|
Il quarto sesso: il territorio estremo dell’adolescenza (Firenze, Stazione Leopolda, 9 gennaio-9 febbraio 2003) di Elena Franzoia Curata da Raf Simons e da Francesco Bonami (che, oltre a dirigere la Fondazione Sandretto di Torino, si occuperà anche della prossima Biennale d’Arte di Venezia) e allestita con logica sapientemente "scatolare" da uno dei gruppi cult della giovane architettura italiana (i torinesi Cliostraat), Il quarto sesso: il territorio estremo dell’adolescenza è la mostra-evento con cui la Fondazione Pitti Immagine Discovery celebra le sfilate maschili per la primavera-estate 2003. Cover Catalogo Appuntamento semestrale di grande "tendenza" e notevole prestigio internazionale, le mostre allestite nei vasti e fascinosi spazi dell’ottocentesca Stazione Leopolda s’incaricano di portare una ventata di contemporaneità e di sofisticata trasgressione nella classicheggiante realtà fiorentina, puntando su quel binomio arte-moda che, con risultati purtroppo deludenti, aveva improntato anche l’ormai tramontato progetto della Biennale: la proposta di una lettura trasversale e globale del fenomeno della comunicazione, soprattutto visiva, legata all’abito e al suo valore espressivo e semantico. Immagine da Joe's Magazine, n. 2, 1998 Il titolo - che con sottile provocazione ingloba l’omosessualità, considerata come terzo sesso a tutti gli effetti- focalizza la sua attenzione sulla fluidità e il métissage della realtà contemporanea, in cui valori e certezze consolidate vengono messe in discussione per privilegiare le situazioni di frangia, metamorfosi e confine, a livello fisico, sociale ed estetico. T. Murakami L’adolescenza, dunque, come terrain vague non solo tra l’infanzia e la maturità, ma anche tra coscienza del sé e incertezza, fisica e psicologica, spinta emotiva e rigore razionale, estetica del trash e dell’"antigrazioso": "territorio estremo", appunto, di una conflittualità che sembra attualmente sconfinare oltre le convenzioni dell’età anagrafica per diventare forma mentis, categoria dello spirito, naturale/artificiale propensione per una dimensione del vivere più personale e libera, trasgressiva ed anarchica. |
M. E. Mark |
Campagna pubblicitaria per Comme des Garcons |
Le opere esposte - a cui i Cliostraat donano rigorosi fondali optical bianchi o neri, ricavando "stanze" e appartati anfratti che si distanziano in strette e vertiginose prospettive longitudinali lungo l’asse del grande edificio funzionalista della stazione- spaziano sapientemente tra arti, linguaggi e contesti differenti, proponendo video-installazioni (come la performance di Vanessa Beecroft o la nuova icona del cinema giovanile Cloe Sévigny) e spot pubblicitari (come Diesel e Replay ), ritratti e sequenze fotografiche ( tra cui citiamo la splendida Legion di Lee Wagstaff, oltre al notevole serial Ahh, Youth…di Mike Kelly), installazioni e opere tridimensionali, fotomontaggi ( come il Di Caprio-San Sebastiano di Olga Tobreluts, dietro cui occhieggia l’inconfondibile ghigno di Jack Nicholson), campagne pubblicitarie (tra cui le ragazzine "apparecchiute" di Comme les Garçons, oltre agli inevitabili volti di Benetton) e réportages di cronaca a sfondo sociale. |
Dettaglio dell'allestimento |
Lee Wagstaff, Legion |
Il tutto all’insegna di una sorta di contemporaneo- e talvolta inconscio- "genio e sregolatezza", che pone in evidenza la centralità e il disagio per un corpo in naturale ma sconvolgente evoluzione- stranamente analoga a quella a cui plastiche e siliconi s’incaricano illusoriamente di offrire un’alternativa artificiale- di volta in volta rifiutato e punito- come nel caso di piercingati e skin-heads- o esaltato- come nella scoperta della sessualità-, deformato o mascherato, ma comunque raramente osservato con ironia e serenità. Non è un caso, dunque, che tra le pensose, problematiche espressioni degli adolescenti spicchi, come un liberatorio e trasgressivo Inno alla gioia, il Lonesome Cowboy del giapponese Murakami, plastica reificazione dei manga ed esplicito, gaudente, giocoso omaggio alla sessualità maschile: non a caso, una delle opere più ammirate della mostra fiorentina, oltre che amatissima icona del mondo gay. Informazioni |