la zona portuaria e partecipa alla "messa in scena" dell'ingresso est al porto.
Prospettiva Boulevard
- apertura: una zona verde denominanta "fenetre paysagere", con costruzioni a bassa densità, aperta al pubblico e destinata ad accogliere servizi e funzioni comuni, è ritagliata all'interno dalla trama paesaggistica e diventa elemento di articolazione tra la zona di "stoccaggio container" e la zona "logistica".
Prospettiva dal mare
Questo vuoto è posizionato strategicamente nel punto in cui la "ruote dell'estuaire" cambia orientazione, da perpendicolare diventa parallela alla costa, creando un apertura visuale verso il mare.
Prospettiva via dell'estuario
In quest'area, l'installazione di un elemento alto, probabilmente una gru dismessa, permetterà ai visitatori e al pubblico di "sorvegliare" lo stato dei lavori e la vita del porto. In tutto il dispiegarsi del progetto, una delle principali preoccupazioni è stata quella di evitare che la zona divenisse un'area completamente introversa, dall'uso privatistico, una barriera alla fruizione ed alla percezione della costa. Per questo abbiamo ritenuto fondamentale Interrogarsi sulla relazione tra lo spazio "pubblico" e "privato", sulla loro possibile coesistenza e su come integrare nozioni di separazione, chiusura (pur necessari visto che la zona "logistica" è destinata ad accogliere merci in attesa di essere sdoganate, e l'accesso alla zona "stoccaggio container" è per motivi di sicurezza ristretto rigorosamente agli addetti ai lavori ) e permeabilità.
Pianta generale
In questo senso, il progetto si propone di essere elemento federatore e di ricomposizione delle differenti realtà territoriali nei quali è iscritto, attraverso un "network" di circolazioni "dolci " che permette di attraversarlo e suscettibile di coinvolgere a lungo termine tutto l'estuario fino al Ponte di Normandia.
Analisi
- paesaggio: una trama costituita da bande vegetali incostruttibili (disposte all'incirca ogni 320 metri e di circa 20m di larghezza), partecipa allo stesso titolo degli altri elementi alla costruzione del grande paesaggio marcandolo.
Abaco vegetazione
Due grandi boschi rispettivamente di 14 e 56 ettari definiscono gli ingressi est ed ovest alla nuova zona portuale. Parcheggi e barriere di controllo vi sono "ritagliati" all'interno come delle radure. La riserva naturale è prolungata fino agli estremi limiti del porto insinuandosi tra gli interstizi della zona ferroviaria e il mare.
Concetto
Un grande "vuoto" taglia su tutta la sua lunghezza l'area in direzione est-ouest, offrendo ai visitatori una prospettiva a scala territoriale (su all'incirca 8 km) e inglobando il "boulevard de l'industrie" e il sistema di terrapieni e bacini reso necessario per proteggere la zona "stoccaggio container" dalle cisterne petrolifere presenti più a nord. Tenuto conto delle enormi quantità di spazi vegetali previsti, l'autorità portuale sta valutando su proposta dell'equipe progettuale , la possibilità di installare, a sue spese e nell'area denominata "fenetre paysagere" una micro-impresa destinata all'allevamento di animali da latte e da lana. La loro presenza permetterà una manutenzione "naturale" delle aree verdi. Allo stesso modo l'area a ovest, destinata a accogliere negli anni successivi al 2005 ed in seconda fase, altri 5 nuovi "poste à quai" sarà completamente "preparata" e la loro utilizzazione affidata a degli agricoltori locali.
Pianta
Progetto Port 2000 (Le Havre (76)- Francia)
Committente: Porto Autonomo di Le Havre
Comitato di pilotaggio: Porto Autonomo di Le Havre, Comune di Le Havre, Comune di Honfleur, Comune di Gonfreville l'Orcher, DDE 76 Direction dèpartementale de l'èquipement, Organizzazione ecologica "Maison de l'estuaire"
Progettisti: B+C ARCHITECTES
Giovanni Bellaviti & Dino Coursaris architetti associati
Frèderic El-Bekkay, architetto
François Neveux et Bernard Rouyer, paesaggisti
Jaqueline Dauriac, artista
Superficie: 600 ettari
Realizzazione: 2002-2010
B+C è uno studio creato nel 1999
Principali progetti:
- Estensione del complesso sportivo J; Guimier a Tremblay-en-France
Committente: Comune di Tremblay-en-France
Superficie: 1920 mq
Realizzazione: Ottobre 2001
- Sistemazione urbana e paesaggistica "PORT 2000" a Le Havre
Committente: Porto autonomo di Le Havre
Superficie: 600 ettari
- Costruzione de la sede de la Società Cargo-Logistic a Tremblay-en-France
Committente: Società Cargo-logistic
Superficie: 460 mq Realizzazione: Maggio 2001
- Concorso per la costruzione di 50 alloggi individuali et 5 collettivi ad alta qualità ambientale a Villeneuve-su-Lot
Committente: Habitat de la Vallèe du lot
- Costruzione del loft "Cloud 9" a Booth's place, Londra
Committente: Privato Superfice: 120 mq
Realizzazione prevista: Giugno 2002