Car Design

Le auto "saponetta"

di Umberto Panarella

Nel 1959, quando negli Stati Uniti si iniziava a diffondere la moda di auto elefantiache con vistose pinne, nacque un'auto controcorrente: la Chevrolet Corvair.


Chevrolet Corvair

Chevrolet Corvair

Quest'auto non aveva niente degli altri modelli: non aveva le pinne, non aveva grosse dimensioni e, per giunta, montava il motore posteriore. La sua linea era pulita; infatti, la fiancata era delineata da una grossa nervatura che correva orizzontalmente dalla estremità anteriore alla posteriore; molto equilibrato era il rapporto in altezza tra fiancata e padiglione, quest'ultimo con un'ampia superficie vetrata.

La sua linea venne definita "a saponetta", in quanto composta da due volumi sovrapposti: quello inferiore della fiancata e quello superiore del padiglione, ed essendo questo molto leggero per la presenza di grosse superfici vetrate su montanti molto sottili, faceva sì che si leggeva la parte inferiore molto squadrata con gli spigoli arrotondati.

L'auto ebbe un discreto successo e venne costruita in oltre un milione di esemplari. Tale successo è da attribuirsi, principalmente, alla linea, visto che la meccanica e la trazione posteriore diedero non pochi problemi ai possessori.

Negli anni in cui fu prodotta la Chevrolet Corvair, le auto americane creavano ancora interesse e questo modello, se non fu particolarmente ambìto dal pubblico europeo, influenzò la mano dei designers di varie case tra cui la N.S.U., la Simca, la Fiat ed, in maniera minore, la Panhard.


La NSU Prinz in una pubblicita' del 1963

La NSU Prinz in una pubblicità del 1963

La N.S.U., con il modello Prinz, ricalcava le forme della Corvair ma non le dimensioni. Lunga circa 3,30 m, presentava un padiglione con grandi superfici vetrate con montanti di ridotte dimensioni, la sua linea a tre volumi dava ai possessori l'idea di possedere un'auto più importante rispetto alla più venduta Fiat 600. Così come la Corvair, presentava una nervatura che, arricchita da una cromatura, perimetrava tutta la fiancata staccandola nettamente dal padiglione.


La NSU Prinz  Seconda versione

La NSU Prinz - Seconda versione

Fu l'auto di certe categorie di automobilisti che, pur volendo un'auto per distinguersi, erano attenti a non effettuare una spesa per loro proibitiva.

Negli stessi anni in cui si imponeva la NSU Prinz, un'altra azienda d'oltralpe, la Simca, invadeva l'Italia con il modello 1000 che ricalcava la linea della Corvair. Il modello 1000 era un'auto già per un pubblico più particolare, che non si accontentava della Fiat 600 e per il quale la Fiat 1100 rappresentava già una grossa berlina. Era il pubblico al quale la Fiat avrebbe risposto solo nel 1964 con la Fiat 850.


La "Simca 1000" in una pubblicità del 1963

La "Simca 1000" in una pubblicità del 1963

L'intuito dei progettisti della Simca 1000 stava nel ricalcare le linee di un modello di successo ed offrire quello che altre utilitarie non avevano. Con la Corvair e la Prinz ha in comune le nervature del cofano motore posteriore e del baule anteriore; grosse superfici vetrate ma con montanti più grandi in particolare quello posteriore. Forzatura stilistica è la finta calandra anteriore.


SIMCA 1000

SIMCA 1000

Nel 1961 compare la Fiat 1300-1500, modello di categoria medio-alta destinata al piccolo industriale o al già affermato professionista. Anche in questo modello la fiancata è messa in evidenza da una nervatura che corre lungo tutto il perimetro della carrozzeria, i montanti risultano molto sottili con l'eccezione del montante posteriore. Il frontale piatto offre alloggiamento alle coppie di fari alla stessa maniera della Corvair. Anche in questo caso, nervature sul cofano anteriore e sul baule posteriore definiscono la linea.


FIAT 1300 - 1500

FIAT 1300 - 1500

La Panhard 24 del 1963 presentava una linea molto bassa e filante che recuperava elementi del modello 17 abbinati a soluzione ispirate alla Corvair, come ad esempio la linea di cintura alta e marcata. Di tutte le auto, questa si allontana dalla vera e propria linea saponetta per il frontale e la coda affusolati ed aerodinamici.


Panhard 24

Panhard 24

Tra le soluzioni degne di nota adottate dagli stilisti, contribuivano molto al comfort del guidatore le molte possibilità di regolazione del sedile sia in lunghezza che in altezza abbinate alla regolazione del volante. Altra innovazione l'impianto di ventilazione che serviva sia il parabrezza che il lunotto. Anche in questo modello vi erano ampie superfici vetrate e montanti sottili.