Scuola media a Morbio Inferiore, Svizzera. Progetto di Mario Botta

La luce del sole ci rimanda il lungo profilo rettilineo appena frastagliato dagli elementi discreti dei lucernari che disegnano la copertura sullo sfondo della collina retrostante. A mano a mano che ci si avvicina all'edificio osserviamo come la luce vada scavando alla base il grande muro: il sole penetra nelle cavità, ne modella i contorni, esplora le superfici ora vetrate ora lisce e compatte rivelando un paesaggio ordinato fatto di grandi aperture, spazi coperti, lunghi porticati e paesaggi al di là dei quali si coglie di nuovo la presenza della vegetazione, che con un bosco si richiude alle spalle del fabbricato. Sottili incisioni scandiscono il ripetersi di unità modulari che offrono l'immediata percezione dello schema organizzativo che genera il grande manufatto.
Esso è parte integrante di questo paesaggio e con esso sembra vivere della condizione di perennità che appartiene alle cose più antiche che l'hanno generato.
Il progetto, nato per dare una risposta ai problemi della comunità, soprattutto per creare uno spazio, un luogo fisico che fosse diretta espressione dei suoi bisogni culturali, travalica questa dimensione segnando un riferimento preciso per l'intera cultura di un'epoca.
Si incontrano, in questo edificio, nuovi avanzamenti sul piano pedagogico e insieme nuove espressioni e intese tra architettura e bisogno di riscatto di una condizione insediativi fatalmente compromessa.
Un "nuovo equilibrio ambientale" alla ricerca del quale Botta lavora intensamente attraverso tutti gli elementi del progetto. In rapida successione, dal maggio al settembre del 1972, ben tre differenti soluzioni progettuali vengono avanzate e altrettanto rapidamente superate.
La sintesi ultima nella chiarezza e semplicità di impianto cui perviene il progetto esprime compiutamente l'idea di una nuova dimensione tra uomo e ambiente, più attenta ai valori antichi e insieme capace di generare nuove espressioni culturali.
L'edificio viene saldamente costruito attorno a questi principi attraverso una straordinaria ricchezza di rapporti spaziali tra le parti che lo compongono. In ciascuno degli otto nuclei didattici si realizzano le condizioni per un'organizzazione autonoma delle attività di insegnamento che favoriscono l'aggregazione di gruppi di allievi e le attività in comune tra i diversi cicli formativi.
All'interno di ogni nucleo, oltre alle aule che si affacciano aeree all'esterno al primo piano, sono presenti spazi per i docenti al piano terra e aule speciali illuminate zenitalmente all'ultimo piano.
La grande cavità che all'interno percorre tutta la lunghezza dell'edificio costituisce l'elemento di relazione tra le unità e tra queste e gli spazi più propriamente collettivi della biblioteca e dell'auditorium collocati all'estremo sud del fabbricato. In prossimità di esso la rotazione del corpo squadrato che ospita le palestre genera uno spazio raccolto per attività all'aperto, naturale confluenza del grande spazio a verde che si allarga di fronte all'edificio sino al limitare del grande terrazzamento naturale in cui esso è situato.

(Mario Botta, Opere complete, Volume I, 1960-1985, Federico Motta Editore, Milano 1993, pag.38)

Progetto: 1972
Costruzione:: 1972-1977
Committente: Stato del Canton Ticino
Superficie terreno: 28.800 m²
Superficie abitabile: 15.000 m²
Volume: 68.500 m³