Ingo Maurer
I Racconti di luce di Ingo Maurer di Marcello Silvestro
Ingo Maurer
Un seduttore della luce. Così si definisce il light designer tedesco (grafico
di formazione) il cui amore per l'illuminazione risale ai tempi in cui, da
bambino, osservava i riflessi luminosi sui muri e sugli alberi.
Nei primi anni '60 fonda a Monaco lo studio “Design M” dando il via ai primi
progetti di lampade. Tutti all'insegna dell'ironia e della provocazione. Di
quegli anni è Bulb: semplice lampadina a incandescenza rinchiusa in una
lampadina gigante di vetro soffiato e base cromata lucida. Come in molti suoi
lavori, è evidente da subito l'interesse per materiali poveri (plastica e
alluminio) a favore di un'immagine semplice e artigianale. Cardini della sua
opera sono la mobilità dell'oggetto e l'emozionalità del manufatto, che diventa
protagonista dell'arredo di una stanza. I suoi prodotti sono veri e propri
giochi: forme essenziali che offrono molteplici possibilità di combinazioni. Come
la lampada Hearts Attack, del 1997: un lampadario con 48 cuori orientabili a
piacere realizzati in materiale sintetico e specchi.
Dagli anni '80 collabora con un consolidato team di designer, con cui crea i propri
oggetti (oltre che designer è egli stesso produttore).
Nel corso della sua attività, ha lavorato con svariati marchi e firme
internazionali, tra cui il designer Dagmar Mombac, la Random International e
Osram.
Ha dato vita non solo a creazioni per interni, ma anche a installazioni urbane
e pubbliche come le luci progettate per gli interni dell'Atomium a Bruxelles.
Nella collezione di design del Museum of Modern Art di New York si trovano le
lampade: Bulp, Gulp, Light Structure, Little Black Nothing, YaYaho, Los
Minimalos Dos, Lucellino Wall, Wo Bist Du, Edison…?, Zettel'z e Porca Miseria!
Dal 1966 possiede un'azienda industriale, la Ingo Maurer GmBh con sede a Monaco
di Baviera, in buona salute, per fortuna. In espansione, grazie a un team - una
grande famiglia, come ama definirla - che lavora con competenza e passione,
soprattutto nel settore delle realizzazioni, sempre più prestigiose.
Tra le più recenti: gli oggetti luminosi per Tiffany Wall Street a New York;
l'illuminazione dell'atrio del complesso Condé Nast a Monaco di Baviera;
oggetti luminosi e l'illuminazione dell'Atomium, il monumento simbolo di
Bruxelles.
La mostra del 2007 al Cooper-Hewitt National Museum di New York, Provoking
magic: lighting of Ingo Maurer, è stata l'esemplare manifesto della sua
filosofia di lavoro.
“Mi dico: mamma mia, esisto ancora! E mi viene in mente una nuova provocazione.
Il rischio è importante a tutti i livelli della vita”.
Sempre bello, anche a 76 anni, gentile e affabile, dimostra che si può essere
poeti e imprenditori, che le logiche della produzione possono convivere con la
libertà e le provocazioni della creazione.
Video:
È felice e gli brillano gli occhi turchini perché Luccellino, la sua lampada da tavolo creata nel 1982, è stato scelto da una commissione costituita da Italo Lupi,
Alessandro Mendini e Matteo Vercelloni per il concorso Pulchra, le cose più
belle del mondo. Luccellino potrebbe essere tra i dieci oggetti vincitori che saranno
consegnati all'eternità, interrati in un parco dentro una capsula di metallo. È
felice che questa lampada possa appartenere all'invisibile museo della bellezza
che sarà segnalato solo da una sorta di pietra tombale in mosaico. Nella sua
collezione, Lucellino, un oggetto con le ali, rappresenta l'essenza della luce:
la leggerezza.
“La luce” dice “non si può toccare, non ha sostanza, per questo cerco di essere
leggero. Offrire sensazioni: questo il mio obiettivo”.