A Milano una mostra sul gruppo Memphis
di Claudia Redaelli
Milano - Galleria Post Design
Dal 15 novembre 2001 al 28 gennaio 2002
La Galleria Post Design di Milano, sita in via della Moscova, inaugura, il 15 novembre, la retrospettiva sul gruppo Memphis con una vasta raccolta di oggetti e di mobili che hanno segnato una rivoluzione nel panorama del design.
Gli appassionati di design, e non solo, sanno quanto importante sia stato, per la storia del design, questo movimento fondato da Ettore Sottsass nel 1981. La ricorrenza del ventennale, già alcuni mesi fa, aveva spinto la giornalista tedesca Ursula Dietz a festeggiare l’evento riunendo i fondatori di Memphis sul Ring di Masanori Umeda, ricostruendo l'immagine ufficiale del gruppo.
I designer del gruppo Memphis, nel 2000
Da sinistra e in senso orario i componenti del gruppo Memphis: Michele de Lucchi, Matteo Thun, Marco Zanini, Aldo Cibic, Andrea Branzi, Ettore Sottsass, Barbara Radice, Martine Bedin, George J. Sowden, Nathalie du Pasquier.
Fotografia ufficiale del gruppo Memphis, nel 1981
Nel settembre 1981, il gruppo Memphis espose per la prima volta i suoi oggetti e mobili, folli e variopinti, alla galleria milanese Arc’74. All'inaugurazione parteciparono migliaia di persone; l'eco sulla stampa internazionale fu vastissima.
Carlton, Scaffale per libri in laminato
Ettore Sottsass, Memphis 1981
Quegli oggetti dai colori sgargianti, ricoperti di laminati plastici e adorni di lampade a incandescenza, con la loro allegria e la loro follia mandarono in visibilio molte persone.
Super, Lampada in vetroresina e gomma
Martine Bedin, Memphis 1981
Così si esprimeva Barbara Radice: "Memphis è nata nell’81 con l’idea di cambiare lo status del design aggiornandolo alla contemporaneità.
First, sedia in acciaio tubolare
Michele De Lucchi, Memphis 1983
Ha proposto un design carico di spessore semantico, un design sensoriale attento al consumo fisico dello spazio, un design metaforico espressivo di contenuti culturali.
Century, Divano in acciaio tubolare, legno laccato e stoffa
Andrea Branzi, Memphis 1982
Con la nuova iconografia, laminati plastici, decori, colore, accostamenti di materiali diversi ed eterogenei sono entrati a far parte del linguaggio progettuale. È importante sottolineare che Memphis si distacca con decisione dal filone Postmodernista che è storicista e tendenzialmente restauratore perché cita all’indietro dalla cultura architettonica classica o vernacolare. Lo sforzo e l’interesse di Memphis sono sempre stati concentrati sul presente nel tentativo (il primo dopo il Bauhaus) di spostare in avanti la modernità.
Luxor, Armadio in legno laccato con serigrafia
George Sowden, Memphis 1982
Memphis non ha una precisa filosofia progettuale. Il progetto è il rapporto con una serie di problemi e la loro interrelazione, ed è un rapporto non sistematizzabile perché obbedisce alla logica dell’occasione. Memphis è antiideologica nel senso che non ha mai cercato soluzioni o certezze ma possibilità. Ha sempre cercato di provocare occasioni, nuove visioni e consapevolezze. Ed è quello che cerca di fare anche oggi. Con Memphis il design è cambiato. Oggi si parla di pre-Memphis e post-Memphis. Memphis come momento di rottura sta nel mezzo ed è già passata.
Vaso Titicaca
Matteo Thun, Memphis 1981
Memphis come continuità storica di quel momento di rottura è uno spazio aperto alla ricerca".
Ettore Sottsass, il fondatore di Memphis, lasciò presto il movimento - come, del resto, ne aveva lasciati molti altri - per imboccare una nuova strada:
Vaso in vetro, Mizar
Ettore Sottsass, Memphis 1982
"Le copie, a me, fanno piacere perché mi distruggono e mi costringono a rinascere in qualche maniera. Me ne vado dalla Memphis perché sono stato schematizzato, mangiato dalle copie."
Fruttiera d'argento, Murmansk
Ettore Sottsass, Memphis 1982
"Un designer Memphis, quando progetta, non disegna solo un prodotto che deve contenere, versare, illuminare, reggere, accogliere, riposare;
Divano Dublin
Marco Zanini, Memphis 1981
lo pensa, visualizza e ingegnerizza formalmente come insieme di segni espressivi di certi contenuti culturali": così Andrea Branzi, designer di Memphis, descrisse il proprio movimento.
Angoliera in laminato Madrid
Michele De Lucchi, Memphis 1987
La produzione Memphis, durata fino al 1988, rappresentò una novità assoluta nel campo del design, ponendosi in antitesi al funzionalismo e al movimento moderno: sedie scomode, oggetti inutili, scaffali senza spazio per riporre gli oggetti.
Stampa su tessuto di cotone, Cerchio
Memphis 1983
Eppure, Memphis fu una provocazione, una ventata nuova che fu accolta dall’industria del mobile, dalle gallerie d'arte e dai musei; tuttora i trecento pezzi della collezione Memphis continuano ad essere distribuiti sul mercato e vengono imitati in tutto il mondo.
Poltrona in fiberglass
Marco Zanini, Memphis 1986
La forte carica emotiva degli oggetti, lo spirito ludico che li anima, rimangono ancora intatti.
Poltroncina orange, blue, pink, purple, yellow and green
Memphis 1990