Gilda torna a casa
La vettura progettata nel 1955 da Giovanni Savonuzzi per Ghia sarà uno dei modelli di punta della mostra Dream, organizzata da Torino 2008 World Design Capital che apre al pubblico il 19 settembre 2008
Il cargo della Targolux proveniente da Chicago, atterrato lunedì 8 settembre alle 17.30 all'aeroporto di Milano Malpensa, portava al suo interno un carico molto particolare.
Si tratta della Gilda Streamline X Coupé realizzata nel 1955 dalla Ghia su disegno di Giovanni Savonuzzi, che la battezzò così in omaggio all'attrice americana Rita Hayworth.
La Gilda, pezzo unico al mondo, attualmente di proprietà di un collezionista californiano, sarà una delle vetture più rappresentative esposte nella mostra "Dream. L'auto del futuro dal 1950", organizzata da Torino 2008 World Design Capital con il sostegno della Camera di Commercio di Torino e in collaborazione con il Museo Nazionale dell'Automobile, che aprirà al pubblico il 19 settembre prossimo a Torino Esposizioni.
La mostra costituisce l'ultima parte di una Trilogia dedicata al mondo dell'auto che si è aperta lo scorso novembre con Novecento ed è proseguita in aprile con Velocità. Lo straordinario esemplare torna dunque a Torino e sarà certamente oggetto di affettuosa curiosità da tutto quel mondo di giovani e appassionati attratti dai fenomeni evolutivi del car design.
Il modello Gilda appare come l'emblema dello spensierato ottimismo degli anni Cinquanta giunto in Italia con qualche ritardo da oltreoceano anche attraverso il cinema e la letteratura. L'attenzione per il "Sogno americano" spinge il creativo a "caricare" il disegno di valenze emotive, non certo razionali. Col ricorso alle pinne, logica e follia, ragione ed emozione si fondono in un cocktail esplosivo, eroico ed erotico al tempo stesso.
Presentata al Salone dell'Automobile di Torino del 1955 proprio sotto le volte disegnate da Pier Luigi Nervi che ospiteranno la mostra Dream; la Gilda veniva annunciata come "carrozzeria ad elevate caratteristiche aerodinamiche", una "tutta-pinna" tecnicamente sensazionale quanto esteticamente provocante. La straordinarietà della sua architettura ha incoraggiato il diffondersi di aneddoti e pettegolezzi; come spesso capita per le star: si narra che la sua forma sia nata nella galleria del vento del Politecnico di Torino, altri hanno sollevato dubbi sulla velocità massima dichiarata 225 Km/h. C'è chi sostiene che, per motivi prudenziali non sia mai "sfrecciata" sino a quella velocità, abbigliata di stilemi poco conciliabili con le esigenze aerodinamiche.