La biografia di Amico Aspertini
Amico Aspertini 1474-1552. Artista bizzarro nell'età di Dürer e Raffaello
Aspertini ritrovato
Spunti per approfondire l'opera e l'artista Amico Aspertini: i saggi del catalogo della mostra
I duecento anni della Pinacoteca Nazionale di Bologna. Le Biennali d'Arte Antica di Andrea Emiliani
Amico Aspertini 1474-1552. Artista bizzarro nell'età di Dürer e Raffaello
Bologna - Pinacoteca Nazionale
Dal 27 settembre 2008 all'11 gennaio 2009
L'arte visionaria ed espressionista di uno dei più eccentrici pittori del Cinquecento.
Unico nella sua capacità di fondere il classicismo dominante in Italia con la tradizione nordica tedesca e fiamminga.
Amico Aspertini (1474-1552) è il pittore bolognese più vario e imprevedibile che si possa incontrare nel panorama artistico della Bologna della prima metà del Cinquecento. Per lungo tempo poco apprezzato in virtù forse proprio della unicità inventiva delle sue soluzioni figurative, è stato il protagonista di una lenta ma inarrestabile rinascita a partire dall'apprezzamento a lui dedicato da Roberto Longhi in fondamentali pagine dell'Officina ferrarese nell'ormai lontano 1934. Nell'ultimo secolo, il giudizio sulla sua opera è andato dunque mutando: la sua cultura figurativa è stata via via messa a fuoco da interventi di studiosi ora su singole opere, ora su settori della sua attività, così varia e multiforme da toccare i campi della pittura, della scultura, della miniatura, del disegno, dell'incisione e dell'illustrazione libraria. Alcuni suoi dipinti sono stati presenti in importanti esposizioni in Italia e all'estero, ma l'intera sua attività è in questa occasione per la prima volta oggetto di un mostra monografica.
Aspertini vive in anni cruciali della storia di Bologna: perfettamente integrato nell'ambiente della corte di Giovanni II Bentivoglio, per suo incarico partecipa alla decorazione della chiesa di Santa Cecilia, insieme ai migliori pittori del momento, Francesco Francia e Lorenzo Costa. Dopo il passaggio di Bologna sotto il governo della Chiesa, continua la sua attività in rapporto con le famiglie più influenti e con le personalità più significative dello Studio Bolognese, senza mai interrompere, mosso da insaziabile curiosità, quel continuo viaggiare e disegnare per tutta Italia, che lo porterà appunto in contatto con i protagonisti della cultura artistica contemporanea: Raffaello, Dürer, Michelangelo, Filippino Lippi, Perugino.
La vitalità rivoluzionaria di Aspertini si colloca nell'ambito di un movimento anticlassico, che è stato definito come sperimentalismo anticlassico, unitamente a una frastagliata geografia culturale, che ha al suo interno componenti alquanto diversificate. L'ideale grottesco, particolarmente volto al caricato e al bizzarro, e la forzatura dei toni psicologici convivono con una profonda passione per il mondo classico e con uno sviscerato archeologismo.
Altro elemento fondamentale nell'opera di Amico Aspertini è il suo speciale rapporto con l'arte tedesca. Concreti legami e nessi effettivi con la cultura d'oltralpe sono presenti anche in altri artisti, come Dosso, Mazzolino, Zaganelli e persino Francesco Francia, che saranno presenti in esposizione, partecipi tutti della stessa circolazione di immagini e di idee. Ma l'opera di Aspertini mostra, oltre che palesi citazioni iconografiche, veri e propri parallelismi di risultati in una profonda amicizia mentale con l'arte nordica, che giunge a creare straordinarie consonanze in senso espressionista e luminista con l'arte di Martin Schongauer e Matthias Grünewald. In determinati temi religiosi, prevalentemente quelli cristologici, si va ben aldilà del gusto per l'ibridazione culturale: nel modello nordico egli andava cercando espressività emotiva e compartecipazione sentimentale, che corrispondevano a particolari esigenze devozionali.
Il tramite culturale fra Bologna e il Nord fu certamente l'Università: una fitta trama di documentati rapporti collega gli studenti tedeschi a una cerchia di intellettuali umanisti, cui apparteneva anche Aspertini. La personalità tedesca più importante a Bologna fu certamente Albrecht Dürer.
Aspertini ha con Dürer un rapporto particolare: non solo infatti abbonda in citazioni desunte dalle stampe del grande artista tedesco nei particolari dei suoi paesaggi e nei volti caricati e grotteschi che animano le sue scene, ma si impegna a riprenderne ambiziosi schemi compositivi, approfondendo un'affinità che doveva riemergere negli scambi ricorrenti fra il bolognese e il pittore di Norimberga. Il raggio delle conoscenze nordiche si allarga ancora, quando l'inquieta esplorazione psicologica cara ad Aspertini si apparenta alla pungente resa fisiognomica dei ritratti.
Aspertini importa dai suoi viaggi una aggiornatissima cultura visiva, subito individuata dagli intendenti di cose d'arte, come il contemporaneo Giovanni Filoteo Achillini, e riconosciuta poco dopo anche da Giorgio Vasari. E questa sua unicità (difficile è persino classificarlo, perché "alla maniera di nissuno mai volle soggettarsi" come dice Malvasia) gli consente di attraversare le varie epoche con risposte sempre diverse e personali da opporre alle novità offerte dalla cultura figurativa circostante, soprattutto la intensa stagione dello sperimentalismo anticlassico incarnato da diversi artisti eccentrici del Nord Italia.
La sua indipendenza culturale andava di pari passo con la sua stravaganza: "bizar più che reverso di medaglie" lo definiva Achillini e per Vasari è "uomo capriccioso e di bizzarro cervello".
Anche dell'uomo Malvasia riferisce caratteristiche peculiari, oltre la bizzarria e la stravaganza ("uomo capriccioso e fantastico"): era mancino, e questa dote risalta chiaramente in molti disegni, ma era anche capace di dipingere con ambedue le mani. E ancora Guercino diceva che aveva "due sorti di pennelli, que' da buon prezzo e que' di stima".
La mostra intende presentare il complesso dell'attività di Amico Aspertini, messa a confronto con pittori coevi.
Le sue opere (quelle fino a questo momento rintracciate) sono quarantotto, in gran parte esposte in mostra e presenti nei più importanti musei europei e americani (Washington, National Gallery of Art; Cardiff, National Museum of Wales; Francoforte, Staedelsches Kunstinstitut). Tra queste anche alcune preziose miniature (Londra, British Library; Bologna, Biblioteca Universitaria; Bologna, Archivio di Stato).
La mostra è costituita da un centinaio di opere circa, fra dipinti di Aspertini e di altri artisti, alcuni dei quali provenienti da diversi musei europei e americani.
La scelta delle opere vuole dare riscontro dell'attività dell'artista e al tempo stesso ricostruire il contesto delle conoscenze e degli scambi culturali del pittore bolognese in uno dei periodi più alti della storia artistica italiana ed europea.
L'esposizione potrà così offrire una vera e propria ricostruzione di uno straordinario contesto artistico per un arco di circa cinquant'anni.
Il percorso espositivo avrà una sua importante sezione en plein air che potrà essere fruita solo seguendo un itinerario al di fuori della mostra: del percorso faranno parte i cicli di affreschi nella chiesa di Santa Cecilia e di San Giacomo, le sculture sulla facciata della chiesa di San Petronio a Bologna e gli affreschi nella Rocca Isolani di Minerbio.
ELENCO DELLE OPERE DI AMICO ASPERTINI PRESENTI A BOLOGNA
Pinacoteca Nazionale
Adorazione dei Magi
Pala del Tirocinio (Madonna col Bambino in trono e i Santi Giorgio, Francesco,
Giovanni Battista, Girolamo, Eustachio, Sebastiano e due committenti)
Madonna col Bambino benedicente
Sacra Famiglia con il libro
Collezioni Comunali d'Arte
Madonna che allatta il Bambino
Museo Civico Davia Bargellini
Ritratto d'uomo
Santa Cecilia
Martirio dei Santi Valeriano e Tiburzio (affresco)
Seppellimento dei Santi Valeriano e Tiburzio (affresco)
San Giacomo, cappella Bonasoni Boari, già di San Nicola da Tolentino
Fregio a grottesche, due Sibille, Angelo Annunziante e Annunciata, Candelabre (affreschi)
San Martino
Madonna col Bambino e i Santi Lucia, Nicola di Bari e Agostino
San Petronio - Dipinti
Pietà e Dio Padre benedicente (1519)
Fatti della vita di San Petronio: Consacrazione di Petronio a vescovo di Bologna
ad opera di papa Celestino I, Ingresso di Petronio a Bologna, Predica del Santo
e Miracolo dell'operaio (1531)
Sculture
David con la cetra (1510)
Seppellimento della moglie di Giacobbe (1525)
Cristo e Nicodemo (1526-1530)
Palazzina della Viola
Decorazione di un soffitto a cassettoni (affreschi)
Fregio con battaglie di Giganti e leoni (affreschi)
Miniature
San Francesco riceve le Stimmate - Biblioteca dell'Archiginnasio
Profeta Geremia e San Petronio - Biblioteca Universitaria
San Petronio (1525) - Archivio di Stato
COMITATO SCIENTIFICO
La cura della mostra è di Andrea Emiliani e Daniela Scaglietti Kelescian.
Il comitato scientifico è formato da Heinrich Schultze Altcappenberg, Daniele Benati, Jadranka Bentini, Carla Bernardini, Gian Piero Cammarota, Sandro De Maria, Sybille Ebert-Schifferer, Elena Rossoni, Vera Fortunati, Angelo Mazza, Massimo Medica, Antonio Pinelli, Eugenio Riccomini, Giovanni Romano, Wolfgang Prohaska, Helga von Kügelgen.
La segreteria scientifica e il coordinamento generale sono curati da Emanuela Fiori.
Informazioni
Amico Aspertini 1474-1552. Artista bizzarro nell'età di Dürer e Raffaello
Luogo: Bologna - Pinacoteca Nazionale
Periodo: dal 27 settembre 2008 all'11 gennaio 2009
Orari: dalle ore 9:00 alle ore 19:00 da martedì a domenica; lunedì chiuso
Ingresso: intero 10,00 Euro; biglietto ridotto 8,00 Euro (con tesserino: Studenti Universitari, Accademia di Belle Arti, Conservatorio, ragazzi fino a 18 anni, gruppi superiori a 15 persone); biglietto ridotto scuole (gratuità x 2 insegnanti) 4,00 Euro cadauno
Catalogo: Silvana Editoriale, costo catalogo in mostra 29,00 Euro
A cura di: Andrea Emiliani e Daniela Scaglietti Kelescian
Info: tel. 051 6368341