Biografie

Giulio Paolini

di Maddalena Disch

Giulio Paolini

Giulio Paolini è nato a Genova nel 1940 e vive a Torino. Spesso associato al movimento dell'Arte Povera, si distingue per una pratica artistica che si inscrive in un ambito più strettamente concettuale. Punto d'origine e di riferimento permanente della sua ricerca è la prima opera realizzata nel 1960: Disegno geometrico è una tela dipinta a tempera, sulla quale l'artista si è limitato a tracciare la squadratura della superficie, procedimento preliminare a ogni possibile rappresentazione. A partire da questa prima riflessione sullo spazio della rappresentazione e lo statuto stesso dell'opera, Paolini ha sviluppato una complessa ricerca incentrata tanto sugli strumenti del fare artistico, quanto sulla figura dell'autore come operatore del linguaggio e complice dello spettatore. Le sue opere improntate a una dichiarata teatralità mettono in scena l'attesa di un'immagine incognita, che alla ricerca di un modello, allo stesso tempo nuovo e antico, sfugge costantemente alla sua definizione. Tra le principali caratteristiche del suo modo operativo figurano la citazione, la duplicazione e la frammentazione, impiegati come espedienti per inscenare la distanza rispetto a un modello compiuto e per fare dell'opera un "teatro dell'evocazione". A questi procedimenti che attingono a un vasto repertorio di mitologie e memorie culturali, ricuperate attraverso la fotografia, il collage e il calco in gesso, fanno da pendant allestimenti articolati e compositi, imperniati su dinamiche additive (serialità, ripetizione, giustapposizione), centrifughe (esplosione e dispersione a partire dal centro) oppure centripete (concentrazione, sovrapposizione, incastro). In tempi recenti, l'incessante indagine paoliniana intorno alla definizione e alla ragione dell'opera verte con particolare insistenza sull'atto espositivo, inteso come momento fondamentale dell'incontro con l'opera.

Dal 1964, l'anno della sua prima mostra personale alla Galleria La Salita a Roma, Paolini ha esposto in gallerie e musei di tutto il mondo. La collaborazione con le gallerie d'avanguardia italiane degli anni Sessanta e Settanta (La Salita, Roma; Notizie, Torino; Galleria dell'Ariete, Milano; Galleria del Leone, Venezia; La Tartaruga, Roma; L'Attico, Roma; Studio Marconi, Milano; Modern Art Agency, Napoli) è integrata rapidamente dalla regolare presenza in importanti gallerie straniere (dal 1971 Paul Maenz, Colonia; dal 1972 Sonnabend, New York, dal 1976 Yvon Lambert, Parigi). Dagli anni Ottanta, Paolini è rappresentato principalmente dalle gallerie Christian Stein, Milano-Torino; Paul Maenz, Colonia; Massimo Minini, Brescia; Mario Pieroni, Roma; Yvon Lambert, Parigi; Marian Goodman, New York.

Le grandi antologiche nei musei prendono avvio verso la fine degli anni Settanta (Istituto di Storia dell'Arte dell'Università di Parma, Parma, 1976; Städtisches Museum, Mönchengladbach, 1977; Mannheimer Kunstverein, Mannheim, 1977; Museo Diego Aragona Pignatelli Cortes, Napoli, 1978; Stedelijk Museum, Amsterdam/The Museum of Modern Art, Oxford, 1980) per culminare nella seconda metà degli anni Ottanta (Le Nouveau Musée, Villeurbanne, 1984, itinerante a Montréal, Vancouver e Charleroi; Staatsgalerie Stuttgart, Stoccarda, 1986; Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma, 1989; Galleria Comunale d'Arte Moderna, Villa delle Rose, Bologna, 1990). Tra le personali più recenti si distinguono quelle di Graz (Neue Galerie im Landesmuseum Joanneum, 1998), Torino (Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea, 1999), Verona (Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea Palazzo Forti, 2001) e Milano (Fondazione Prada, 2003).

Le mostre collettive, innumerevoli a partire dalla partecipazione al Premio Lissone nel 1961, includono le esposizioni legate all'Arte Povera (1967-1971, 1983-85, 1989, 1997-2003), le principali rassegne internazionali di arte italiana e numerose tra le più significative mostre dedicate agli sviluppi artistici della seconda metà del XX secolo (a titolo indicativo: Information, New York 1970; Vitalità del negativo, Roma 1970; Contemporanea, Roma 1973; Projekt '74, Colonia 1974; Europe in the Seventies, Chicago e itinerante negli Stati Uniti 1977-78; Westkunst, Colonia 1981; '60-'80: Attitudes/concepts/images, Amsterdam 1982; An International Survey of Recent Painting and Sculpture, New York 1984; The European Iceberg, Toronto 1985; Transformations in Sculpture, New York 1985; Bilderstreit, Colonia 1989; 1965-1975: Reconsidering the Object of Art, Los Angeles 1995; The Last Picture Show: Artists Using Photography, 1960-82, Minneapolis e itinerante 2003-04). Paolini ha partecipato diverse volte alla Documenta di Kassel (1972, 1977, 1982, 1992) e alla Biennale di Venezia (1970, 1976, 1978, 1980, 1984, 1986, 1993, 1995, 1997).

Fin dagli esordi Paolini ha accompagnato la sua produzione artistica con riflessioni e dichiarazioni, riunite nel corso del tempo in libri d'artista, antologie di scritti e altre pubblicazioni in varie lingue. La prima raccolta di scritti, intitolata Idem e pubblicata da Einaudi, risale al 1975; tra le più recenti, ricordiamo La verità in quattro righe e novantacinque voci (Einaudi, Torino 1996) e la trilogia edita da Exit Edizioni fra il 1994 e il 1998 (Lezione di pittura, Black out e Giro di boa). Un'edizione integrale degli scritti dell'artista in lingua italiana è uscita nel 1995 presso le Edizioni ADV Publishing House di Lugano (Giulio Paolini: la voce del pittore. Scritti e interviste 1965-1995).

Le più significative pubblicazioni monografiche dedicate a Giulio Paolini sono state realizzate in occasione delle mostre personali di Parma (1976), Lucerna (1981), Ravenna (1985), Stoccarda (1986), Graz (1998) e Milano (2003). Nel 1990 Francesco Poli ha curato una monografia sull'artista (Edizioni Lindau, Torino). Nel 1992 Marco Noire ha pubblicato Impressions graphiques, un catalogo generale dell'opera grafica di Paolini dal 1967.