Indice degli articoli di arte


Peggy & Kiesler: la collezionista e il visionario

Di Alice Martignon

Mostra svoltasi a
Venezia - Collezione Peggy Guggenheim
Dal 10 ottobre 2003 al 9 gennaio 2005

"Poiché era iniziativa non commerciale, Art of This Century divenne presto un centro organizzativo di tutte le attività d’avanguardia (…) nella galleria gli artisti erano i benvenuti, la utilizzavano come una specie di club.
I giovani americani, ispirati dagli artisti europei astratti e surrealisti, che si erano rifugiati a New York, fondarono una scuola di pittura completamente nuova che Robert Coates chiamò Espressionismo Astratto.

Piccolo spazio

Piccolo spazio

Tavolino

Tavolino


Avemmo la grande gioia di scoprire e organizzare la prima mostra individuale non solo di Pollock, Motherwell e Baziotes, ma anche di Hans Hofmann, Clyfford Still, Mark Rothko e David Hare. La mostra di gruppo comprendeva Adolph Gottlieb, Hedda Sterne e Ad Reinhardt. Organizzammo anche esposizioni personali di De Chirico, Arp, Giacometti, Hélion, Hans Ritchter, Hirshfield, Theo Van Doesburg, Pegeen, Laurence Vail e I. Rice Pereira. Tenemmo inoltre diversi saloni invernali, organizzammo un’altra mostra di pittrici, due mostre di collages ed esponemmo il lavoro di vari artisti sconosciuti." (da "Una vita per l’arte" di P. Guggenheim).

Sala astratta e cubista

Sala astratta e cubista

Fruizione

Fruizione


Nell’ottobre del ’42 al numero 30 della 57° Street di New York Peggy inaugura con un orecchino di Calder e uno di Tanguy la galleria–museo Art of This Century, gesto con il quale esplicita da subito l’imparzialità del programma: tra arte astratta e surrealista. Grazie all’accorta scelta di Kiesler come progettista, "Art of This Century divenne il luogo più emozionante della metropoli".
Padre della teoria dell’unità arte-ambiente e architetto visionario, Kiesler si dimostra ben in linea con gli intenti della Guggenheim, scegliendo tra 9 progetti il più innovativo: non più barriere tra opera e osservatore.
Bandite le cornici, si crearono tre spazi distinti: galleria astratta, surrealista e cinetica; spazi altamente adattabili.
La sala astratta e cubista aveva pavimento blu, pareti con teloni ondulati dello stesso tono e quadri sospesi, risultato: forte effetto di mobilità e trasparenza.
Nella sala surrealista le opere erano appese a pioli di legno snodabili su pareti ricurve. Di sottofondo il fragore di un treno a incutere terrore e la luce che si spegne a intervalli regolari; sale come tunnel a ricordare il pulsare del sangue nelle vene.
L’arredamento biomorfico era base per le opere e sedie per il pubblico.
Infine una terza stanza dedicata a Paul Klee più un’opera di Breton e la Scatola in una valigia di Duchamp. In essa sette quadri di Klee vennero esposti in una ruota attivata da una cellula fotoelettrica. Per vedere la Valigia che conteneva l’opera completa di Duchamp in miniatura, si era costretti a guardare attraverso uno spioncino e girare la grande ruota per inquadrarvi di volta in volta le opere.

Dopo più di 60 anni, la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia in collaborazione con la Frederick and Lillian Kiesler Foundation propone numerosi materiali d’archivio tra cui disegni, progetti, lettere, documenti, cataloghi delle mostra, fotografie e manifesti.
Curata da Susan Davidson e Dieter Bogner in collaborazione con i designer di casino container (Meyer Voggenreiter, Uwe Wagner, Claudia Hoffmann), si dà forma a un progetto che vede le sale come "archivio aperto al pubblico".
La lettera di Peggy a Kiesler ci introduce a un vero e proprio percorso su binari che alterna materiali eterogenei custoditi in appositi display; facile e attenta soluzione che permette contemporaneamente fruizione e conservazione.
La struttura in plastica che si snoda su tutta la stanza crea un piccolo spazio a se stante con sedie biomorfiche e tavolino, per consultare il catalogo e proiettarsi negli anni ’40.
Spot su binario spargono la luce nell’ambiente completamente bianco, scelta consona ad un’esposizione di documenti nella quale la concentrazione si direbbe indispensabile.
Al centro la cassettiera con ritagli di giornale e libri d’epoca dimostra un gusto sempre più in linea con i nuovi indirizzi museografici tendenti a descrivere non solo l’opera ma anche il contesto storico-artistico che la circonda.


Alice Martignon


Articolo pubblicato il 6 marzo 2005