Leonardo. Dagli studi di proporzioni al Trattato della Pittura
Leonardo e il modello di cera di un cavallo ben proporzionato di Martin Kemp
Leonardo. Dagli studi di proporzioni al Trattato della Pittura di Pietro C. Marani* e Maria Teresa Fiorio*
Leonardo. Dagli studi di proporzioni al Trattato della Pittura
di Pietro C. Marani* e Maria Teresa Fiorio*
L'idea di questa esposizione nasceva, alcuni anni fa, dal desiderio di mostrare al pubblico una parte dei fondi librari posseduti dall'Ente Raccolta Vinciana di Milano, l'istituzione nata nel 1904 con lo scopo di raccogliere quanto, nel mondo, si pubblicava su Leonardo e sulla sua opera e che è divenuta importante punto di riferimento per gli studiosi a livello internazionale. Uno dei vanti dell'Ente è la serie quasi completa delle edizioni a stampa del Trattato della Pittura di Leonardo, dalla prima - apparsa a Parigi nel 1651 - alle più recenti. Tali edizioni sono spesso corredate da incisioni dei più importanti maestri di quest'arte - Stefano Della Bella tra questi - che, a loro volta, trassero i loro rami da disegni cinque o seicenteschi di artisti altrettanto importanti, che vanno da quelli più strettamente legati al seguito leonardesco, come Francesco Melzi, fino a Nicolas Poussin.
Manoscritto Eremo Camaldolense, Pagina con testo e figure umane, Milano, Ente Raccolta Vinciana |
Manoscritto Eremo Camaldolense, Pagina con testo e figure umane, Milano, Ente Raccolta Vinciana |
Oltre a ciò, l'Ente Raccolta Vinciana conserva due versioni manoscritte del Trattato della Pittura: note agli specialisti, da Carlo Pedretti a Kate Trauman Steinitz che ne diedero notizia nelle loro pubblicazioni, sono escluse dalla consultazione corrente per ragioni conservative.
Si trattava perciò di un progetto di mostra assai contenuto, di costo quasi nullo, e che, per di più, offriva l'occasione di procedere a una nuova catalogazione sistematica di tutti questi materiali, in parallelo alla scoperta di altre edizioni a stampa del Trattato. Nuovi esemplari, infatti, erano frattanto apparsi sul mercato antiquario ed erano rimasti esclusi, perché ignoti, dalle catalogazioni della Trauman Steinitz. Ne dava via via conto, nella nostra "Raccolta Vinciana", il socio Mario Valentino Guffanti, collezionista e possessore a sua volta di alcune di queste o di altre rare edizioni. Ci sembrava dunque cosa utile, per documentare la fortuna del testo leonardesco in età moderna, raggruppare tutte le edizioni - sia di proprietà dell'Ente, sia di proprietà privata - e studiarle insieme, offrendo un quadro della diffusione del Trattato che andava ben oltre i confini già noti.
Per rendere ancor più evidente il fenomeno della conoscenza del testo e dei disegni leonardeschi fino alle soglie dell'età contemporanea, si è in seguito pensato di arricchire il gruppo degli apografi e delle edizioni a stampa con alcuni disegni e incisioni che, partendo da originali di Leonardo, potessero dare forma visiva, e non solo testuale, della fortuna figurativa di alcuni degli argomenti in esso appena sfiorati. I due temi individuati, quelli delle proporzioni della figura umana e del cavallo, costituiscono forse le premesse oggettive di molte delle considerazioni espresse da Leonardo nel Trattato della Pittura. La sua ricerca dell'armonia e della "divina proporzione" nel corpo dell'uomo e del cavallo, attuata mediante la misurazione - quasi una rilevazione "archeologica" delle misure e dei rapporti delle membra col tutto - non poteva essere codificata nel Trattato. Ma l'atteggiamento di Leonardo che pur tenta di trarre regole generali dall'osservazione diretta e dalla misurazione oggettiva dei corpi, non poteva che trasformarsi nell'ambizione di offrire un'infinita casistica di deroghe e di eccezioni che formano, messe in un ordine spesso arbitrario, l'oggetto del Trattato: perché sul dato riscontrabile e misurato oggettivamente dall'artista-antiquario- architetto si calano un'infinità di "accidenti" causati vuoi dalla luce, dal movimento, dalle passioni che il pittore, vero destinatario del Trattato, ha il dovere di registrare con la stessa obiettività e precisione che si richiede al geometra. Inoltre, il tema delle proporzioni, per essere stato affrontato da Leonardo in lieve anticipazione cronologica, e, poi, quasi simulta neamente alla stesura di molte delle annotazioni poi confluite nel Trattato, aveva certamente costituito il primo indispensabile approccio alla "lettura", certo esterna, della forma umana e animale, alla sua "decodificazione" quasi, nel momento in cui egli si stava cimentando nella creazione di modelli "ideali" di bellezza, fossero tipi umani, dai ritratti idealizzati del periodo sforzesco ai volti di Cristo e degli Apostoli nel Cenacolo, o fosse il Gran Cavallo di Milano: il Monumento equestre a Francesco Sforza. Sono esattamente queste opere che fanno scaturire il confronto, presso i contemporanei, tra Leonardo e i grandi scultori e pittori dell'antichità: "Fidia, Mirone, Scoppa e Praxitello" (Baldassarre Taccone, 1493), tanto che "Apelle, Mirone, Policreto e gli altri convien che cedino" di fronte a lui (Luca Pacioli, De divina proportione, 1498). Non solo la rinascita dell'antico avviene attraverso le dichiarazioni d'intenti di Leonardo ("L'imitazione delle cose antiche è più laldabile che le moderne"), ma anche attraverso lo studio delle regole che gli "antichi" si erano dati come fondamento di quell'armonia di forme e che avevano costituito le basi per lo studio delle forme date in natura.
La mostra ha trovato dunque, nell'eccezionale disponibilità dei prestatori, l'occasione per offrire al pubblico anche un selezionatissimo nucleo di disegni di Leonardo, incentrati sulle proporzioni umane e del cavallo, provenienti dalla Royal Library di Windsor, dalle Gallerie dell'Accademia di Venezia, dall'Ambrosiana di Milano, introdotto da un disegno del Verrocchio proveniente dal Metropolitan Museum di New York, cui si uniscono il modello in cera di un cavallo a lui attribuito, non più esposto da oltre cinquant'anni, il problematico studio per la Leda del Gabinetto dei disegni al Castello Sforzesco di Milano, cui fanno eco miniature di epoca sforzesca, studi sulla figura umana di seguaci milanesi di Leonardo, un disegno di cavallo di Dürer, disegni di Poussin in preparazione della prima edizione a stampa del Trattato, e così via, fino a includere un disegno autografo di Antonio Canova e due incisioni tratte da suoi disegni che, unitamente agli studi di Giuseppe Bossi sulle proporzioni secondo Leonardo, potranno dare un'idea anche figurata della fortuna dei modelli vinciani attraverso quattro secoli.
Inserita da Martin Kemp, che ha accolto una proposta di chi scrive, nel gruppo delle mostre che si sono tenute nello scorso anno nel Victoria and Albert Museum di Londra, nel Museum of Science di Oxford, nel Gabinetto dei Disegni e delle Stampe della Galleria degli Uffizi a Firenze, e nella Alte Pinakothek di Monaco, sotto l'egida del Consiglio d'Europa e di "The Universal Leonardo", Londra, questa mostra trova finalmente la sua realizzazione a un anno di distanza dagli altri eventi espositivi per una serie di ragioni molto diverse, per la maggior parte di ordine finanziario, che non è qui il caso di richiamare. Grati per l'opportunità che ci si offre di presentare al pubblico una parte della Biblioteca dell'Ente Raccolta Vinciana, illustrata dai preziosi materiali aggiuntivi ora brevemente elencati, i curatori desiderano ringraziare tutti quanti l'hanno resa possibile, e, soprattutto, l'Assessore alla Cultura del Comune di Milano, Vittorio Sgarbi, per aver creduto in questa Mostra, e Andrea Brunello, di Artematica, senza il cui apporto di entusiasmo e di concretezza essa non sarebbe mai stata realizzata.
*Curatori della mostra:
Leonardo. Dagli studi di proporzioni al Trattato della Pittura
Milano - Sala delle Asse del Castello Sforzesco
dal 7 dicembre 2007 al 2 marzo 2008