Tancredi Parmeggiani
di Elena Forin
La Figura come mondo della biografia
1927
Nasce a Feltre il 25 settembre.
Poco dopo la sua nascita, la famiglia si trasferisce a Bologna, dove passa la
sua infanzia fino ai tredici anni insieme ai fratelli più piccoli Romano e
Silvia.
1939
Frequenta una scuola di disegno dal vero ed esegue i primi ritratti.
1940
La prematura scomparsa del padre nel 1935 quando Tancredi aveva solo otto
anni, e l'aggravarsi dello stato di salute della madre, sono le cause del
ritorno a Feltre, dove insieme ai fratelli viene affidato alle cure della nonna
e della zia materna.
1941
Si trasferisce nel collegio dei Salesiani di Belluno, dove frequenta le
scuole medie e il liceo classico insieme al fratello Romano.
1944
Si trasferisce al liceo artistico di Venezia. Tra i suoi insegnanti ci sono
Elena Bassi, Gino Morandis, Giovanni Majoli, Manlio Dazzi e Luciano Gaspari. La
preparazione al trasferimento è seguita a Feltre dal pittore Romano Conversano,
che gli fa leggere Montale, Saba, Baudelaire e García Lorca, poeta “proibito”
per il suo antifascismo e per i suoi racconti di vera realtà. Nello studio di
Conversano avviene anche l'incontro con Emilio Vedova, rifugiato come
partigiano in una stalla della zona. Tancredi parla di un Vedova travolgente
per “esuberanza di gesti e di statura, e con un “verde che ti voglio verde”
gridato. Questo verso di García Lorca era diventato un modo abituale fra noi di
salutarci”1.
1946
Frequenta l'”Associazione dell'Arco”, che promuove mostre collettive a cui
partecipano Edmondo Bacci, Mario Deluigi, Virgilio Guidi; segue il Cineclub
“Francesco Pasinetti” animato da Tinto Brass, Giovanni Millner e Tim Arcalli.
Segue i corsi di Armando Pizzinato alla Scuola libera del Nudo (Accademia di
Belle Arti di Venezia).
1947
Con l'intento di andare a Parigi per respirare una cultura più aperta,
raggiunge a piedi la Francia e arriva a Lione. Clandestino e minorenne, torna
in Italia con foglio di via. Di questo viaggio resta traccia anche nei disegni
che dona a quanti lo aiutano a sopravvivere.
Torna a Feltre, dove ha un ruolo nel film “La mascotte dei diavoli blu”, diretto
da Carlo Alberto Baltieri.
1948
È l'anno della sua prima mostra, una collettiva all'Istituto Professionale
Rizzarda di Feltre insieme al fratello Romano, a R. Ocri, T. Piccolotto, B.
Milano, R. D'Ambros, F. Luciani, G. Fachin e G. Palminteri. Alla XXIV Biennale
di Venezia vede il “Fronte Nuovo delle Arti” e, nel Padiglione Greco, parte
della collezione di Peggy Guggenheim, che offre una visione aperta su avanguardie
come cubismo e surrealismo, e che presenta opere di artisti come Kandinskij,
Mondrian e Pollock.
Continua a frequentare Vedova, Bacci, Guidi, Deluigi, Morandis, Licata, Finzi e
Vianello.
Il Pensiero Concreto del Dipingere
1949
A maggio tiene la sua prima personale presso la Galleria Sandri di Venezia,
dove mostra dei lavori di tendenza concreta e neoplastica e dove è presentato
da Virgilio Guidi. Da questo momento inizia anche una intensa produzione di
scritti e riflessioni sul suo lavoro.
1950
È a Roma, dove vive con Milton Gendel e la moglie. Giulio Turcato lo ospita
saltuariamente; frequenta lo studio di Fabio Rieti e Gilles Aillaud. È un
momento particolarmente produttivo, in cui disegna incessantemente e sperimenta
vari supporti. Gendel descrive le sue “sfere rotanti” e i suoi “paesaggi simili
a ingarbugliate matasse” come qualcosa di unico, tanto che “nessun altro allora
dipingeva così in Italia”2.
Tramite Turcato conosce e frequenta i fondatori di Forma 1. Le sue opere sono
in vendita alla galleria-libreria L'Age D'Or aperta da Forma 1 quello stesso
anno. Qui viene anche a contatto con le edizioni della Solomon Guggenheim
Foundation Museum of non Objective Painting e con riviste europee
d'avanguardia.
1951
Partecipa a “Arte Astratta e Concreta in Italia 1951” alla Galleria
Nazionale d'Arte Moderna di Roma con tre lavori: Luce n.1, Luce n.2, Luce n.3.
La mostra è organizzata da L'Age D'Or e dall'Art Club. Torna a Venezia subito dopo
la mostra. Poco dopo chiude anche l'Age D'Or.
Bill Congdon gli presenta Peggy Guggenheim, che gli mette a disposizione uno
studio a Palazzo Venier dei Leoni. È in contatto con i più importanti artisti
internazionali, tra cui Jackson Pollock. Vede il lavoro di Jean-Paul Riopelle e
Mark Tobey attraverso Michel Tapiè, che stava in quel momento lavorando al
volume Un arte autre.
Primavera
Dedica a Peggy Guggenheim uno dei suoi più recenti lavori, ottenuto “con
piccole pennellate scritte in modo quasi incontrollato”3, dei
paesaggi universali che “fanno pensare a un campo fiorito” 4: il
titolo dell'opera è Primavera.
Carlo e Renato Cardazzo, proprietari della Galleria Del Naviglio di Milano e della
Galleria del Cavallino di Venezia, insieme a Vinicio Vianello, creano un
collegamento con gli Spazialisti milanesi.
Avventura internazionale: Tancredi con Carlo Cardazzo e Peggy Guggenheim
1952
Aderisce al movimento spaziale firmando il Manifesto del Movimento Spaziale
per la televisione5.
Partecipa al Premio Graziano della Galleria del Cavallino e vince il premio
acquisto con I nostri rapporti con l'Oriente.
Partecipa con Sole nero al Premio Arbiter di Trieste e alla 39° Mostra
Collettiva dell'Opera Bevilacqua La Masa con Composizione N.1 e Composizione
N.2. Gli viene riconosciuto un acquisto al Premio Gianni della Galleria del
Naviglio, dove conosce Enrico Baj e Sergio Dangelo del Movimento Nucleare.
Partecipa alla mostra “Artisti spaziali veneziani” alla Galleria del Cavallino
e alla rassegna “Artisti spaziali” a Trieste alla Galleria Casanova; partecipa
al Premio Graziano alla Galleria del Naviglio e vince ex aequo con Gustavo
Boldrin e Alessandro Diani la 40° Mostra Collettiva dell'Opera Bevilacqua La
Masa con l'opera Aspirazione a New York.
Peggy Guggenheim dona Primavera al Museum Of Modern Art di New York.
1953
I fratelli Cardazzo gli dedicano personali a Venezia e Milano.
Alla Galleria Pro Arte di Lugano espone nella mostra “Sei artisti spaziali” con
Capogrossi, Crippa, Dova, Fontana e Matta. A giugno la mostra si sposta a
Vicenza alla Galleria del Calibano con l'aggiunta di Deluigi, De Toffoli,
Donati, Peverelli, Morandis, Vinicio.
Di fine maggio è la personale “Natura=Spazio” alla Galleria del Naviglio: nelle
sue note parla di spazio, di natura e dell'uomo, che “attraverso il pensiero ha
assimilato lo spazio facendone il più perfetto concetto di infinito” 6.
Partecipa al Premio Burano.
A settembre, in occasione della mostra a Ca' Giustinian di Venezia, Anton
Giulio Ambrosini scrive il manifesto Lo Spazialismo e la pittura italiana nel
XX secolo. Tancredi partecipa alla mostra ed è tra i firmatari del manifesto.
Palazzo Belle Arti di Torino ospita la mostra “Pittori d'oggi Francia-Italia”.
Tancredi porta La serra, esposta nuovamente insieme a Gioco della palla alla
41° Mostra Collettiva dell'Opera Bevilacqua La Masa tra la fine del 1953 e
l'inizio del 1954.
Sono di questi anni anche le donazioni di Peggy Guggenheim a molti musei
americani7 e l'attivazione di un collezionismo oltreoceano.
1954
Partecipa alla mostra “16 artisti veneziani” alla Galleria Numero di
Firenze. La XXVII Biennale di Venezia rifiuta le opere da lui presentate.
In autunno Peggy Guggenheim organizza a Palazzo Venier dei Leoni una mostra in
progress tra sua figlia Pegeen e Tancredi.
L'Europa e il mondo
1955
Partecipa a “Tendances actuelles 3” alla Kunsthalle di Berna, insieme a Sam
Francis, Mark Tobey, George Matthieu, Camille Bryen, Henry Michaux, Jackson
Pollock e Jean-Paul Riopelle.
Vince con Soggiorno a Venezia il III Premio di Pittura Esso, patrocinato dalla
Biennale di Venezia. L'opera è acquistata dal Museo d'Arte Moderna di Ca'
Pesaro. Partecipa alle collettive della Galleria Stadler diretta da Michel
Tapiè, e della Galleria Paul Facchetti.
1956
In autunno tiene delle personali alla Galleria del Cavallino e alla
Galleria Selecta di Roma (anch'essa diretta da Carlo Cardazzo).
1957
Partecipa alla rassegna “Italy. The new vision. Selection of
contemporary painting and sculpture” presso le World House Galleries di New
York, e “Trends in watercolors today”, al Brooklin Museum.
1958
Peggy Guggenheim continua a sostenerlo all'estero: la Seidenberg Gallery di
New York e la Hanover Gallery di Londra gli dedicano mostre personali.
Il quotidiano “Il Giorno” promuove “Giovani artisti italiani” alla Società
permanente di Milano; Tancredi vi prende parte con tre opere.
Arturo Deana, proprietario della Trattoria La Colomba, gli commissiona la
decorazione del soffitto di una delle sale.
Il 15 novembre sposa la pittrice norvegese Tove Dietrichson.
Il Kansas State College di Kansas City, l'Art Museum di Pasadena e il Carnegie
Institute di Pittsburg espongono sue opere.
1959
La Galleria del Cavallino gli dedica una serata, “Venezia saluta Tancredi”
in cui presenta “A proposito di Venezia”, opere di omaggio e di congedo dalla
città, da cui intende allontanarsi per un pò.
Si ferma a Milano, dove inizia a lavorare con Beatrice Monti della Galleria
dell'Ariete, dove in giugno espone nuovamente “A proposito di Venezia”.
Passa l'estate in Svezia e Norvegia; vede le opere di Munch e di Ensor, che lo
colpiscono profondamente.
Partecipa all'XI Premio Internazionale Lissone per la Pittura; si trasferisce
con Tove a Parigi.
Degli scherzi accorati… con un tanto di Ridicolo
Nella Parigi lacerata dalla guerra d'Algeria e scavata dal dolore, nascono le
“Facezie”, che risentono di un mutamento esistenziale e artistico. “La
sofferenza che vedevo a Parigi - dice Tancredi- mi ricordava un po' quella che
vedevo nella mia prima giovinezza, sortendo vecchie ragioni alienanti, perciò
iniziai a inserire dei personaggi nei miei quadri (…) questi personaggi
uscivano dalla penna o dal pennello come “impressioni emotive figurate” così
come quelle di prima erano “impressioni emotive non figurate” 8. “Io
chiamo quasi tutti questi quadri “Facezia”; degli scherzi accorati qualche
volta forse, con un tanto di “ridicolo”9.
Realizza anche gli “Arabeschi” disegni e tempere dai titoli poetici e di
estrema eleganza.
A Parigi ritrova Riccardo Licata, attraverso il quale incontra anche Aldo
Mondino; riprende i rapporti con Paul Facchetti e la Galleria
Stadler, entra in contatto con Giacometti e con il mondo surrealista di
Jean-Jaques Lebel, Victor Brauner e Alain Jouffroy; rivede le opere di CoBrA e
di Yves Klein.
A dicembre partecipa alla VIII Quadriennale di Roma con Swezia, Norvegia, e
Omaggio ai Vichinghi. Sempre a dicembre, il 20, nasce la sua prima figlia,
Elisabet.
1960
Espone con Licata e Mondino alla Galleria Bellechasse.
In primavera va in Svezia con Elisabet e Tove.
Tra aprile e giugno, a Palazzo Reale di Milano e alla Galleria Nazionale d'Arte
Moderna di Roma, si tiene la mostra “Arte italiana del XX secolo da collezioni
americane”, dove viene esposta la Primavera donata nel 1952 da Peggy Guggenheim
al Museum Of Modern Art di New York.
In risposta al processo razzista in Sudafrica del 1959, Lebel e Jouffroy
organizzano “Anti-procès” alla Galerie Des Quatres Saisones, una rassegna sui
diritti dell'uomo e contro ogni forma di moralismo a cui partecipa un ampio ed
eterogeneo gruppo di artisti10 tra cui Tancredi. La seconda edizione
si tiene alla Galleria Il Canale di Venezia, in concomitanza e contro la
Biennale11. Pochi giorni dopo, sempre alla Galleria Il Canale,
Tancredi inaugura una grande personale, con cinquantadue opere tra disegni,
acquerelli e dipinti degli ultimi due anni. Provocatoriamente espone due rotoli
di carta igienica interamente dipinti, Arte Formale e Arte Informale.
Passa l'estate e l'autunno in Val Camonica: i graffiti preistorici influenzano
i disegni e hanno un certo peso nella nascita dei “Mostri”.
1961
Grazie a Lebel conosce Arturo Schwarz, proprietario di una
libreria-galleria aggiornata e promotrice del surrealismo e del dadaismo.
Schwarz all'inizio del '61 inaugura la “Collana del bianco e nero” pubblicando
“Tredici facezie di Tancredi”, dei disegni a china del 1960 caratterizzati da
un segno automatico.
Frequenta il Bar Giamaica a Brera; qui incontra Guido e Sandro Somarè, Arturo
Vermi, Angelo Verga, Andrea Cascella, Sandro Martini; qui ritrova anche Roberto
Crippa, Gianni Dova e Sergio Dangelo.
All'inizio di marzo inaugura alla Galleria dell'Ariete una mostra sulle
“Facezie”, presentata da Alain Jouffroy.
L'ultima manifestazione di “Anti-procés” si tiene a Milano alla Galleria Brera.
Tra i partecipanti ci sono anche Twombly e Rauschenberg, ma Tancredi decide di
ritirare la propria partecipazione.
A giugno è presente nella collettiva “Sei pittori veneziani” alla Galleria La
Loggia di Bologna, e prende parte al “Premio Morgan's Paint. III Biennale
internazionale per la pittura e la scultura Italia-Jugoslavia” di Rimini.
Alla fine dell'anno risale un breve soggiorno in Svezia. Al rientro si dedica
ai “Diari Paesani”, sua risposta ai Combine paintings di Rauschenberg visti
alla Galleria dell'Ariete in ottobre.
Dipinti da me e da altri
1962
“In questi miei Diari Paesani - dice Tancredi12- voglio rivelare
quella realtà dello spirito che ho trovato tornando dalla Svezia dove ho
lavorato sotto un occhio nuovamente dimensionato ed ho cercato di imprimervi
quell'atmosfera così italiana e, più esattamente veneto-lombarda di cui è così
ricca la nostra giornata”. I “Fiori dipinti da me e da altri al 101%” esprimono
le sue analisi, la critica al mercato, la presa di coscienza di una alienazione
umana e sociale. Parlando di questi lavori, dice a Berto Morucchio di essere
finalmente “scoppiato”: “sono le nuove basi, e si ricollegano a tutto il mio
passato legando tutto. Dentro c'è Rothko, Miller, Rauschenberg e Evtuscenko, il
giovane poeta russo (…) c'è dentro tutta la tradizione cinese, persiana, greca,
egiziana, maomettana, italiana, francese” 13. Prende parte al Premio
Apollinaire di Ca' Giustinian a Venezia dove espone Senza titolo (Giornali
senza parole) del 196114, Senza titolo (Fiori dipinti da me e da
altri al 101% n.5) del 196215; partecipa a Continuità n.2, ideata da
Guido Ballo; partecipa alla I Mostra Internazionale della Cooperativa Artistica
presso la Galleria Bevilacqua La Masa, e a giugno la galleria Il Canale gli
dedica una personale in cui espone i “Fiori dipinti da me e altri al 101%” e
tre grandi tele intitolate Hiroshima.
In autunno partecipa al Premio Marzotto.
Rientra a Milano dopo un rapido soggiorno a Parigi. Il suo disagio si manifesta
in maniera sempre più profonda.
1963
É ricoverato per due mesi nella casa di cura Villa Tigli di Monza.
Nonostante la quasi completa inattività, la Galleria Il Canale e la Galleria
dell'Ariete gli garantiscono la partecipazione a varie collettive: la XIV
Mostra Nazionale Premio del Fiorino di Firenze, la IV Biennale Internazionale
d'Arte di San Marino, la XII Mostra Nazionale di Pittori-Golfo della Spezia, e
al XVII Premio Nazionale di Pittura F.P. Michetti di Francavilla al Mare. Con
Hiroshima 2. Baldoria ad Hiroshima vince il VII Premio di Pittura e Scultura
Internazionale Amedeo Modigliani Città di Livorno.
Il 26 giugno nasce il figlio Alessandro; in autunno Tove torna in Svezia con i
figli.
Per un breve periodo vive dal fratello Romano a Roma. Da lì va a Venezia.
Io non so scrivere, forse riuscirò a dipingere quello che sento
1964
Dai suoi diari emergono difficoltà e solitudine.
Viene internato all'ospedale psichiatrico di San Servolo, dove rimane fino agli
inizi di giugno.
Viene chiamato a partecipare alla XXXII Biennale di Venezia con tre opere:
Omaggio a Gauguin, Giornali senza parole, e Dalle origini al carnevale.
Morucchio, nel raccontare il giorno dell'inaugurazione, lo ricorda aggrappato
all'amatissima moglie, e con uno stato d'animo ormai “schiantato” 16.
A luglio parte per la Svezia con Tove e i figli, e qui riprende a disegnare:
gli piacciono le foglie, le piante, e un'idea di natura da portare nelle case e
nelle città “dove non ce n'è abbastanza” 17.
In agosto rientra da solo a Roma. Le sue ultime opere narrano la realtà con una
incredibile oggettività, nel tentativo forse di dar voce a una estrema
necessità di indagine, manifestata in una celebre frase dei suoi appunti, in
cui dice che “La vita è ancora tutta da scoprire”.
Il primo ottobre la sua salma viene recuperata dal Tevere, all'altezza di Ponte
Sisto.
Nota bibliografica
Imprescindibile riferimento e fonte bibliografica su cui è stato impostato
questo scritto, è il decennale lavoro di Marisa Dalai Emiliani18;
tra gli altri testi e testimonianze consultati per questo studio merita una
particolare segnalazione anche quello relativo alla mostra del 1973 alla
Rotonda di Via Besana19.
Note:
1 da Tancredi. Il mio vocabolario è l'universo, Mazzotta,
Milano, 1984. Testo integrale pubblicato alle pagg. 19-22.
2 GENDEL M. in Tancredi, Rotonda della Besana, Milano, 1973.
3 In Scritti di Tancredi, cap.6 appunto 3, pg 105.
4 Ibidem.
5 Insieme a lui firmano A.G. Ambrosini, A. Burri, R. Crippa, M. Deluigi,
B. De Toffoli, G. Dova, E. Donati, L. Fontana, G. Carozzi, V. Guidi, B.
Joppolo, G. La Regina, M. Milani, B. Morucchio, C. Peverelli, V. Vianello.
Questa adesione viene spesso descritta come data da motivi occasionali, come la
partecipazione all'ambiente veneziano e la mediazione di Guidi.
6 In Tancredi, 152° Mostra del Naviglio, Milano, Galleria del Naviglio,
1953, catalogo della mostra.
7 Senza Titolo (Rouge et Noir), 1953, olio su tela, The Nelson-Atkins
Museum of Art, Kansas City; Senza titolo, [1954], olio su masonite, The Frances
Lehman Loeb Art Center, Vassar College; Venezia, 1955, tecniche miste su carta,
The Frances Lehman Loeb Art Center, Vassar College; Senza titolo, [1957], olio
su tela, The Wadsworth Atheneum, Wadsworth; Senza titolo (Davbreak in Venice),
[1957], The Nelson-Atkins Museum of Art, Kansas City; Senza titolo, 1958,
acquerello su carta, The Wadsworth Atheneum, Wadsworth.
8 In Scritti di Tancredi, cap.7 appunto 2, p.113
9 Dal catalogo della personale presso la Galleria dell'Ariete di Milano,
2 marzo 1961, nota 150.
10 Bona, Bouvier, Brauner, Bryen, Camacho, Cardenas, César, Dado, Dufour,
Ferro, Fahalström, Harloff, Herold, Hiquily, Hundertwasser, Lam, Lebel, Licata,
Manina, H. e P. Martin, Matta, Michaux, Mondino, Peverelli, Andrè-Poujet,
Prévert, Saby, Watteau, Zanartü e Tancredi.
11 A Lebel e Joufroy si unisce Rusconi; gli artisti sono Baj, Bat-Josef,
Bona, Bouvier, Brauner, Cazac, Corso, Crippa, Paolucci, Dado, Dorcely, Dova,
Ferro, Guino, Harloff, Herold, Hiquily, Hundertwasser, Lam, Lebel, Le
Toumellin, Licata, Lora, Manina, H. e P. Martin, Matta, Metcalf, Michaux,
Mondino, Oppenheim, Penalba, Peverelli, André-Poujet, Quentin, Saby, Scanavino,
Tinguely, Visieux, E. Zanartü.
12 In Scritti di Tancredi, cap.4, appunto 6, p 98.
13 MORUCCHIO B., Milano onora Tancredi, in La Gazzetta delle Arti,
dicembre 1972.
14 Anno attribuito.
15 Anno attribuito.
16 MORUCCHIO B., In ricordo di Tancredi, in “Pittori italiani e
stranieri. Saggi critici”, Corbo e Fiore Editori, Venezia, 1985, p. 47.
17 In Scritti di Tancredi, capitolo 7, appunto 3, p. 115.
18 DALAI EMILIANI M., (con la collaborazione di Silvia Mascheroni e
Cecilia Scatturin), Tancredi - i dipinti e gli scritti, Allemandi, Torino,
1997.
19 Tancredi, catalogo della mostra alla Rotonda di Via Besana, con testi
di DALAI EMILIANI M., MAFFI M. e con testimonianze di GENDEL M., SCHWARZ A. e
scritti dell'artista. Arti Grafiche Fiorin, Milano, 1973.