Arte

Realtà incantata. Antologica della fotografa Sibylle Bergemann

Milano - Galleria Grazia Neri
Dal 12 maggio al 13 giugno 2008

Sibylle Bergemann è uno dei nomi più noti della fotografia tedesca, un personaggio che ha contribuito a scrivere la storia della fotografia. Con questa mostra, allestita presso la Galleria Grazia Neri e realizzata in collaborazione con il Goethe-Institut Mailand, dopo le tappe di grande successo presso la Akademie der Künste di Berlino e il Museum für Photographie Braunschweig, viene presentata al pubblico italiano una selezione di oltre 70 opere. La mostra comprende circa quaranta immagini bianco e nero degli anni ottanta dedicate ad argomenti vari - ritratti, moda, patria e Paesi stranieri, e una serie di trenta polaroid, realizzate negli ultimi anni.

Thomas - Fotografia di Sibylle Bergemann / Ostkreuz / GraziaNeri

Kirsten, Hopperade, 1975 - Fotografia di Sibylle Bergemann / Ostkreuz / GraziaNeri

Lily, Margaretenhof, 1997 - Fotografia di Sibylle Bergemann / Ostkreuz / GraziaNeri

Marisa e Liane, Sellin, 1981 - Fotografia di Sibylle Bergemann / Ostkreuz / GraziaNeri

Lily, Berlino, 1996 - Fotografia di Sibylle Bergemann / Ostkreuz / GraziaNeri

Nel primo gruppo di opere si coglie molto bene il suo approccio enigmatico alla realtà, viene svelato uno sguardo soggettivo, intimo. Le immagini più recenti portano avanti la metodologia visuale e filosofica in modo nuovo; tramite un'estetica inconfondibile, la mancanza di nitidezza e la distorsione cromatica, esse creano uno spazio sospeso, con un forte impatto su chi le osserva. Il lirismo grafico delle opere di Sibylle Bergemann attira l'osservatore dentro le immagini, lo trattiene e non lo lascia più. Notizie sobrie da breve distanza, ricerca di tracce, risultati di un viaggio mentale fortemente sostanziato da una dimensione onirica: tutto questo è per lei la realtà - una realtà stupita, che stupisce, una realtà che appare incantata.


Realtà incantata -Verwunderte Wirklichkeit
Testo di Jutta Voigt
Cani, angeli, cieli e case. E donne.
Le fotografie di Sibylle Bergemann non svelano nulla. Raccontano il mistero, quello delle cose e quello degli uomini. Non c'è flash che squarci il velo tra sogno e realtà né occhio di fotocamera obiettivo e incorruttibile.
Lo sguardo è assolutamente soggettivo: "A me interessa la periferia del mondo, non il suo centro. Solo ciò che non è intercambiabile ha importanza. Se c'è qualcosa che non è del tutto a posto nei volti o nei paesaggi allora cominciano a interessarmi". Le immagini della Bergemann sono fotografie da meditazione. Bisogna sprofondare in esse, confrontarle con stati d'animo vissuti, con segretezze e aspetti inquietanti, con la propria nostalgia per l'imprevedibile e l'enigmatico.
Autoaffermazione fantastica in un mondo di calcolo e norme, visioni di una realtà incantata. La Seebrücke di Sellin, fortezza demoniaca sul mare, tra sogno e alba, opprimente, vuota, bianca. Ovunque questo bianco indifeso. Sui corpi, sui vestiti, sulle case e sui volti. Sempre il medesimo cielo. Sopra il Mar Baltico, sopra il Pacifico. La mezza casa a Hollywood fa da quinta ai film western; premendo un bottone brucia, le tracce dell'incendio alla parete sono artificiali - cos'è reale? La scalinata sinuosa con corrimano in ferro lavorato artisticamente conduce a un castello presso Gransee; là sopra è in agguato la rovina? La bellezza? Che caldo in quella giornata d'estate quando il bambino del villaggio, biondo e a torso nudo, aveva guardato la fotografa. Donne giovani, con gli occhi spalancati o coperti da maschere. Donne vecchie, nello sguardo lo stupore per il crescente allontanarsi dei loro volti da se stesse; guance di pesca caduta, angeli caduti con chiodi nelle ali - cos'è reale?
In questo libro gli uomini esistono solamente come schemi. Ballerini onirici ebbri nelle stazioni e nei parchi di divertimento, irreali, artificiali; il cavaliere della giostra in atteggiamento cavalleresco è di cartapesta.
Le fotografie di Sibylle Bergemann poetizzano il banale, completano la realtà con i sogni della realtà stessa.
La biografia ha determinato il suo stile. Negli anni in cui nella DDR l'ottimismo era prescritto, la fotografa ha fissato la serietà delle cose. Ha incoraggiato l'individualità minacciata, ricercando e scoprendo il buffonesco, lo stravagante, l'inconfondibile. Le sfaccettature dello "Stato unitario" sono emerse in corrispondenza del bordo irregolare. E sono rimaste tali. La difesa del singolo, dell'incalcolabile non è giunta a compimento, la malinconia è infinita; anche la Melancolia di Dürer si era posata sulla riva dinanzi al vasto orizzonte.
Questa bella tristezza rende lieti. Perché costituisce una difesa dal denudamento e conserva il mistero. Il mistero come rifugio - perché la speranza non muoia. E le ragazzine nei loro abiti bianchi sorridono quando saltano la corda.

Sibylle Bergemann è nata a Berlino nel 1941. Dopo studi a indirizzo commerciale, ha lavorato tra il 1965 e il 1967 nell'ufficio editoriale della rivista "Das Magazin".
Si è avvicinata alla fotografia nel 1966, facendo da assistente al Prof. Arno Fischer, uno tra i più importanti e stimati docenti di fotografia nella ex-Germania dell'Est.
Dal 1967 lavora come fotografa freelance nel campo della moda per la rivista "Sibylle" che, come nessun altra pubblicazione nella Germania est, ha avuto una enorme influenza sulla percezione collettiva della moda, ma anche della cultura e dei modi di vivere in genere. Sibylle Bergemann, con le proprie immagini proposte nella rivista, ha decisamente contribuito a creare uno stile ed un'estetica, riconoscibili e personali, della fotografia di moda. Le sue fotografie sono apparse, tra gli altri, anche sul settimanale "Der Sonntag", dal '69 e su "Das Magazin", dal '73. Ha lavorato in seguito per le case editrici "Der Morgen" e "Der Greifenverlag".
Oltre alle fotografie di moda, Bergemann ha realizzato molti ritratti di attori e artisti, reportage e immagini documentarie di grande valore.
Nel 1990 è stata tra le fondatrici dell'agenzia tedesca OSTKREUZ, che è oggi una delle più importanti agenzie fotografiche in Germania. Dal 1994 è membro della "Akademie der Künste Berlin/Brandeburg".
Ha pubblicato il suo lavoro sulle più importanti testate nazionali e internazionali, tra le quali "Die Zeit", "Der Spiegel", "Stern", "The New York Times" e "Geo", ed altre.
Nel 1996 ha ricevuto una borsa di studio della Comunità Europea presso il Centre de la Photographie France, per il progetto "Tokyo Today".
Nel 1997 ha pubblicato il libro "Sibylle Bergemann - es ist einmal" e nel 2000 "Chausseestrasse 125 - Die Wohnungen von Bertold Brecht und Helene Weigel in Berlinmitte". Sono invece rispettivamente del 1992 e del 1998 i due più piccoli volumi monografici: "Sibylle Bergemann. Verwunderte Wirklichkeit" e "Sibylle Bergemann. Es ist einmal". Tra il 1974 e il 2007, ha esposto il proprio lavoro in oltre trenta esposizioni personali ed ha partecipato a diverse altre mostre, pubblicazioni e libri collettivi. Le sue fotografie fanno parte di alcune importanti collezioni pubbliche e private, dalla Berlinische Galerie, al Deutsches Historisches Museum, dalla DG Bank al Museum für Kunst und Geschichte di Dortmund o il Musée de l'Elysée di Losanna, per citarne solo alcune. Vive e lavora attualmente tra Berlino e Gransee.

Sibylle Bergemann è rappresentata in esclusiva per l'Italia dall'agenzia Grazia Neri.

Informazioni

Realtà incantata. Antologica della fotografa Sibylle Bergemann


Luogo: Milano - Galleria Grazia Neri
Via Maroncelli, 14 - Milano

Periodo: dal 12 maggio al 13 giugno 2008

Inaugurazione: lunedì 12 maggio 2008, ore 18.30

Orari: da lunedì a venerdì 9.00 - 13.00 e 14,00 - 18.00; sabato 10.00 - 12,30 e 15.00 - 17.00; chiuso la domenica. Il 2 giugno la galleria resterà chiusa

Ingresso: libero