Giancarlo De Carlo
Giancarlo De Carlo nasce a Genova il 12 dicembre 1919: suo padre era nato a Tunisi da genitori siciliani, sua madre in Cile da genitori piemontesi.
Passa i primi anni dell'infanzia tra Genova e Livorno; da Genova, dove sta suo padre, ingegnere navale, nel 1930 si trasferisce con i nonni paterni a Tunisi, dove frequenta la scuola media e il liceo. In questo periodo viene a contatto con la cultura francese e quella araba e con il colonialismo; viene a sapere del fascismo e della guerra civile in Spagna.
Nel 1937 torna in Italia. La situazione è confusa - sta per scoppiare la guerra - perciò è spinto a scegliere un mestiere concreto e ha i primi contatti con l'antifascismo milanese, si iscrive al Politecnico, Ingegneria, dove si laurea nel maggio del 1943; il giorno dopo si iscrive a Architettura. Ma viene chiamato in Marina e si ritrova sottotenente su una nave appoggio sommergibili che incrocia tra Creta e il Pireo. Nel maggio del '43 viene trasferito, in attesa di nuovo imbarco, a Milano; aderisce al Movimento di Unità Proletaria (MUP), e insieme a Giuseppe Pagano organizza le brigate Matteotti che operano in Lombardia.
Giancarlo De Carlo
Residenze a Mazzorbo, Venezia, 1979 - 97
Finita la guerra entra in contatto con i gruppi anarchici: quello della rivista "Volontà" attorno alla Berneri e a Zaccaria e quello della rivista inglese "Freedom" attorno a Woodcock, Read, Richards; quindi partecipa ai congressi di Carrara e di Canosa.
Nel 1948, insieme a Ignazio Gardella, decide di trasferirsi alla Facoltà di Architettura di Venezia, dove entrambi si laureano l'anno successivo.
All'inizio degli anni '50, dopo un periodo di collaborazione con Franco Albini, GDC comincia la sua attività professionale e quasi contemporaneamente ha inizio il suo lungo rapporto con Carlo Bo e la città di Urbino.
In questi anni nasce il gruppo degli "amici di Bocca di Magra" (Vittorio Sereni, Giovanni Pintori, Giulio Einaudi, Marguerite Duras, Franco Fortini, Albe Steiner, Elio Vittorini che sta scrivendo Le città del mondo, Italo Calvino che scriverà Le città invisibili) che si ritrovano per molte estati nello stesso luogo.
Nel 1954 fa parte della redazione di "Casabella Continuità", diretta da Ernesto Rogers, alla quale collabora fino al 1956, quando si dimette per dissensi sulla linea della rivista. Nello stesso anno - insieme a Ludovico Quaroni e Carlo Doglio - organizza per la X Triennale di Milano la Mostra dell'Urbanistica.
Nel 1959, al Convegno dei CIAM di Otterlo, che ne segna la fine e durante il quale si forma il Team X, presenta il progetto di Matera del 1954. Viene duramente attaccato e accusato di non essere "moderno" dalla maggioranza dei partecipanti.
In questo periodo viene chiamato da Giuseppe Samonà a Venezia, dove insegnano anche Franco Albini, Carlo Scarpa, Lodovico Belgiojoso, Giovanni Astengo, Mario De Luigi, Bruno Zevi.
Dal 1961 al 1965 partecipa ai lavori del Piano Intercomunale Milanese (PIM).
Nel 1964, dopo sei anni di elaborazione, viene presentato il Piano Regolatore di Urbino.
Nel 1965 inizia la collana Struttura e forma urbana del Saggiatore.
Nel 1966 GDC va per la prima volta negli Stati Uniti, a Yale. Ci tornerà varie volte negli anni successivi, per periodi di insegnamento all'MIT, UCLA, Cornell. La scoperta della realtà nord-americana - in un periodo di particolare intensità: la guerra in Vietnam, la rivolta dei giovani, la pop-art, la musica rock, l'avvento dell'architettura anti-Bauhaus - ha una notevole influenza su di lui: ne registra i segni che si manifesteranno tra qualche anno anche in Europa.
Nel 1968 pubblica La piramide rovesciata. Partecipa alla Giunta della XIV Triennale di Milano (Triennale del Grande Numero),ma la mostra viene occupata il giorno dell'inaugurazione: nessuno ha potuto vederla.
Giancarlo De Carlo |
Giancarlo De Carlo |
Nel 1976 fonda l'ILAUD, il Laboratorio Internazionale di Architettura e Urbanistica. Si tratta di un progetto sul confronto e la collaborazione di contesti culturali diversi. I temi trattati dall'ILAUD sono anche quelli dell'elaborazione teorica di GDC: la partecipazione, il riuso, la lettura del contesto e la progettazione tentativa come strumenti di conoscenza e trasformazione. Gli stessi temi vengono affrontati e diffusi in altre direzioni dalla rivista "Spazio e Società", che GDC dirige dal 1978 al 2000, anno di chiusura.
Negli anni '80 inizia un periodo di intensa ricerca, rappresentata da numerosi progetti, in parte realizzati. Il 12 dicembre 1989 viene nominato cittadino onorario di Urbino e nel 1994, a trent'anni di distanza dal primo, redige il nuovo Piano regolatore della città. Nel 1993 riceve la Royal Gold Medal.
Seguono numerosi altri riconoscimenti nazionali e internazionali, lauree honoris causa e, da ultimo, la medaglia d'oro per la cultura assegnatagli da Carlo Azeglio Ciampi.
Nel 2000 si associano allo studio gli architetti Monica Mazzolani e Antonio Troisi, dando vita allo studio De Carlo Associati.
Dal 2000 al 2002 è Presidente dell'Accademia di San Luca.
Tra le mostre a lui dedicate si ricordano quella del 1995 alla Triennale di Milano e la recente mostra del Centre Pompidou a Parigi nel 2004.
Muore, a Milano, il 4 giugno 2005.
Hanno scritto sulla sua opera:
F. Tentori, Due conferenze dell'architetto Giancarlo De Carlo, in "Venezia Architettura", n. 1, 1952
C. Melograni, Giancarlo De Carlo, in "L'Architettura", n. 41, 1959
VII Convegno nazionale dell'I.N.U. Tavola Rotonda, in "Urbanistica", n. 32, 1959
A. van Eyck, University College, Urbino, in "Zodiac", n. 16, 1966
G. Klaus Koenig, Il progetto Fiat a Novoli. Un disegno di architettura a quattordici mani, in "Ottagono", n. 90, 1968
Conversazione su Urbino, con P. Nicolin, in Lotus International, n. 18, 1978
F. Brunetti, in Giancarlo De Carlo, Alinea, Firenze 1981
M.Tafuri, Storia dell'architettura italiana 1944-1985, Einaudi Torino 1982
L. Rossi, Giancarlo De Carlo. Architetture, Arnaldo Mondadori Editore, Milano 1988
Giancarlo De Carlo: un progetto guida per realizzare l'utopia, a cura di M. Perin, in Urbanisti Italiani, Laterza, Roma-Bari, 1992
B. Zucchi, Giancarlo De Carlo, Butterworth-Heinemann, Oxford 1992
P.Di Biagi e P. Gabellini (a cura di), Urbanisti italiani, Bari 1992
L'esperienza italiana, a cura di M. Zaffagnini, in Progettare nel tessuto urbano, di M. Zaffagnini, Alinea Editrice, Firenze 1993
C. St. John Wilson, Master of the Resistance, in "Architectural Review", 1157, 1993
Urbino e Giancarlo De Carlo: il nuovo Piano Regolatore, di B. Secchi, in <<Casabella>>, n. 613, 1994
Giancarlo De Carlo. Immagini e frammenti, a cura di A. Mioni e E.C. Occhialini, Electa, Milano, 1995
V.M. Lampugnani (a cura di) voce De Carlo, in Dizionario Skira dell'architettura del Novecento, Milano 2000
Antonella Romano, Giancarlo de Carlo: lo spazio, realtà del vivere insieme, Universale di architettura, Roma 2001
Carlo Olmo (a cura di), voce De Carlo, in Dizionario dell'architettura del XX secolo, Torino 2001
John McKean, Giancarlo De Carlo: Layered Places, Edition Axel Menges London 2004
Francesco Samassa (a cura di), Giancarlo De Carlo - Percorsi, Il Poligrafo, Padova 2004
Francesco Samassa (a cura di), Giancarlo De Carlo - Inventario analitico dellarchivio, Il 'Poligrafo, Padova 2004
F. Samassa (a cura di), Giancarlo De Carlo - Inventario analitico dell'archivio, Il Poligrafo, Padova 2004
I suoi scritti principali:
William Morris, Milano 1947
Casa d'abitazione a Baveno, in "Casabella Continuità", 201, 1954
Una precisazione, in "Casabella Continuità", 214, 1957
Relazione di sintesi, in Ilses, Relazioni del seminario "La nuova dimensione della città, la città regione", Milano 1962
Questioni di architettura e urbanistica, Urbino 1964
La pianificazione territoriale urbanistica nell'area milanese, Padova 1966
Urbino. La storia di una città e il piano della sua evoluzione urbanistica, Padova 1966
La piramide rovesciata, Bari 1968
Il pubblico dell'architettura, in Parametro, 5, 1970
L'architettura della partecipazione, in P.Blake, G. De Carole J.M. Richards, L'architettura degli anni settanta, Milano 1973
Rimini. Un piano tra presente e futuro, numero monografico di "Parametro", 39/40,1975
Corpo memoria e fiasco, in "Spazio e società", 4, 1978
Gli spiriti dell'architettura, antologia degli scritti a cura di L. Sichirollo, Roma 1992
Il progetto Kalhesa (con lo pseudonimo di I. Gimdalcha), Venezia 1995