La biografia di Arman
Arman. Opere recenti
Di Alice Martignon
Mostra svoltasi a
Mogliano Veneto (Treviso) - Brolo Centro d’Arte e Cultura
Dal 17 ottobre 2004 al 12 dicembre 2004
"Il Nouveau Réalisme è una rivoluzione dello sguardo, una nuova dimensione della sensibilità", così scriveva Arman nel ’60, così oggi viviamo la sua opera.
Curata da Casimiro Di Crescenzo e realizzata in collaborazione con la Bugno Art Gallery e il comune di Mogliano, ecco la personale di Arman con 37 originali dell’ultima fase, tra cui strumenti infranti e multipli in bronzo.
Si torna così ai soggetti più sentiti: violini e chitarre sezionate, tubetti di colore e pennelli che colano…valori distrutti dalla società del consumo.
Arman Pennelli che colano
"Un peintre qui fait de la sculture", così si definisce e ripetutamente si dimostra nei suoi "quadri tridimensionali" dove tesse object trouvé a creare nature morte contemporanee, perché "anche nelle mie composizioni volumetriche la mia volontà è sempre pittorica più che scultorea".
Secondo Arman in ogni oggetto che ci circonda è contenuto "ingegno", dimostrato attraverso la musicalità dei colori; di questo il Brolo si fa portatore proponendo una nuova chiave di lettura della teoria del recupero, con maggior attenzione al risultato estetico e al simbolismo degli oggetti.
Nato nel 2000, progettato e realizzato con i fondi del Giubileo dal comune, il Brolo, sorto dalle spoglie di due casette adiacenti all’abbazia benedettina di S.Maria Assunta, è oggi "l’entità museale più piccola che abbia ricevuto prestiti dai grandi musei di Francia e punto di riferimento per mostre di grafica, fotografia e scultura, a livello internazionale".
Casimiro propone un allestimento bianco e minimale, forse in principio condizione imprescindibile dato gli spazi ridotti, comunque accorto espediente per dar luce all’esplosione di colori che sono le opere.
Arman Esplosione di colori
Pareti lievemente inclinate ospitano cornici-teche (legno nero e vetro antiriflesso) già custodie dei quadri che per la loro tridimensionalità non lasciano che questa soluzione, qui elegante e in accordo col contenitore.
Luce schermata da tende e spot su binari ravvivano il colore sciolto delle tele.
Il percorso è chiaro nell’ordine cronologico, interrotto soltanto da uno snodo-parete e dalla scala per accedere al primo piano dove una stanza con quattro sedie blu contiene le opere più celebri, quasi tutti "Senza titolo".
Arman Il piano terra
La mostra conclude con le sculture in bronzo chiaramente de-strutturate.
Nonostante l’ambito vincolato da un’architettura "statica", è stata dimostrata con buon risultato d’insieme la possibilità di valorizzare e rivitalizzare spazi che, anche se decentrati possono nelle mani di esperti, vincere la sfida contro i grandi poli museali, troppo spesso meta del turismo di massa agevolato da entità tutt’altro che culturali con scopi tutt’altro che educativi.
Il Brolo invece, con la sua strategica controtendenza propone esposizioni: brevi, concettualmente mirate, scelte con gusto e criterio.
Alice Martignon
Articolo pubblicato il 6 marzo 2005
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