Arte come architettura. Una lettura futurista
Antonio Sant'Elia
Schizzo per la nuova Stazione di Milano, 1913 - 14
Matita nera, azzurra e arancione su carta
Dim: 15 x 28 cm
Antonio Sant'Elia |
Antonio Sant'Elia |
Mario Chiattone |
L'intenzione della mostra muove dall'idea che nella cultura italiana del XX secolo il problema dell'avanguardia - elemento non presente in tutte le culture europee - abbia pervaso anche altri linguaggi, primo fra tutti quello dell'architettura; che l'architettura in Italia sia quasi totalmente identificabile con il concetto di città, più che in altri Paesi; che esista un filo d'Arianna, non spezzato, che unisce l'avanguardia per eccellenza - il Futurismo - con le Neoavanguardie degli anni a cavallo del 1960; che questo filo ideale sia visibile nell'atteggiamento che gli artisti hanno avuto proprio nei confronti della città, e quindi dell'idea di architettura; che il linguaggio dell'arte abbia talvolta voluto sostituirsi o affiancarsi a quello dell'architettura, con un intento dichiaratamente costruttivo, architettonico e al contempo utopico. "Arte come architettura", dunque, non "arte e architettura", a sottolineare una volontà e non un dato di fatto. E in questo, c'è sempre di mezzo l'idea di avanguardia...
Mario Chiattone |
Mario Chiattone |
Mario Chiattone |
Mario Chiattone |
Agli inizi del XX secolo il Paese vive la discrasia tra le poche città - Milano in testa - che si ammodernizzano, e la stragrande maggioranza del territorio rurale che ha perduto anche quei residui punti di riferimento cittadini, in conseguenza di un'unificazione politica maldigerita e accentratrice, e che vive nelle giornate senza tempo scandite dalle stagioni. Non allo stesso modo, ovviamente, ma avendo come termini del problema gli stessi elementi - la città, la campagna, l'inurbamento come conseguenza di una vera e piena industrializzazione - negli anni Cinquanta la città, in Italia, è "il" problema. La prospettiva da cui si guarda la questione, così come le condizioni socio-politiche, sono cambiate rispetto alla prima metà del secolo, ma stranamente l'attitudine e la percezione dell'idea di città e di architettura sono molto simili a quelle futuriste: la città è il presente e il futuro, possibile e necessario allo stesso tempo.
Da un lato, dunque, la città come "fuga in avanti", come unico futuro possibile, dall'altra la città come futuro probabile, vicinissimo, come "work in progress".
Mario Chiattone |
Mario Chiattone |
Virgilio Marchi |
Per questi motivi, basandosi su questo soggetto e su questa ipotesi, la mostra confronta artisti dichiaratamente futuristi, della prima metà del XX secolo, con artisti operativi negli anni cinquanta/sessanta: i primi rappresentano la città così come la immaginano, i secondi "sentono" la città - attraverso i materiali, le forme, i frammenti, le sensazioni - e ne restituiscono gli umori, in una società solo apparentemente conciliata col suo nuovo status industriale e metropolitano.
Virgilio Marchi
Studio per un teatro - Prospetto visto dal basso, 1931
Matita e acquerello su carta lucida
Dim: 16 x 22 cm
La rassegna comprende dunque opere che abbiano come rimando tematico e ideale la città, in un percorso non tanto linearmente cronologico, ma fatto piuttosto di intrecci e di relazioni trasversali, in una rete di riferimenti che mira a evidenziare l'attualità del soggetto, anche a distanza di decenni dalla sua prima intuizione e formulazione: così il visitatore si trova di fronte grandi opere di Fortunato Depero e di Fausto Melotti, disegni inediti di Mario Chiattone e "macchine" cittadine di Piero Fogliati, straordinarie opere di Virgilio Marchi e progetti utopici (ma non troppo) di Pietro Consagra, le intuizioni formali di Enrico Prampolini e i "gesti futuristi" di Lucio Fontana, così come tanti altri lavori, tra cui straordinari e rari disegni di Antonio sant'Elia, una struttura primaria componibile di Nicola Carrino, un "igloo/capanna" di Mario Merz, i cementi armati di Giuseppe Uncini, un rarefatto modulo di Francesco Lo Savio, insieme a dieci rarissimi disegni per la sua utopica "Maison du Soleil".
Virgilio Marchi
Progetto per un teatro - Veduta prospettica, 1931
Matita e acquerello su carta lucida
Dim: 26,8 x 35,2 cm
La rassegna e il catalogo, edito da Silvana Editoriale, sono curati da Marco Meneguzzo e Danna Battaglia Olgiati, con un contributo di Piero Sartogo.
Informazioni
Arte come architettura. Una lettura futurista
Luogo: Milano - Fonte d'Abisso Arte
Via del Carmine, 7 - Milano
Periodo: dal 25 ottobre 2007 al 26 gennaio 2008
Orari: 10.30 - 13.30 / 15.00 - 19.00 da martedì a sabato. Chiusura: lunedì, festivi e dal 27 dicembre 2007 al 6 gennaio 2008
Info: 02 86464407