Balla pittura. Balla scultura
Milano - Galleria Fonte d'Abisso
Dal 16 ottobre 2008 al 24 gennaio 2009
Nel 1978 si apriva a Modena la galleria Fonte d'Abisso, affacciata sulla via da cui prende il nome. Guidata da tre giovanissimi appassionati di Futurismo, in anni in cui la nostra avanguardia, oggi celebrata in tutto il mondo, non godeva di grande fortuna né critica né di mercato, la galleria ne divenne sin dall'inizio uno dei luoghi dì elezione, non solo sul fronte mercantile ma anche e soprattutto su quello culturale. Furono infatti chiamati da subito a collaborare i migliori studiosi di futurismo, dal rimpianto Maurizio Fagiolo dell'Arco a Giovanni Lista, da Mario Verdone a Enrico Crispolti. E già quattro anni dopo l'inaugurazione, nel 1982, usciva per le edizioni Fonte d'Abisso il grande catalogo delle opere di Giacomo Balla, realizzato da Danna Battaglia (una dei tre giovani fondatori, da tempo unica proprietaria e direttrice della galleria) in stretta collaborazione con Luce ed Elica, le figlie di Balla, e con la supervisione di Giovanni Lista, a cui si deve anche il testo introduttivo.
Da allora l'opera di Balla sarebbe stata al centro dell'attività della
galleria, che tuttavia non avrebbe mai smesso di occuparsi di tutti gli altri
futuristi: nelle sue sale sono infatti passate opere memorabili di Boccioni e Carrà,
Severini e Russolo, Depero e Prampolini, di Sant'Elia, Chiattone e Virgilio
Marchi per l'architettura e di tutto il drappello di quegli artisti che,
muovendosi sulla scia dei “padri” e maestri citati, seppero intessere la trama
ricchissima del movimento futurista nelle arti visive.
Per celebrare il trentennale della galleria Danna Battaglia Olgiati ha perciò
scelto ancora una volta Balla e ha dato vita a una mostra inedita, che aprirà
il 16 ottobre a Milano, in via del Carmine 7, in cui attraverso una quarantina
di opere vengono messe a confronto due sue “anime”, di pittore e di scultore.
Perché se è vero che il grande teorico della scultura futurista fu Boccioni,
autore di opere che si pongono fra i più alti raggiungimenti dell'arte del
secolo passato, non è meno vero che a Balla si devono alcune sculture di
altrettanta forza e valore, come Il Pugno di Boccioni, un “homme qui marche” di
segno astratto (secondo la sua linea prediletta di ricerca) tradotto in
un'opera di tale forza e intensità da indurre F.T. Marinetti a sceglierlo da
allora in poi come logo del movimento stesso. La mostra espone le Linee forza
del pugno di Boccioni (1915-1956) nella versione in metallo, una scultura
proveniente da Casa Balla, dalla vastissima bibliografia e storia espositiva.
Già prima di allora però, nel 1913-14, Balla aveva realizzato tre aeree
sculture di filo metallico sul tema delle Linee di velocità e dei Vortici,
oggetto esclusivo a quel tempo della sua ricerca dopo il ciclo magnifico delle
Velocità d'automobile e di motocicletta, di cui le Linee di velocità
rappresentano la logica evoluzione: con esse infatti Balla si impegnava a
sondare gli effetti dell'irruzione della velocità negli orizzonti antichi del
paesaggio, che ne risultava così radicalmente trasformato, quasi stravolto,
attraversato com'era dalle traiettorie, dai vortici e dai risucchi creati dal
passaggio del mezzo meccanico.
Di quelle tre opere restano i progetti esecutivi ad acquarello e tre maquette
di misura ridotta, realizzate da Balla con l'aiuto di un fabbro amico, Armando
Ricci, lo stesso che nel 1968, con il ferreo controllo delle “signorine Balla”,
ne avrebbe realizzato una piccola tiratura di nove esemplari su richiesta della
storica galleria romana dell'Obelisco, diretta da Gasparo del Corso e Irene Brin.
Una sequenza di tre sarebbe stata esposta nella Biennale di quello stesso anno
e da allora queste sculture dal grafismo elegante, come tracciate da una matita
nell'aria, avrebbero avuto una storia espositiva di prim'ordine. Tre di esse
sono ora esposte in mostra, insieme ai cinque esemplari di un'analoga tiratura,
di formato inferiore, sempre eseguita da Armando Ricci per la galleria L'Obelisco,
tratta dai disegni preparatori e dai modellini d'epoca delle sculture di
ballerini eseguiti da Balla nel 1921 per il Bal Tik Tak, il locale notturno
romano di cui progettò l'intera decorazione, oltre a queste dinamiche,
elastiche figurette di danzatrici e danzatori intenti a eseguire i passi allora
più alla moda: il Duo, la Danza serpentina, l'Ecarté, il Pas de deux, la Danse du
Feu. A corredo di entrambi questi nuclei di sculture sono esposti importanti
dipinti e disegni sul tema delle Linee di velocità e dei Vortici e sulle
Ballerine per il Bal Tik Tak.
In questa panoramica sulla scultura nell'opera di Balla non potevano mancare i
Fiori futuristi, creati dopo aver firmato con Depero il manifesto Ricostruzione
futurista del'universo (1915): un'inedita flora futurista fatta di cartoni e
lamelle di legno ritagliate in forme geometriche, pensata per contribuire a
ricostruire l'orizzonte dell'uomo moderno “rallegrandolo”, come si legge in
quelle pagine. Uno di essi figura in una celebre fotografia dello Studiolo
rosso di casa Balla a Roma. Con essi sono esposti due dipinti coevi che ne
trascrivono pittoricamente le forme aguzze e dentellate, giocose e volutamente innaturalistiche.
La mostra espone poi una scelta di dipinti e disegni in cui appare con evidenza
la costante riflessione sulla tridimensionalità da lui condotta anche in
pittura: lo si avverte già al tempo della stagione divisionista, nei primissimi
anni del Novecento, come accade nel Ritratto di Elisa del 1905, un'opera dalla
ricchissima bibliografia e dall'altrettanto ampia storia espositiva, in cui il
pastello segna vividamente il passaggio chiaroscurale tra le due metà del
volto, conferendo al volto della compagna una volumetria marcata. In seguito
l'ingaggiarsi di Balla, anche in pittura, con la terza dimensione si sarebbe
manifestato nella serie della Linee forza di paesaggio, avviata nella seconda
metà degli anni Dieci. La mostra ne espone tre straordinari esempi, fra i quali
si impone per importanza e qualità Forze di paesaggio estivo, grande dipinto da
poco ritrovato ed esposto per la prima volta nella recente monografica di Balla
a Palazzo Reale a Milano (febbraio-giugno 2008). Stessa storia collezionistica
ed espositiva per il magnifico Colpo di fucile domenicale, pubblicato in forma
di disegno al tratto sul catalogo-invito della mostra romana da Bragaglia del
1918, capostipite secondo Giovanni Lista dell'intera serie dedicata da Balla a
questo tema suggestivo giocato sulla sinestesia, in cui il suono si intreccia
con gli stimoli visivi. Negli anni Venti, poi, l'identica linea di ricerca
avrebbe dato vita a veri capolavori, come S'è rotto l'incanto e Lti, di cui
sono esposti qui gli splendidi bozzetti.
Informazioni
Balla pittura. Balla scultura
Luogo: Milano - Galleria Fonte d'Abisso
Via del Carmine,7 - 20121 Milano
Periodo: dal 16 ottobre 2008 al 24 gennaio 2009
Orari: chiusura lunedì e festivi
Catalogo: edito da Silvana Editoriale con testi di Giovanni Lista e Ada Masoero
A cura di: Danna Battaglia Olgiati
Info: tel. 02 86464407 - fax 02 860313