Rodolfo Bonetto
(Milano, 1929-1991)
Figura singolare nel panorama del design italiano degli ultimi trent'anni,
Rodolfo Bonetto, abbandona una fortunata carriera di batterista jazz per
dedicarsi alla nuova professione. Dotato di grande talento, gusto e capacità
per il disegno tecnico, inizia a lavorare come collaboratore per la Veglia Borletti,
disegnando strumentazioni per automobili (una grande passione: di quegli anni
sono i primi schizzi di carrozzerie per Vignale, Viotti e Boneschi), per poi lavorare
in numerosi e diversi campi industriali, quelli di cui normalmente non si
considera essenziale l'intervento del designer: progetta elettrodomestici,
orologi, telefoni, calcolatori elettronici, scarponi da sci, laser chirurgici,
macchine utensili, lampade... Di tutte queste tipologie, è sempre la componente
tecnica quella che più lo appassiona, una peculiarità che lo distingue dalla
maggioranza dei designer italiani, per tradizione più vicini al mondo
dell'arredamento.
Inizia l'attività di product designer nel 1958, realizzando progetti nei più
diversi campi della produzione industriale di serie: elettrodomestici,
carrozzerie di automobili, sanitari, macchine utensili, apparecchi. elettronici,
strumenti musicali, televisori, valige, sistemi hi-fi, mobili, apparecchi per
illuminazione.
Particolarmente importanti i suoi lavori nel settore delle macchine utensili e
delle attrezzature per il lavoro, attentamente studiate nei particolari ergonomici
(orologi per Borletti, tra i quali Sfericlock, premio "Compasso
d'oro" 1964; macchina utensile a controllo numerico Auctor per Olivetti,
"Premio compasso d'oro" 1967).
Il suo rapporto con la Olivetti è stato tra i più intensi e professionalmente
stimolanti: per la casa di Ivrea progetta complesse macchine utensili che
modificano la fisionomia dell'ambiente di fabbrica. Altrettanto importante la
collaborazione con Fiat, che tuttora viene continuata dalla Bonetto Design.
Autodidatta, caratteristica non comune nel panorama italiano, è tanto orientato
alla prassi progettuale da fornire un contributo non indifferente
all'insegnamento del design industriale alla Hochschule für Gestaltung di Ulm
e, in seguito, all'Isia di Roma.
Viene premiato con otto Compassi d'Oro.
E' stato membro e presidente dell'Adi e dell'Icsid e ha partecipato a numerosi
congressi e conferenze internazionali sul design.
"Operaio colto", come ebbe a definirlo V. Gregotti, ha saputo
coniugare una conoscenza delle tecnologie produttive e dei materiali con
valenze ergonomiche e di corretta ricerca formale. È stato insignito di vari
Compasso d'Oro, per oggetti come la sveglia Sfericlock (Veglia Borletti, 1963);
la macchina utensile a controllo numerico O.C.N. (Olivetti, 1967);
l'apparecchio automatico per microfilm (BCM, 1970); l'interno per la 131 Supermirafiori
(Fiat, 1978). Tra il 1972-75 progetta, con N. Matsunaga, il centro di
lavorazione Horizon 2 (Olivetti) sino alla centrale polifunzionale Wiz (1981).
Autore del motore Fire (1984) per Fiat, di Rotor, telefono pubblico Sip (1989),
e del meccanismo di apertura automatico per cancelli Cross 6 (Novotecnica), è
stato membro di giurie nazionali e internazionali e presidente dell'Icsid dal
1981 al 1983. Bonetto è l'unico designer italiano che non abbia mai firmato
progetti di architettura, da sempre esclusivamente interessato alla produzione
in serie.
All'intensa pratica professionale unisce il lavoro di diffusione e di
discussione sui problemi dell'industrial design, tenendo lezioni (Hochschule
für Gestaltung, Ulm, 1961-1965; ISIA di Roma, 1974-1979) e partecipando
all'attività delle associazioni professionali (presidente ADI, Associazione
Disegno industriale, 1971-1973; presidente dell'ICSID, International Council of
Societies of Industrial Design, 1981-1983).
Dopo la sua morte, gli è stato dedicato il Compasso d'Oro 1991 alla memoria per
il complesso della sua attività, che oggi continua con lo studio Bonetto
Design, coordinato dal figlio Marco, il quale, nel 1994, fonda a Montecarlo il Bonetto
Design Center in memoria del padre, centro di idee e servizi per i nuovi
territori del design.