Sinagoga Cymbalista e centro della Eredità Ebraica a Tel
Aviv, Israele.
Progetto di Mario Botta
Uno spazio per pregare e uno spazio per discutere: una sinagoga ed una sala
conferenze, un luogo di incontro fra religiosi e laici.
Sono queste in sintesi le richieste che Paulette e Norberto Cymbalista mi hanno
affidato con l'incarico di costruire una nuova struttura all'interno del Campus
della Tel Aviv University.
Con le autorità universitarie nel gennaio 1996 si è poi individuato il luogo ritenuto
idoneo per questa nuova costruzione: un angolo della grande piazza verde
centrale caratterizzata delle attrezzature collettive del Campus in modo che la
nuova struttura potesse facilmente offrirsi come “servizio” per gli studenti.
All'architetto capita rare volte nel panorama delle attuali commesse, di disporre
di un mandato così preciso e chiaro nei suoi obiettivi: costruire due spazi
distinti nelle funzioni ma uniti come segno per esprimere la comune domanda di
spiritualità.
Nell'affrontare la riflessione che ha portato al progetto, mi ha aiutato la
determinazione della committenza e la generosità che l'ha contraddistinta. Sono
convinto che un progetto scaturito da una simile domanda non può essere che
semplice e forte.
I due principali spazi richiesti assumono nel progetto una doppia immagine
architettonica che emerge dallo zoccolo dei servizi al piano terra.
I due volumi a base quadrata si innalzano modellando un conoide che si
configura come cerchio a livello di copertura: i volumi sono trattati con gli
stessi materiali (pietra “dorata” all'interno e pietra di Verona all'esterno) e
presentano un identico trattamento interno della luce zenitale.
Sono volumi architettonici che generano spazi geometrici identici ma destinati
a funzioni diverse; come due teste di un unico corpo offrono un'immagine
bipolare che risuona misteriosa sui significati e sulle possibili funzioni.
Ma i veri temi trattati sono (oltre alle evidenti funzioni legate alla sinagoga
e alla sala conferenze) proprio quelli dell'architettura tout-court
nell'offerta della qualità degli spazi di cui in questo caso l'architettura
rivendica il primato.
L'eccezionalità del rapporto dimensionale fra i due volumi principali rispetto
a quelli di servizio e il relativo impatto plastico esterno risulta forte
malgrado le dimensioni esigue: l'aspetto totemico dell'insieme diviene
enigmatico e interroga i fruitori sulla capacità espressiva dell'architettura
che oltre a specchio del proprio tempo testimonia una memoria millenaria.
Mario Botta
Progetto: 1996
Realizzazione:: 1997-1998
Luogo: Campus dell'Università di Tel Aviv, Israele
Committenti: Paulette e Norberto Cymbalista
Architetto: Mario Botta Architetto, Lugano (Svizzera)
Direzione lavori: GSG Baucontrol, Basilea
Superficie: 800 m²
Volume: 7.325 m³
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