Arturo Martini
Arturo Martini nasce a Treviso l'11 agosto 1889.
Abbandonati gli studi, lavora come apprendista presso un orefice e poi in una
manifattura di ceramiche.
Tra il 1909 e il 1913 viaggia a Monaco e a Parigi, dove viene a contatto con le
novità artistiche di quegli anni.
Nel 1913, al ritorno da Parigi, partecipa con alcune opere alla mostra di Ca' Pesaro
provocando grandi dissensi da parte di critica e pubblico.
Nel 1914 partecipa alla II Secessione Romana e all'Esposizione Libera Futurista
Internazionale.
Nel dopoguerra, lasciatesi alle spalle le influenze simboliste ed
espressioniste degli esordi, si dedica a una forma di purismo plastico.
Collabora alla rivista “Valori Plastici” ed espone a Berlino con gli artisti
legati ad essa, aderendo alla sintesi metafisica e alla tradizione classicista
che caratterizzano il gruppo.
Nel 1925 è invitato con una sala alla III Biennale Romana; nel 1926 partecipa
per la prima volta alla Biennale di Venezia (in precedenza le sue opere erano
state sempre rifiutate) e alla I Mostra del Novecento Italiano alla Permanente
di Milano, dove è presente anche per la seconda edizione realizzata nel 1929.
Le opere realizzate in questo periodo evidenziano un momento di grande
creatività in cui Martini fonde insieme, in un unicum rivoluzionario, le forme
classiche (dall'arte etrusca e greca a quella dei maestri del Duecento e del
Trecento) con nuove concezioni plastiche. Nel 1931 vince il Premio per la
Scultura alla I Quadriennale Romana e nel 1932 è invitato con una sala
personale alla Biennale di Venezia.
Arturo Martini
Il poeta Cechov, 1921-22
Terracotta
Dim: 50x80x50 cm
Museo d'Arte Contemporanea di Trento e Rovereto
Tra il 1937 e il 1939 realizza grandi commissioni pubbliche per la città di
Milano.
Nel 1940 presenta alla Galleria Barbaroux di Milano la sua prima esposizione di
dipinti.
Nel 1942 (anno in cui inizia a insegnare all'Accademia di Venezia) la sua opera
‘Donna che nuota sott'acqua' è accolta come un capolavoro alla Biennale di
Venezia.
Nelle sue ultime opere giunge alle soglie dell'astrazione. Sono anni di crisi
artistica e morale, testimoniata dal testo “La scultura lingua morta”.
Si spegne a Milano il 22 marzo 1947.
Arturo Martini |
Arturo Martini |
Arturo Martini
Milano - Fondazione Stelline, corso Magenta 61 - Museo della Permanente, via
Turati 34
Dall'8 novembre 2006 al 4 febbraio 2007
Roma - Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea, viale delle Belle
Arti 131
Dal 25 febbraio al 13 maggio 2007
A Milano e Roma: la grande mostra per un protagonista assoluto della
scultura del XX secolo
Riunite oltre 100 opere nel 60° anniversario della morte
Alla Fondazione Stelline e al Museo della Permanente a Milano più di 100 opere
raccontano il percorso artistico di un protagonista assoluto della scultura del
XX secolo, a sessant'anni dalla morte. In calendario anche un itinerario
cittadino che metterà in luce i luoghi dove sono collocate le opere
monumentali, anche quelle meno conosciute, ma frutto di importanti commissioni
pubbliche, del grande scultore italiano.
La successiva tappa romana, alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna, presenterà
le opere di Martini appartenenti alla collezione del Museo - tra le più
significative e raramente esposte in altra sede - ricontestualizzate
all'interno di un percorso antologico ampio e completo.
A più di venticinque dall'ultima grande esposizione, tenutasi a Milano a
Palazzo Reale, di Arturo Martini (1889-1947), l'artista che ha cambiato e
rinnovato il linguaggio della scultura del XX secolo, la Fondazione Stelline
di Milano, la Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente di Milano e
la MIBAC - Soprintendenza alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna e
Contemporanea di Roma, hanno progettato un'importante antologica, organizzata
in due tappe italiane, per offrire al grande pubblico e agli studiosi
un'analisi del suo ricco percorso creativo, dalle prime opere più autonome e
mature, fino agli esempi straordinari degli ultimi anni. L'iniziativa si avvale
del contributo della Fondazione Cariplo e della collaborazione del Corriere
della Sera.
Arturo Martini
La sete (Uomo che beve), 1933-36
Pietra di Finale
Dim: 76,5x222x95 cm
Roma - Galleria Nazionale d'Arte Moderna
Dall'8 novembre 2006 al 4 febbraio 2007 al Museo della Permanente e alla
Fondazione Stelline di Milano e dal 25 febbraio al 13 maggio 2007 alla GNAM di
Roma, oltre 100 capolavori dello scultore, selezionati da Claudia Gian Ferrari,
Elena Pontiggia e Livia Velani, coadiuvate da un comitato scientifico composto da
Jean Clair, Maria Vittoria Marini Clarelli, Maria Teresa Fiorio e Alberto Ghinzani,
documenteranno la grandezza di Martini, vertice indiscusso di ricerca e di
qualità, attraverso opere di piccole e grandi dimensioni, che esprimono tutta
la tenacia e l'angoscia con cui l'artista ha sperimentato ogni materiale
possibile. “L'opera universale”, raccontava infatti Martini, “parte dalle
esigenze del materiale, e incontra il soggetto che ha in tutto il mondo le
stesse possibilità. L'immagine è la risultanza di un materiale“, arrivando ad
affermare in modo ancora più radicale che “il disegno non è nell'attività
dell'artista. (…) perché ogni opera nasce nelle sue dimensioni e nel suo
materiale. Noi, scultori, abbiamo un tale senso tattile, che è la creta il
nostro disegno. Se ci servisse il disegno, saremmo pittori. Noi pensiamo con la
creta, con la prensilità; colle rotondità, non con un piano. Con la creta si
pensa. È un fatto amoroso di tutto il nostro mondo.”
Arturo Martini |
Arturo Martini |
Il criterio di selezione delle opere ha privilegiato, in alcuni casi, la
possibilità di evidenziare l'evoluzione, formale e iconografica, di soggetti
ricorrenti, declinati in opere prodotte in epoche diverse: straordinari, per
esempio, i lavori dedicati a “Le stelle” o a “La sete”, esposti in mostra in
inedite sequenze e abbinamenti.
Il nucleo dei lavori esposto alla Permanente coprirà un arco cronologico molto
ampio, dal 1913 al 1947, anno della prematura scomparsa di Martini. Si potranno
ammirare, provenienti da importanti collezioni pubbliche e private, opere
straordinarie quali “Fanciulla piena d'amore” (1913), “Gli amanti” (1920), “Il
buon pastore” (1925), “Il figliuol prodigo” (1927), “La Pisana” (1928), “Solitudine”
(1932), la serie dei bronzi del cosiddetto “Ciclo di Blevio”, “Morte di Saffo”
(1940), “Donna che nuota sott'acqua” (1941), “Nuotatrice che esce dall'acqua”
(1943 ca), in un percorso ricco e affascinante che ricostruirà attraverso una
scelta di capolavori l'itinerario sorprendente ed eccezionale di un genio
della scultura.
Splendida, ad esempio, è “La Pisana”, in pietra di Vicenza, scelta come
immagine-guida della mostra, ispirata all'eroina sensuale e ascetica, tenera e
selvatica, delle Confessioni di Ippolito Nievo, testo che aveva conquistato e
ammaliato Martini.
Alla Fondazione Stelline, sarà protagonista l'aspetto della statuaria
monumentale di Martini, inteso come rapporto con lo spazio pubblico e lo spazio
urbano. Un percorso di opere straordinarie quali “Annunciazione” (1933),
“Ercole” (1936), grande frammento bronzeo della scultura “Il Leone di Giuda”,
“Dedalo e Icaro” (1937), “Il sogno (Monumento a Irina Lukacevich; Tersicore
caduta)” (1941), e numerosi bozzetti di opere realizzate per edifici pubblici.
A questa sezione sarà collegato un percorso cittadino che toccherà i luoghi di
Milano dove sono presenti imponenti sculture di Martini: l'Ospedale Niguarda - Ca'
Granda, con il Gruppo degli Sforza, il Cimitero Monumentale, il Palazzo di Giustizia
con l'immenso altorilievo La Giustizia Corporativa, l'Università Bocconi, la
Caserma dell'Aeronautica con il gigantesco bronzo della Vittoria dell'aria, la
Pinacoteca di Brera, la Casa Museo Boschi Di Stefano, fino all'Arengario
progettato da Giovanni Muzio, in Piazza Duomo, e decorato con grandi
altorilievi in marmo di Carrara con episodi della storia della città.
Arturo Martini
La pisana, 1928
Pietra di Vicenza
Dim: 142,5x73x57 cm
Collezione privata
Tra i più grandi, originali e innovatori del Novecento, Arturo Martini ha
modificato, rivoluzionato e infine stravolto le leggi, o meglio i canoni di
costruzione plastica. Protagonista universale della scultura del XX secolo,
egli si è posto come fondamentale chiave di lettura del ‘900 e della
contemporaneità e riferimento imprescindibile nel panorama artistico
internazionale.
Il ritmo dei suoi moduli plastici, che da una parte contiene la grande lezione
classica soprattutto della statuaria greca ed etrusca e dall'altra possiede una
fluidità assolutamente originale, costituisce, insieme alla straordinaria
invenzione di soluzioni tematiche e plastiche, un momento innovativo nel pur
ricco panorama artistico della prima metà del ‘900.
Sotto l'Alto Patronato della Presidenza della Repubblica Italiana e con il
Patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione
Lombardia, della Provincia di Milano e del Comune di Milano, l'antologica di
Martini offrirà l'occasione di un inedito incontro con un artista, icona
internazionale della cultura italiana del ‘900 e permetterà di fare il punto
sugli studi e sulle ricerche in corso, consentendo inoltre di provocare e
promuovere nuove e significative letture storico-critiche.
L'appuntamento milanese offrirà un servizio di attività educative a cura della
società OPERA d'ARTE, espressamente progettate per il mondo della scuola,
indirizzate a studenti e docenti delle scuole di ogni ordine e grado, come
visite guidate e itinerari in città, per ritrovare luoghi, monumenti e opere
legati alla produzione di Martini nella Milano della prima metà del ‘900.
Accompagna l'esposizione un catalogo Skira, con testi tra gli altri di Jean Clair,
Maria Vittoria Marini Clarelli, Flavio Fergonzi, Claudia Gian Ferrari, Elena Pontiggia
e Livia Velani.
Eccezionali prestiti per la grande antologica di Arturo Martini
Alla Permanente, le due sculture sul tema de La Sete, finora mai esposte
insieme, provenienti dalle Civiche Raccolte d'Arte di Milano e dalla GNAM di
Roma.
Alla Fondazione Stelline, l'Annunciazione delle Civiche Raccolte d'Arte di
Milano e l'Ercole della Regione Valle d'Aosta.
Si preannuncia come un'occasione assolutamente straordinaria per conoscere
l'arte di Arturo Martini l'antologica che si terrà a Milano, al Museo della
Permanente e alla Fondazione Stelline, dall'8 novembre 2006 al 4 febbraio 2007
e successivamente alla GNAM di Roma dal 25 febbraio al 13 maggio 2007.
Prestigiosi prestiti, provenienti da istituzioni pubbliche italiane e da
esclusive e inarrivabili collezioni private, arricchiscono il progetto
espositivo, consentendo anche un'inedita sequenza di opere, finora mai esposte
accostate: alla Permanente verranno presentate le due grandi pietre di Finale
che hanno per tema La Sete, realizzate dall'artista trevigiano, fra il 1933 e
il 1936, conservate ora nelle Civiche Raccolte d'Arte di Milano e alla GNAM di
Roma, che rappresentano un ideale collegamento con la Pinacoteca di Brera, dove
è conservato Il Bevitore, una terracotta da stampo del 1928.
Inoltre, alla Fondazione Stelline, dove protagonista è l'aspetto della
statuaria monumentale di Martini, verranno esposte l'Annunciazione delle
Civiche Raccolte d'Arte di Milano, e l'Ercole di proprietà della Regione Valle
d'Aosta.
Per il tema de La Sete, Arturo Martini trasse ispirazione da una visita agli
scavi archeologici di Pompei nel novembre 1931, dove restò fortemente
impressionato dai calchi in gesso ricavati dalle impronte delle vittime
dell'eruzione. Al ritorno dal viaggio, nel 1932, Martini realizza i primi
bozzetti della Sete, impostati sul motivo della figura bocconi, che aveva già
affrontato nella Lupa Ferita e che ora disegnare in posizione quasi prona. In
questa scultura, una donna, con una creatura aggrappata al fianco, si è gettata
a terra per abbeverarsi a una fonte d'acqua naturale o meglio, metaforicamente,
all'acqua della vita e della conoscenza. Nel 1934 Martini realizza la versione
definitiva dell'opera.
Rispetto a questo esemplare, La Sete della GNAM di Roma (conosciuta anche come
L'uomo che beve o Il Bevitore), ultimata nel 1936 ma la cui idea risale al
1933, è più drammatica. La sete qui non è una condizione fisica, ma
esistenziale, e l'acqua verso cui la figura si protende non è un elemento
naturale, ma metaforico: evoca non solo ciò che l'acqua tradizionalmente può simboleggiare,
ma ogni ideale dell'uomo. Martini non sottolinea solo il desiderio, ma
soprattutto la sofferenza che spinge alla ricerca.
Nel panorama della scultura italiana contemporanea nessuna opera, a questa
data, dà un'interpretazione così espressionista della figura umana: una
caratteristica poco rilevata all'epoca, sia perché erano note le libertà
formali dell'artista, sia perché il paragone con i calchi pompeiani, che
apparve subito evidente, finì per neutralizzarne la sconvolgente originalità.
L'Annunciazione, esposta alla Fondazione Stelline, venne presentata per la
prima volta sul piazzale dell'Arte della Triennale di Milano nel 1933.
L'iconografia è caratterizzata da una forza dirompente, con l'arcangelo
Gabriele, che ha le sembianze e la veste corta di un fanciullo ‘mantegnesco',
che si rovescia sul corpo della Madonna. Si assiste così non a un dialogo
statico fra l'Annunziata e l'Annunziante, come in tutte le rappresentazioni
canoniche del soggetto, ma a un movimento concitato: il messaggero divino
irrompe nella scena, segnando con la mano il grembo di Maria; la Vergine alza
le braccia di fronte all'evento straordinario e quasi fonde in sé l'angelo
diventando l'unica protagonista della composizione.
Anche l'Ercole fu esibito al pubblico per la prima volta alla Triennale di
Milano, ma nell'edizione successiva del 1936. L'opera monumentale, dal titolo
Anno XIV. Il leone di Giuda intendeva celebrare la vittoria italiana nella
guerra d'Africa; il fascismo, ovvero Ercole, schiacciava il leone di Giuda,
simbolo dell'Abissinia. Del monumentale bronzo andato perduto, rimane un
bozzetto e la monumentale versione frammentaria che viene esposta alla
Fondazione Stelline, con il solo Ercole, privo delle braccia. Così isolata, la
figura rivela ancor più esplicitamente il suo arcaismo: Martini guarda all'arte
ellenistica ed etrusca senza rifarsi a nessun modello preciso, ma evocando
soprattutto una lontananza mitica
L'artista, tuttavia, considerava il frammento un'opera finita, tanto che
l'aveva inviato alla Biennale di Venezia del 1936, e lo ritirò solo per la
reazione negativa di Maraini, segretario della rassegna.
Informazioni
Arturo Martini
Luogo: Milano - Fondazione Stelline, corso Magenta 61 - Museo della Permanente, via Turati, 34
Periodo: dall'8 novembre 2006 al 4 febbraio 2007
Orari: martedì - domenica 10/20; giovedì 10/22 (lunedì chiuso)
Ingresso: intero 8,00 Euro; ridotto 6,00 Euro
Luogo: Roma - Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea, viale delle Belle Arti, 131
Periodo: dal 25 febbraio al 13 maggio 2007
Ingresso: 9,00 Euro (integrato biglietto del museo)
Catalogo: Skira
A cura di: Maria Elisa Tittoni, Federica Pirani, Maria Paola Fornasiero
Info: al pubblico: tel. 02 6551445 / 02 45462411
Prenotazioni visite guidate per gruppi e scolaresche a Milano
Opera d'Arte tel. 02 45487395 - fax 02 45487401